Il mare ed altri racconti

Un libro affascinante su Taranto ed i tarantini

Maria Catalano Fiore

racconti di Augusto Ressa

Augusto Ressa, un personaggio poliedrico da conoscere ea apprezzare. Augusto è un architetto tarantino, laureato a Napoli che dopo una lunga e brillante carriera nei Beni Culturali, dove si è realmente speso per la tutela salvaguardia e soprattutto recupero di importanti monumenti in tutto il sud della Puglia, con vaste competenze tra le provincie di Taranto, Brindisi e Lecce.

Augusto va in pensione, ma non si possono lasciare a riposo tutte le sue competenze e conoscenze, quindi viene nominato all’Assessorato alla Cultura della sua amata Taranto. All’ Assessorato propone risanamenti nella zona storica, sul litorale, nei cantieri navali ecc….

Augusto è una persona solare, notevolmente preparata e sempre disponibile sia verso colleghi che verso studenti o studiosi che si approcciano in campo artistico e sociale. Indiscutibilmente ama Taranto, non si può non amare quella città anche se cosi inquinata e violata. Ama i suoi monumenti, le sue case, le sue stradine e la sua gente.

Augusto, chi lo conosce lo sa bene, è un grande affabulatore e narratore e questa sua capacità è stata trasposta in vari racconti. In questi giorni, in libreria una sua opera:

” Il mare ed altri racconti” Mandese editore

Questa sua ultima raccolta è una vasta carrellata di racconti su esseri umani, personaggi della sua città. Racconti di vita di lavoro, gioie e dispiaceri che si condensano tra queste righe. Il mare elemento portante di tutta la civiltà tarantina, dalle sue origini in poi, qui fa da “culla” ai lettori in una posa fluida come se scorresse a “pelo d’acqua” accompagnandoci dentro storie e mondi, anche intimi, che fanno affiorare pensieri, sogni e ricordi.

L’editore Antonio Mandese lo commenta così “Tra i desideri di chi vive a Taranto, c’è quello di veder rinascere la zona vecchia. Le strade, i vicoli dove è rimasta traccia di una vita che altrove si è autoreclusa nelle case, dietro schemi in cui abbiamo imprigionato i nostri figli impauriti, noi nel confronto con la vita vera, con i giochi di strada, con il rapporto necessario con i coetanei….” Riflettiamoci, a Taranto, come in altre città o paesi, ormai viviamo tutti così, la Pandemia ha solo acutizzato questa nostra assenza dal sociale, dal dialogare, dal vivere in un posto, non solo dormirci…..

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