Il caffè con il lettore

Agricoltori indiani in rivolta. La polizia blinda la Capitale e cerca di disperderli coi lacrimogeni. Poi media.

Gianvito Pugliese

Care/i ospiti del caffè… oggi è di prammatica, come lo smoking alla prima della Scala, uno sguardo in India dove la tensione tra governo ed agricoltori è arrivata a livelli stellari. Avrei preferito, e penso anche Voi, l’esilarante India di “Sobo un fenomeno paranormale”, pellicola di Sergio Corbucci con uno strepitoso Alberto Sordi, ma ci tocca un India assai diversa.

L’immagine di copertina mostra un’autentica marea di lavoratori agricoli che marcia, o forse marciava, pacificamente verso Nuova Delhi che la polizia indiana ha letteralmente blindato con ingressi sbarrati e protetti da barricate ed gli altri controllati da uomini in tenuta anti sommossa.

Ma questa sarebbe stata una preoccupazione ed una ragione di contrasto a venire, da affrontare raggiunta la periferia della capitale, se la polizia non avesse sparato a raffica lacrimogeni verso la marea di agricoltori in marcia, cercando di disperderli. Gli agricoltori non si sono dispersi che in parte ed hanno reagito, in parte attrezzandosi di maschere antigas professionali (le usano quando irrorano i campi con anticrittogamici ed altro) e dotandosi tutti di bastoni e pietre, pronti a rispondere ad attacchi della polizia.

Una situazione di grande imbarazzo per il governo indiano, approssimandosi le elezioni politiche, previste per il prossimo maggio, costretto a confrontarsi con gli agricoltori che sono un influente blocco elettorale. Il primo ministro Narendra Modi pertanto non può permettersi di adottare le maniere forti in vista delle elezioni generali.

Il governo che fin da lunedì aveva fatto offerte di contratti quinquennali e di garanzia dei prezzi di sostegno per prodotti come mais, cotone e legumi, ha visto respingerle con decisione dagli agricoltori e dai loro sindacati. Costoro richiedono chiedono prezzi più alti garantiti dalla legge per i loro raccolti. Il governo sta gradatamente aumentando l’offerta ed i leader del movimento degli agricoltori hanno fatto sapere che la marcia verso la capitale si arresterà solo quando tutte le loro richieste saranno accolte.

Dopo i lanci di lacrimogeni che hanno messo in fuga dal gas pungente e dalle nuvole di fumo, parte degli agricoltori, molti si sono difesi indossando maschere mediche, si sono dispersi nei campi che attorniano il loro punto di raccolta su un’autostrada a circa 200 km (125 miglia) a nord di Nuova Delhi.

E da lì è ripartito stamane il raduno, dove oltre ad una massa ancor più imponente di partecipanti sono arrivati trattori, escavatori ed altri mezzi agricoli pesanti atti a rimuovere o aprire un varco nelle barricate costruite dalla polizia.

Il ministro dell’agricoltura Arjun Munda insiste nell’invitarli a colloqui col governo: “Dopo il quarto round, il governo è pronto a discutere tutte le questioni, come ad esempio i prezzi garantiti per i raccolti dei contadiniinvito nuovamente i leader degli agricoltori a discutere. Per noi è importante mantenere la pace“.

E la polizia, a sorpresa, ha inviato alcuni dei suoi più alti funzionari ad incontrare i leader della marcia per provare ad operare una mediazione tra governo e manifestanti.

I leader degli agricoltori, forti di oltre 10.000 persone e di 1.200 trattori e carri, radunatisi oggi a Shambhu, sono intransigenti e pongono come condizione sine qua non per tornare ai loro campi una copertura economica aggiuntiva da parte del governo per i cereali alimentari.

Al momento non risulta ancora che si sia trovato un punto di accordo, ma sembra che le posizione delle parti si siano alquanto ravvicinate.

Sembra un paradosso, confrontando le proteste in India con quelle a Roma o a Bruxelles, dove non è stato necessario l’uso della forza nonostante blocchi stradali con i trattori. E se Bruxelles è divenuta molto più malleabile verso gli agricoltori a Roma abbiamo assistito alla farsa del tentativo di fermarli opponendogli di aver mandato un pacco di pasta italiana su Marte.

Sai quando gliene poteva fregare ai nostri agricoltori. Ormai siamo davvero il Paese di Pulcinella. Carnevale da noi dura tutto l’anno.

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