Sparita la Galleria d’arte della Rai

Notizia quanto mai assurda, ma reale, La Rai si fa “soffiare” ben 120 opera d’arte moderna, di autentico le resta solo il suo simbolo il famoso “Cavallo” di Giorgio De Chirico.

Maria Catalano Fiore

La notizia rimbalza su vari quotidiani, “Striscia la notizia” dedica un servizio.

La situazione pare un paradosso, ma è reale. Nella storica sede di viale Mazzini, con l’accesso tutelato dal magnifico “Cavallo” di Giorgio De Chirico, sono “svanite” ben 120 opere di artisti tra l’800 ed il 900, di un valore non quantizzabile.

Ottone Rosai: “Architettura”

L’indagine è partita dalla caduta di una tela di Ottone Rosai (1895-1957) grande pittore ed incisore fiorentino “Architettura”, si è scoperto così che la tela era semplicemente una copia. La tela trafugata pare sia stata venduta per 25 milioni di lire, da un ex dipendente, ad inizio degli anni 70. L’interessato ha ammesso la colpa, ma ormai, trascorsi 40 anni, non è più perseguibile né per furto, né per ricettazione.

Giorgio De Chirico : “Vita nei campi”

Dopo questa tela è toccato anche ad un’opera di Giorgio De Chirico (tra l’altro un falso che aveva già sostituito l’originale) “Vita nei campi” e ad altre. Dopo le prime parziali rivelazioni di Striscia, “Il Messaggero” ha svelato l’esistenza di una indagine del Nucleo Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri che sta cercando di rintracciare questa Pinacoteca di “Mamma Rai”. Le opere in Rai, pare non siano 120, ma quasi 1500, compresi gli arazzi.

L’indagine ha appurato che probabilmente questa graduale sostituzione, oltre che negli anni 70, abbia avuto un picco nel 1996, anno in cui molte di queste opere furono esposte a Lecce in una mostra.

Una storia di incuria decennale che dovrebbe far riflettere su patrimoni sottovalutati e sprecati. Non a caso ci riguarda, siamo noi con il nostro canone e con contributi vari a tenere in vita la cara “Mamma Rai”, e siamo anche noi ad essere privati della fruizione di opere che dovrebbero essere conservate in un Museo o Pinacoteca. Gli uffici Rai possono benissimo essere abbelliti da copie (quali ormai sono) o poster o altro….

Renato Guttuso: “Atelier”

Tra le opere “svanite” figurano oltre a diverse opere di Giorgio De Chirico, “la domenica della buona gente” di Renato Guttuso; “Kovacina” di Felice Casorati; “Giuditta” di Carlo Levi; “Tristano e Isotta” di Massimo Campigli; “Numeri” di Ugo Nespolo, e tante altre.

Carlo Levi: stralcio da “Matera 61”

Manca all’appello anche un nutrito gruppo di stampe di grande valore firmate da Amedeo Modigliani, Alfred Sisley, Jean Baptiste Corot e Claude Monet.

Pare che la Tv di Stato sia propria di Roma, sua capitale, mentre i quadri alle pareti, invece, sono del primo funzionario o commesso che li stacca e se li porta a casa, senza che nessuno se ne accorga per decenni. Ma sarà, parafrasando Luigi Pirandello: “Uno, nessuno o centomila?”

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