Il Padre Peppe, l’elisir di lunga vita

Nocino della tradizione altamurana

Rocco Michele Renna

Arriva giugno e la calura estiva comincia a farsi sentire nelle aride lande murgiane, ma nella città di Altamura fervono i preparativi per un evento speciale che coinvolge tutte le famiglie, “il Padre Peppe!”

Oggi San Giovanni Battista. Auguri di buon onomastico a tutti coloro i quali si chiamano Giovanni e Giovanna. le noci sono al punto giusto, ancora nel mallo verde, sono buone per la preparazione del Padre Peppe, liquore inventato da un frate, la cui ricetta è stata brevettata da una famiglia di Altamura, proprietaria di un liquorificio. Cosa sarà mai questo Padre Peppe?

Il “Padre Peppe” digestivo dell’Alta Murgia, composto solo di noci verdi e poche spezie, è uno dei simboli di Altamura e delle sue tradizioni.

Prende il nome dal suo inventore, un frate altamurano di nome Giuseppe Ronchi, vissuto tra la fine del 1700 e l’inizio 1800. I frati, sempre alla ricerca di nuovi metodi curativi, crearono molti dei digestivi che ancora oggi consumiamo e apprezziamo. La sua ricetta, in seguito fu raffinata e brevettata da una pasticceria-caffetteria: i “Fratelli Striccoli” situata nel centro storico di Altamura.

Quasi tutte le famiglie di Altamura si sono tramandate la ricetta, ognuno con il proprio segreto. ognuno con il proprio trucco, anche le monache di clausura, del Monastero di S. Chiara, lo producono e lo vendono, la loro versione è molto più casalinga rispetto alla versione dei “Fratelli Striccoli”.

Chiunque possieda un albero di noci non dorme sonni tranquilli in questi giorni, sapendo che potrebbe essere depredato, per creare il mitico “Padre Peppe” ed è pur vero che è. comunque. una grande occasione di socializzazione questo Padre Peppe, perché oggi ci si incontra e l’argomento principale è: hai messo le noci sotto lo spirito (alcool per liquori)? Se non ne hai. te le presto io e magari tu mi presti il torchio a Natale, tu come lo fai? Eh ma la mia ricetta è la migliore…e così via.

Eh sì… dato che si va a pressare tutto il composto con un torchio e si filtra, originariamente il torchio, nelle case di Altamura, lo possedevano solo le famiglie più abbienti che lo davano in prestito alle famiglie più povere, praticamente faceva letteralmente il giro del paese. Ed era una altra occasione di socialità.

Ma, non indugiamo oltre che San Giovanni passa subito, vi regalo la mia ricetta personale del Padre Peppe, nella mia famiglia da moltissimi anni…

Il Padre Peppe casalingo di Zio Rocco (nocino altamurano), procedimento e ingredienti:
Come vi ho già scritto Il Padre Peppe è fatto con le noci verdi, quelle che si vedono adesso sugli alberi, infatti la ricetta originale consta nel raccogliere 13 noci verdi per ogni litro di alcool, tra il 13 giugno (S. Antonio) e il 24 giugno (S. Giovanni), io lo faccio sempre a san Giovanni.

Una volta raccolte si tagliuzzano, indossando dei guanti perché macchiano tutto e non va via e si mettono a macerare in un contenitore chiuso ermeticamente con 1 Litro di alcool per liquori, 3 chiodi di garofano, 1 noce moscata (macinata) e 5 grammi di cannella in polvere (o una stecca di cannella intera). Lasciate a riposare in un posto fresco e buio, magari agitandolo ogni tanto.

A Natale, si va a spremere tutto il composto con un torchio e si filtra. Dopo averlo filtrato si aggiunge 400 (500 versione originale) grammi di zucchero sciolti a caldo in 700 g. (500 versione originale) di litro d’acqua ogni litro d’alcool. Lasciate ancora riposare per un mese, filtrate è il “Padre Peppe” casalingo è pronto.

Ottimo come digestivo il “Padre Peppe”, può essere bevuto come punch d’inverno, freddo sugli affogati e sul gelato o usato come liquore per dolci, avendo un intenso gusto di noci. Buon divertimento…

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