Oggi il giorno della memoria

Abbiamo chiesto ad Elsa Piperno, grandissima danzatrice e docente di danza, l’artista che ha introdotto e creato in Italia la danza moderna, un suo pensiero nel giorno della Shoah.

Elsa Piperno*

Oggi, nel giorno della memoria sono stata invitata dal liceo Coreutico Ruggero Settimo di Caltanisetta a parlare della discriminazione da me subita, in quanto ebrea, quando da piccola studiavo alla Accademia Nazionale di Danza.

Elsa Piperno

Allora la direttrice, nonché fondatrice dell’Accademia, era la signora Ja Ruskaja e lei in più di un occasione mi mostrò un’ostilità del tutto apparentemente immotivata e sostanzialmente ingiustificata.

Fui umiliata in più di una occasione, ma l’episodio più grave si verificò nel 1956 e quindi, quando ormai si sperava di aver definitivamente archiviato il fascismo e i suoi metodi: alla fine dell’anno scolastico, essendo stata promossa, avrei dovuto di diritto partecipare al saggio di fine anno, che per un’allieva è la somma realizzazione di tutto un anno di duro lavoro e di sacrificio.

Fin dall’inizio delle prove fui cacciata brutalmente. Il mio nome fu scandito con il megafono e le parole furono “ma la Di Laudadio non fa il saggio” (ndr. il nome anagrafico è Elsa Di Laudadio, il nome d’arte Elsa Piperno). Fu uno choc terribile, che purtroppo tanti bambini avevano subito prima di me, esclusivamente a causa delle leggi razziali, abolite dalla Repubblica Italiana, ma ancora vive nelle menti di squallidi nostalgici. Un episodio persecutorio che sicuramente ha segnato la mia vita.

Elsa Piperno

Per tre anni fui costretta a smettere di danzare, non ci riuscivo, e non oso pensare a cosa poteva diventare la mia vita. Per fortuna la mia passione e determinazione mi hanno portato a superare il grave choc e tornare alla danza, l’amore della mia vita. Ho potuto così vivere la carriera che ho avuto.

Se ho voluto oggi raccontare questa mia terribile esperienza è proprio per far riflettere e cercare di far comprendere che è essenziale essere sempre vigili e soprattutto prendere coscienza che “ciò che è stato, può ritornare se non lo si conosce e non lo si fa conoscere“.

—————————–

*GP. Il Collega, Autore del “pezzo”, mi perdonerà se entro, non “a gamba tesa” ma in puta di piedi, solo per aggiungere un giudizio espresso su Elsa da una delle più grandi critiche di danza di tutti i tempi nel nostro Paese, Vittoria Ottolenghi. “Si è trattato di una scelta (ndr. quella di dar vita in Italia alla scuola di danza moderna) non solo estetica, ma ideologica e, in qualche modo, perfino politica. La cultura prescelta è stata quella della  “modern dance” americana, incentrata sui problemi della donna e dell’uomo contemporanei“. Le parole della Collega ed amica Vittoria Ottolenghi fotografano in poche battute la grandezza della mia carissima Amica Elsa, per me “la vera ed unica leonessa della danza moderna italiana“.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.