Chi scende e chi sale: 29 marzo 2020.

Un vecchio proverbio recita: il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale. Ci si riferisce solitamente a chi cresce o cala a livello economico o di carriera. Qui è invece espressione di un giudizio che ne fa questa testata.

Gianvito Pugliese

Come ogni rubrica che nasce, ma come tutto nella vita e nella quotidianità, si è soggetti a verificare. modificare, tentare, se non di perfezionare, sarebbe presunzione, almeno di migliorare e saremo felici, care lettrici e lettori dei vostri giudizi e suggerimenti che saranno utilissimi allo scopo. Anzitutto, gradirei opinioni sulla periodicità. Ringrazio anticipatamente.

Salgono: 1) innanzitutto, i medici di Genova che hanno dimesso, guarita dal coronavirus, un’anziana di ben 102 anni, e un bravo a Luigi Contu, direttore Ansa, che ha diffuso la buona nuova. 2) Salgono Papa Francesco ed il Presidente Mattarella, per le rispettive dichiarazioni di venerdì scorso. 3) Sale Antonio Decaro, Sindaco di Bari: come Presidente nazionale dell’Anci. Ieri ha ottenuto dal Governo non solo una boccata di ossigeno (economico) per i Comuni italiani, ma soprattutto una sorta di delega ai comuni per intervenire nelle situazioni di più impellente necessità economica e sociale.

Scendono: 1) Matteo Renzi. Contrariamente a quanto sostenuto da tutta la comunità scientifica, compatta nell’indicare nell’isolamento volontario individuale e nella chiusura delle attività non indispensabili l’unica possibilità di contenimento nella diffusione del Covid-19, chiede di riaprire attività economiche e poco dopo scuole. Cerca, evidentemente, di far crescere il consenso per il suo partito di colonnelli senza truppe e tanto a scapito della salute pubblica. Non credo gli porterà bene. 2) Scende la sanità pubblica lombarda ed i suoi “eccelsi amministratori”. I medici di base del territorio compatti, attraverso l’Ordine professionale, parlano di “Caporetto della sanità pubblica lombarda” e sanno di cosa parlano. La carenza di dispositivi di protezione ai medici di base, esposti al contagio ed in prima linea, forse quanto se non più del resto della sanità, è emblematica. 3) Scende la Confindustria, che alla salute pubblica antepone il profitto dei rappresentati. I grandi (nel senso qualitativo, non quantitativo) industriali italiani avevano, e sia pure molto meno di un tempo, ancora hanno a cuore la qualità della vita ed, ovviamente, la vita stessa dei propri impiegati ed operai. Taranto, con la sua ex-Ilva, ci dice che non è più così. D’altro canto contano i numeri, mai progetti e qualità dei singoli e quello che sta accadendo è la triste conseguenza.