Il Caffè con il lettore

Delmastro, pupillo della Meloni sulla graticola non solo mediatica.

Gianvito Pugliese

Promissio boni viri est obbligatio”. Proverbio del tardo medioevo secondo cui “la promessa di un uomo onesto è [per lui] un’obbligo da adempire“. Oggi si usa maggiormente l’equivalente sbrigativo “ogni promessa è debito“. Ieri ho aperto il caffè … col rinvio del caso Delmastro-Cospito, per far spazio alle opinioni di Draghi sull’Europa e la promessa che l’avremmo trattato oggi. Detto fatto; sarà perché non sono un politico?

Partiamo care e cari commensali del mio caffè da Il Giornale che titolava un paio di giorni fa “Partito l’assalto: Delmastro rinviato a giudizio per Cospito” autore Lorenzo Grossi, quello stesso Collega che ha scritto, sempre su Il Giornale il da me criticatissimo articolo “Dopo gli insulti, ora Augias ritorna subito in Rai” .

Se in quella occasione i giudizi insulsi, su un grande del giornalismo, mi hanno indignato ed indotto a rispondere per le rime, anche molto duramente, oggi, con l’onestà intellettuale, che è il primo indispensabile pregio di un buon giornalista, riconosco ad un Grossi, davvero diverso, un certo equilibrio e parecchia verità nella ricostruzione e nella narrazione dei fatti. Certo, poi emergono in qualche momento i vizi del giornalismo di parte e del giornalista politicizzato, quello è il giornale di Sallusti e non cambia di una sola virgola. Perché dovrebbe cambiare, mi e Vi chiedo? Vittorio Feltri, già direttore de il Giornale, dichiarava ieri, ad Affari Italiani, di prendere da Libero uno stipendio di 28mila euro netti mensili, tant’è che ha comprato a sua moglie sette appartamenti negli ultimi anni. Nella galassia dei giornali di destra che contano Il Giornale, Libero e La Verità (due su tre, direttamente o per vie traverse della famiglia Berlusconi) i soldi abbondano e gli stipendi d’oro -loro beati- pure. Spezzata la lancia a favore di Grossi, “un atto dovuto” scriverebbe un magistrato, andiamo ai fatti.

L’avvio non è proprio condivisibile, anzi. Aprire con “L’offensiva delle toghe contro il governo è ufficialmente iniziata”, a pochissimi giorni di distanza dalle rivelazioni di Guido Crosetto che aveva detto di essere al corrente “riunioni di una corrente della magistratura” in cui si dibatteva di come “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”, arriva infatti il rinvio a giudizio per Andrea Delmastro delle Vedove”. A me Michele Campione, “il giornalista di Puglia”, come recita il titolo del suo premio di giornalismo voluto dall’Ordine di Puglia, ha insegnato a raccontare ai lettori prima i fatti ed eventuali antefatti, poi esprimere la propria opinione, che però non deve condizionare il lettore, ma lasciarlo libero anche di giungere a conclusioni diverse. Certo, ma noi eravamo insieme in un giornale libero ed indipendente, i signori di cui parliamo in tutt’altra situazione

Grossi prosegue: “Il sottosegretario alla Giustizia è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto al 41bis. La procura di Roma, nel corso dell’udienza preliminare di questa mattina, aveva chiesto invece il non luogo a procedere per l’esponente di Fratelli d’Italia, ma il gup di Roma Maddalena Cipriani ha deciso di mandarlo in dibattimento in aula, fissando il processo per il 12 marzo”. Il giudice, ci ricorda ha anche “respinto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata da quattro parlamentari del Partito Democratico”. Ed è preciso ed attento Grossi nel ricordare che: “All’udienza preliminare odierna si era arrivati dopo che scorso luglio il gip Emanuela Attura aveva disposto l’imputazione coatta non accogliendo la richiesta dei pm che avevano invece sollecitato l’archiviazione ritenendo l’esistenza oggettiva della violazione, ma che non ci fossero prove sull’elemento soggettivo ovvero che Delmastro fosse consapevole dell’esistenza del segreto”. Ricostruzione storica ineccepibile. Dopo alcune considerazioni ricorda che: “L’indagine giudiziaria era stata avviata dopo l’esposto presentato dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli in relazione all’intervento del parlamentare di FdI Giovanni Donzelli sulla vicenda Cospito“, che in aula aveva utilizzato l’intercettazione di un colloquio tra Cospito e detenuti per mafia, per imbastire un attacco da kamikaze alla Sinistra. Donzelli, non è stato certo un aquila: si è servito di atti coperti da segretezza ed ha inguaiato il suo compagno d’appartamento e di partito Delmastro che, era in possesso di quella intercettazione in quanto Sottosegretario al ministrero della giustizia, delegato se ben ricordo alle carceri e se ne era fatto sfuggire con l’amico i contenuti. Sembra che gli abbia, addirittura, passato il documento riservato, se è vero come è vero che Donzelli ne diede lettura in aula.

Poi Grossi s’imbarca in voli pindarici sulle insinuazioni di Crosetto, l’omone del dico e non dico, e chiude con una domanda: “È solamente il primo capitolo dell’assalto dei giudici all’esecutivo dopo l’ultimo weekend di fuoco“?

Ripeto ricostruzione corretta e veritiera dei fatti quella di Grossi. Ovviamente poi c’è la lettura che ne da, che è differente dalla mia, ma è pur vero che io dirigo un giornale libero, e Grossi scrive per Il Giornale di Sallusti, che ripeto non si è iscritto alla libera stampa ma a quella di parte, in questo caso della destra.

Fatico a capire perché io debba leggere un giornale che non mi racconta i fatti come stanno. Se ogni popolo ha il governo che si merita, ogni lettore ha il giornale che si merita. I lettori di destra, tutti, vogliono notizie edulcorate che dimostrino e comunichino che questo governo e questa maggioranza, che stanno portando il Paese allo sfacelo, a cominciare da essere fanalino di coda in Europa e alleato del solo Orban, in verità più suddito che alleato, è in realtà le sette meraviglie del mondo e presto porterà l’Italia alla conquista della Luna e di Marte.

In chiusura mi e Vi chiedo: “E’ un virus o un batterio, quello diffuso nella destra per cui i leader si fregano a vicenda qualche elettore, con variazione dei sondaggi solo all’interno della coalizione, senza conquistarne uno che sia uno nuovo, mentre i loro giornali si disputano al coltello i lettori”? Poi ricordo che politica o giornalismo, senza valori è solo commercio, che è fatto così e tutto è business dove impera incontrastata la legge della domanda e dell’offerta”.

Allargo lo sguardo e mi accorgo che il virus o il batterio della sleale concorrenza si diffonde ovunque a partire da industriali, commercianti e professionisti. Oggi siamo arrivati a scoprite il distruttore della società reale e del progresso. E per favore non mi raccontate che il contagio l’ha portato il solito pipistrello cinese.

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