Dibattito al Senato ed oltre.

Dalle Camere al Paese le misure del Governo che estende al 13 aprile le disposizioni già in vigore incarta dissenzi immotivati. Dalle regioni che chiedono più durezza a chi vuol riaprire a chi s’inventa altre proposte assurde. Viva l’Italia.

Confesso, cari lettori, ascoltare il dibattito al Senato o alla Camera non è che sia uno spettacolo edificante, ma il festival delle panzane e delle idiozie non è circoscritto a quei luoghi istituzionali. Si estende a macchia d’olio e sembra inarrestabile. Non parliamo dei social, stendiamo su loro un velo pietoso. E’ proibito, anzi severamente proibito, come si usa dire o scrivere sui cartelli, come se le proibizioni possano essere anche impartite “allegramente”, “leggermente” o ” spassosamente,” concordare con i suggerimenti della comunità scientifica e con i tecnici. Un tempo si sarebbe detto “con i saggi” – i pochi ancora in vita e lucidi questo maledetto Coronavirus sembra c’è li stia portando via uno alla volta -. Guai a condividere: la visibilità si va a far benedire e con questa quella manciata di consensi che nei sondaggi ci rende leonini. I voti reali poi sono altra cosa: tutti sembrano dimentichi che il partito di maggioranza relativa è quello del non voto. In realtà lo sanno benissimo e generalmente gioiscono perché l’astensione favorisce il voto di scambio, ma ne parleremo a tempo debito. Andiamo ai fatti. I primi due interventi al Senato sono stati della Senatrice Emma Bonino e di Matteo Renzi. La prima ha chiesto tamponi a tappeto per tutti coloro che lavorano. Moralmente ineccepibile, materialmente impraticabile. Vero che i Radicali, prima, e Più Europa, poi, non sono direttamente coinvolti con i tagli alla Sanità, visto che non sono in maggioranza, se ben ricordo, dal Governo Monti, che certo non la sostenne adeguatamente. Ma per avere tanti tamponi e analizzarli in tempi ragionevoli occorrerebbero, non solo tutti i laboratori italiani pubblici e privati attrezzati e monopolizzati ad hoc (ricordo però che altre malattie serie non si arrestano; non c’è il semaforo col verde perenne per il Covid-19 e sul rosso per diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, oncologiche e potrei continuare all’infinito). Uniti a quelli di tutta Europa messa insieme non so se basterebbero. I servizi essenziali occupano ed impiegano oggi più del 60% dei lavoratori, secondo stime attendibili, quindi almeno 15 milioni di individui. Ma la politica non era l’arte del possibile, secondo la definizione, universalmente accettata, che risale ad Otto von Bismarck. Ma tanto è nulla in confronto al Senatore Matteo Renzi per il quale ” dobbiamo stare chiusi in casa fino a Pasquetta? Bene. ma domani è la giornata dell’autismo. Pensiamo agli autistici che hanno bisogno di uscire. Rispettiamo la decisione del ministro Speranza, ma lui domani rifletta se non valga la pena di permettere agli autistici di poter uscire almeno per un periodo.” E fin quì è un’innocua caccia a qualche consenso tra gli sfortunati genitori, zii e nonni di quelle povere e spesso, a conoscerle, meravigliose creature, ma poi Renzi si supera. “Come gestire l’emergenza non può essere affidato solo ai virologi. La riapertura deve essere graduale e prudente ma deve essere strategica per non ripetere errori che ci sono stati. Non facciamo l’errore di dare ai tecnici il potere di decidere quello che tocca alla politica. Chi chiede di tornare a pensare ad una nuova normalità lo fa anche perchè nella gestione dell’emergenza gli italiani danno il meglio; ma tornare a una normalità è cardine della nostra democrazia“. Di queste tesi ci siamo qui recentemente occupati non unanimemente. Demagogia a quintalate a prescindere, nel rivendicare il primato della politica, da tempo qualitativamente infima, capace solo di negare sistematicamente la meritocrazia, circondarsi, e far espandere a dismisura, una burocrazia che ricatta e boicotta qualsiasi iniziativa che non porti “cospicui vantaggi” al tandem burocrate-politico, privilegiare i ricchi e potenti a danno dei poveri, le opulente regioni del nord-est a danno del sud, banche fradice a danno delle poche sane, manager corrotti ed incapaci in luogo delle imprese serie. Mi chiedo chi ascoltare dunque sul Covid-19 se non virologi ed epidemiologi e medici, forse idraulici, piastrellisti e carpentieri? In realtà la sanità (anche quella modello del lombardo-veneto) è in ritardo di almeno cinque anni nella formazione di medici ed infermieri professionali. E’ stata gestita, un poco dappertutto, privilegiando i nuovi edifici (mini grattacieli spesso cattedrali nel deserto) e sistematicamente demolendo la medicina di base. Sono i costruttori ed i palazzinari i destinatari dei fondi regionali per la sanità, gli unici veri consulenti-amici di chi decide, in una sanità regionalmente parcellizzata e che sta dimostrando tutta la sua fragilità. Solo che è bravissima a mascherarla con continui attacchi alle decisioni del Governo, su cui scaricare le proprie colpe inconfessabili. Gli appelli reiterati all’unità del popolarissimo Sergio Mattarella, anche quelli odierni, cadono sistematicamente nel vuoto. Evviva! Se non bastassero i Fontana, Zaia, Fedriga, De Luca (1 e 2) e Musumeci, a fomentare divisioni intollerabili basate sull’affermazione che i provvedimenti sono blandi, i Salvini, Meloni e Tajani fanno la parte di quelli che collaborano con Conte ed il Governo, certo “turandosi il naso” perchè Conte, non scordiamolo l’avevano da poco definito “un criminale”, frase che aveva scatenato applauso e standing ovation delle opposizioni e successiva edificante rissa da far concorrenza ai canali che trasmettono il professional wrestling, i loro vice nelle camere attaccano ciascuno per proprio conto il Governo reo dell’adesione all’Europa e di qualsiasi decisione presa a prescindere dai risultati. Viva l’unità nell’interesse del Paese.

