I gatti, che strane creature

La magica storia di un compagno fedele attraverso i secoli

Rocco Michele Renna

I greci, tremila anni fa, rimasero incantati di fronte a creature misteriose chiamate gatti, che sembravano risolvere il problema dei topi senza gli inconvenienti degli animali selvatici. Gli egizi, in particolare, portavano con sé il “Mau”, un gatto speciale, chiamato così per il suo verso e perché la parola rimandava al vedere, simboleggiando la capacità del gatto di vedere oltre la vita. Il Mau non solo era pulito ed elegante, ma veniva considerato un’emanazione divina, tanto che la dea egizia della fertilità, Bastet, aveva un viso di gatto. Questo legame sacro portava alla sepoltura cerimoniale dei gatti e persino alla mummificazione per preservarne l’essenza.

statue della dea Gatto Bastet

Mentre i greci si innamoravano di questi affascinanti felini, l’acquisizione di gatti diventava un’impresa difficile a causa della sacralità attribuita agli animali dagli egizi. La soluzione? Rubare alcune coppie di gatti e portarle in patria per farle accoppiare. Questa iniziativa ebbe successo, e i gatti greci furono venduti ai romani, ai galli, agli arabi e oltre. Il gatto diventò un compagno apprezzato in tutto il mondo, ma il suo cammino non fu sempre facile.

Durante il Medioevo, l’ombra della superstizione oscurò l’immagine del gatto. Accuse di rituali satanici e credenze infondate contribuirono a far sì che il gatto fosse considerato un animale stregato, “famiglio” del demonio. Leggende riguardanti la sua capacità di prevedere la morte o provocare sventure diffusero timori irrazionali. In alcuni luoghi, addirittura, si lanciavano gatti dalla torre della città come parte di rituali inquietanti.

La definizione di “famiglio del demonio” è legata a credenze e superstizioni storiche, specialmente durante il periodo medievale. Un famiglio del demonio era creduto essere un animale, spesso un gatto, ma anche altri animali come cani, rane o uccelli, che veniva associato a pratiche di stregoneria o magia nera. Questi animali venivano supposti essere compagni o servitori di una persona coinvolta in pratiche occulte, spesso definite streghe o maghi.

Una strega che nutre i suoi famigli, da una stampa inglese del 1579

Secondo le credenze popolari medievali, si riteneva che il famiglio del demonio fosse dotato di poteri magici e che agisse in connivenza con il suo padrone per compiere incantesimi malevoli o per portare sfortuna agli altri. Il famiglio veniva considerato una sorta di intermediario tra il praticante delle arti oscure e le forze demoniache.

È importante notare che queste credenze erano fortemente influenzate da superstizioni e paure diffuse durante il periodo storico in cui si diffuse la caccia alle streghe. Oggi, dal punto di vista razionale, tali credenze sono considerate miti senza fondamento scientifico, e l’immagine del famiglio del demonio è per lo più trattata come un’interpretazione errata delle interazioni umane con gli animali domestici.

Fortunatamente, l’Illuminismo portò la luce anche sulle superstizioni riguardo ai gatti, e dall’Ottocento in poi, l’amore per questi felini crebbe di nuovo. Oggi, i gatti sono diffusi in tutto il mondo, continuando a incantare con le loro caratteristiche uniche.

La scienza ha rivelato molte curiosità sui gatti. Possono correre a incredibili 50 chilometri all’ora e percorrono 100 metri in sette secondi. Dotati di sensi straordinari, i gatti possono nuotare, percepire ultrasuoni e infrasuoni e vedere meglio al buio rispetto agli esseri umani. Hanno un udito e un olfatto eccezionali, che li rendono cacciatori abili e compagni sensibili.

Nonostante la vasta conoscenza accumulata su di loro, alcune curiosità rimangono ancora irrisolte. Come fanno i gatti a emettere le fusa e come riescono a ritrovare la strada a casa dopo essersi persi a grandi distanze? La dea Bastet, forse, detiene ancora alcuni segreti su questi affascinanti e misteriosi compagni felini.

John Reinhard Weguelin, The Obsequies of an Egyptian Cat (1886), Auckland Art Gallery, Auckland.

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