Battaglione siberiano

Combattenti Russi a difesa dell’Ucraina.

La redazione

Il battaglione di volontari russi noto col nome di “Siberia” (in copertina), è organico alle forze armate dell’Ucraina ed è stato creato nell’ottobre scorso. Fa parte integrante della Legione internazionale che opera sotto la Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino.

Non sono i primi, nè i soli Russi a combattere al fianco degli ucraini, altre due unità di russi facevano già parte dei ranghi ucraini: la legione “Libertà della Russia” e il “Corpo dei volontari russi”. Ma, a differenza delle prime due, appena citate il battaglione siberiano fa parte a tutti gli effetti dell’esercito regolare ucraino e “prestato” all’intelligence militare ucraina per meri motivi di opportunità.

Il battaglione Siberiano è composto da cittadini russi, per lo più appartenebti alle popolazioni indigene della Siberia e dell’Estremo Nord, ma a loro si uniscono anche russi etnici. Sono tutti accomunati dalla condanna dell’invasione dell’Ucraina e della politica aggressiva del Cremlino aggressiva. Ma soprattutto, emerge dalle interviste ad alcuni di loro “non vogliono essere complici di quello che loro considerano come il male”.

Ai veri e propri siberiani si sono uniti tartari, yakuti e buryat, che vogliono l’indipendenza dalla Russia e la libertà nel Paese e che considerano positiva a quei fini una vittoria dell’Ucraina.

Quasi tutte le circa sessanta unità da cui è formato il battaglione siberiano, sono volontari arrivati in Ucraina attraverso Paesi terzi. Operazione che richiede tempo, da alcuni mesi ad un intero anno.

Uno dei componenti del battaglione, originario di Yakutsk, è stato un ufficiale della Direzione principale dei servizi segreti russi. E’ arrivato in Ucraina transitando dalla Polonia, che reclutava volontari per le unità nazionali delle forze armate ucraine. Poi ci sono giri rocamboleschi come un altro volontario passato prima dalla Mongolia, di li in Turchia e finalmente in Ucraina.

Il servizio di sicurezza ucraino che opera a fianco dell’intelligence militare sottopone tutti gli arruolandi a severi controlli anche incrociati per “escludere per quanto possibile eventuali infiltrazioni di agenti russi”. Lo staff centrale e di comando è però formato esclusivamente da personale militare ucraino.

Continua intanto la guerra ibrida. Putin affermava apoditticamente, un paio di giorni or sono, che le truppe ucraine si stavano arrendendo in massa agli eroici soldati dell’armata russa. La risposta, suffragata da dati alla mano, è arrivata dall’intelligence americana che ha reso noto al The Daily Digest che “la Russia ha perso quasi il 90% delle truppe dall’inizio del conflitto“. Ridicola la risposta del Ministro della difesa russo Serghei Shoigu: afferma che l’Ucraina avrebbe 383.000 soldati tra morti e feriti, e che Mosca ha giustiziato 5.800 mercenari stranieri che combattevano con le truppe di Kiev. Interrogato da alcuni Colleghi in ordine all’entità delle perdite russe, ha risposto di non essere in grado di quantificarle.

Francamente il buon Shoigu, più che fare lai guerra ibrida, dovrebbe girare un bel film stile Sturmtruppen. I servizi segreti tedeschi rendono noto che da un loro studio è emerso che Putin è pronto ad attaccare la Nato entro tre anni, se dovesse sopravvivere alla guerra Ucraina.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.