Se è vero che abbiamo sentito proporre (da qualche leghista, ma non solo) anche la moratoria fiscale di un anno con totale abbuono delle imposte e tasse per quest’anno (splendida proposta secondo i cittadini più sprovveduti, che sono poi i più, ma con un piccolo, insignificante neo: poi chi li paga nel 2020 gli stipendi dei pubblici dipendenti, cioè medici, infermieri, soccorritori, pompieri, professori, poliziotti, carabinieri, guardie carcerarie, giudici -che se non indagano per i politici è meglio- operatori ecologici, autisti di mezzi pubblici? Fuori dalle camere non è che ascoltiamo proposte più serie. Gianni Crosetto, presidente dell’Aiad (l’associazione delle imprese di aerospazio e difesa) è categorico nel criticare il governo reo di aver dato i contributi per i cittadini e non alle banche. Infatti, le banche italiane hanno dato prove di tale capacità che affidare loro masse ingenti di fondi pubblici e farle lucrare sugli interessi è assolutamente loro dovuto. Ma Crosetto vive su un’altro pianeta, l’occuparsi di aerospazio l’ha proiettato in un altra galassia? Non ha visto titolari di catene di negozi chiuse elemosinare 50 euro per far mangiare i figli e non ottenerli. Se lo desidera gli mando le immagini pubblicate da diverse testata on line, che ovviamente puntano sulla reazione violenta. Una delle tante.

Io ho detto la mia. Voi, care lettrici e lettori, Cosa ne pensate. Scriveteci, desidero conoscere la Vostra opinione, il Vostro pensiero. Perchè no discuterne ed approfondire insieme.