Kiev riguadagna ancora terreno. Ue serve risposta pronta ad attacco nucleare russo

Dall’inizio della terza decade di settembre l’esercito ucraino ha liberato dall’occupazione russa 93 località nel nordest del Paese

La redazione

Kiev (in copertina la Cattedrale) continua ad avanzare, la sua controffensiva non si arresta ed ogni giorno libera e conquista terreno nei territori occupati dai russi invasori. Le forze ucraine, dall’inizio della controffensiva, hanno liberato 93 tra città e villaggi “nel nordest del Paese, avanzando per oltre 55 chilometri nel territorio inizialmente occupato dalle truppe russe”, così lo Stato Maggiore ucraino. La controffensiva l’esercito ucraino ha portato a riconquistare oltre 2.400 chilometri quadrati di territorio.

Oggi peraltro, il Parlamento europeo, ha esortato “gli Stati membri dell’UE e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina ad aumentare massicciamente l’assistenza militare, in particolare nelle aree richieste dal governo ucraino” ed ha ricolto l’invito ai “Paesi UE e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina”. E lo stesso Parlamento Ue aggiunge:
Qualsiasi tentativo da parte della Russia di presentare gli attacchi ai territori occupati come un attacco alla Russia stessa, e quindi come motivo per un attacco nucleare è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina”.
Il Parlamento europeo in conclusione: “Condanna la mobilitazione militare in Russia e le misure che obbligano i residenti dei territori temporaneamente occupati dall’Ucraina a prestare servizio nelle forze armate o ausiliarie russe, un atto che la Quarta Convenzione di Ginevra vieta. Al fine di mantenere la stabilità nel Caucaso meridionale e nell’Asia centrale, i deputati chiedono inoltre un maggiore sostegno ai Paesi della regione che hanno subito un afflusso di cittadini russi, in particolare Georgia, Kazakistan, Uzbekistan, Armenia e Kirghizistan”.

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