Makka, 18enne russa uccide il padre 50enne a Nizza Monferrato, accoltellandolo

L’avrebbe fatto per difendere la madre, i tre fratelli minori e se stessa dall’uomo, reiteratamente violento

La redazione

La tranquilla comunità di Nizza Monferrato, un ridente comune in provincia di Asti di poco più di diecimila persone, dove tutti si conoscono e si salutano, è stata sconvolta da una tremenda lite in una famiglia di immigrati regolari dal Caucaso, di origine russa, finita in tragedia.

La figlia diciottenne Makka, studentessa modello del terzo anno di liceo scientifico, che la sera lavorava come cameriera in un ristorante per aiutare economicamente la famiglia, ha ucciso ieri il padre cinquantenne Akhyad Sulaev, che dopo una lite violenta con la madre, di era licenziato da lavapiatti in un altro locale del luogo. Tornato a casa la lite sarebbe ripresa e degenerata al punto che la figlia diciottenne lo a colpito all’addome con un coltello.

Non c’è stato nulla da fare nonostante i soccorritori del 118 prontamente allertati sono intervenuti in tempi brevissimo. L’uomo è morto nelle braccia dei medici del 118. La ragazza è stata arrestata.

Il sindaco di Nizza Monferrato Simone Nosenzo: “Tutta la famiglia lavorava nel ramo della ristorazione. Lui lavapiatti, la ragazza cameriera. Anche la mamma lavora in un locale. Arrivati in Italia con percorsi umanitari, lui aveva difficoltà a esprimersi in italiano, ma si stavano integrando. Faremo il possibile per assistere la mamma e i fratellini“.

I carabinieri hanno proceduto al fermo della ragazza che era rannicchiata in stato di choc in un angolo della casa, scena del dramma famigliare. Al giudice che l’ha interrogata ha parlato di reiterati maltrattamenti e comportamenti violenti del padre, in una famiglia rigorosamente mussulmana. Makka portava al momento dell’arresto il hijab. Ora il procuratore di Alessandria cerca riscontri alla ricostruzione fatta dalla ragazza. Non risultano, infatti, denunzie pregresse per maltrattamenti.

Saranno decisive le dichiarazioni della madre e dei fratelli quando il giudice li interrogherà come persone informate dei fatti.

Intanto la ragazza, per motivi di sicurezza è stata portata in località protetta con carabinieri a sorvegliare e psicologi a sostenerla. Ma i suoi concittadini si mostrano solidali con Makka.

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