Consiglio di Stato boccia le proroga delle concessioni balneari

Per la giustizia amministrativa illegittime ed inapplicabili le concessioni prorogate al 2033 del governo giallo verde e la legge del Governo Meloni 14/2023.

La redazione

L’Italia, per le concessioni balneari, è sottoposta a procedura d’infrazione dal 2020. Tutto messo sistematicamente a tacere o fatto passare nel dimenticatoio dal tritacarne mediatico. In altre parole i concessionari degli stabilimenti balneari sono gli unici col fitto (canone di concessione) ridicolo e bloccato e le concessioni rinnovate tacitamente da una vita, l’Unione europea ci sanziona e mentre i balneari si arricchiscono sui cittadini italiani gravano i costi delle violazioni alle regole europee.

La sesta sezione del Consiglio di Stato ha stabilito: “La proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato“.

Di conseguenza non solo ” le norme della legge di bilancio per il 2019 del governo Conte che allungava le concessioni al 2033, ma anche le nuove norme del Milleproroghe del governo Meloni (legge 14 del 24 febbraio 2023) vanno disapplicate da qualunque organo dello Stato perché contrarie alla direttiva Ue, la cui inosservanza dura da anni e ha posto l’Italia sotto procedura d’infrazione già dal 2020″.

Violazione palese, dunque, dalle direttiva europea Blolkestein, che a prescindere da altro, fa rinunciare lo stato a entrate significative, tanto paga pantalone, cioè noi.

Ma gli affari sono affari e le mancette elettorali pure, per cui il leghista Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato. commenta: “La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende. I giudici già nel 2021 avevano preannunciato che qualsiasi proroga successiva alle concessioni balneari sarebbe stata considerata da loro priva di efficacia. Noi però rivendichiamo la norma introdotta con la conversione in legge del Milleproroghe e il diritto del Parlamento a legiferare. A maggior ragione dopo questo pronunciamento, invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste. Una volta che avremo chiaro il quadro di quanta parte del litorale italiano è attualmente occupato e quanto invece rimane libero, potremo dimostrare alla Commissione europea che ci sono gli spazi per consentire l’ingresso di nuovi concessionari. Cioè, che le coste italiane non possono essere considerate una risorsa scarsa e, di conseguenza, le concessioni demaniali marittime non rientrano nella direttiva Bolkestein. Questa è la battaglia politica che la Lega si è sempre intestata in Italia e in Europa e continuerà a farlo, invitando anche gli alleati di governo a fare altrettanto, coerentemente con gli impegni presi in campagna elettorale. Non vogliamo una semplice proroga, ma una soluzione definitiva a questo problema, che da anni affligge circa 30 mila imprese e che non offre un quadro normativo chiaro di riferimento nemmeno ai Comuni”.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. ha recentemente inviato una lettera il 24 gennaio ai presidenti di Camera e Senato al momento della firma lella legge 14/2023, lo scorso 24 febbraio, esprimento “specifiche e rilevanti perplessità” in quanto la Corte di Giustizia europea “ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni” che “sono difformi dal diritto dell’Ue, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia con il Pnrr”.

Piaccia o no questo è divenuto in breve un Paese di ricchi privilegiati e di poveri massacrati.

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