I love Russia

Difficile in questi giorni trovare qualcosa da amare della Russia. Mimmo Loperfido ci riesce

Mimmo Loperfido

Non pensavo ci fosse tanta Russia nella mia Vita.
Da ragazzi spesso andavamo in vacanza nell’Europa dell’est. Più delle biondissime polski, corteggiavamo le russe, in apparenza algide, ma con gli italiani erano particolarmente disponibili; per capirci bastavano le mani e i gesti.
Mio padre amava le icone. Nel suo studio c’era una grande riproduzione della Trinità di Andrei Blumen. Quante volte ci ha ripetuto: “Se avessimo una icona fatta da quello lì, saremmo miliardari!“.
Durante i mondiali di calcio la squadra sovietica ci ha sempre incuriositi. Fra le altre cose nella hit parade degli inni nazionali vinceva sempre quello russo, subito dopo ci piaceva la Marsigliese e solo terzo il nostro Mameli. Inoltre, in quella squadra militava un mito: il numero uno, il Ragno nero, Lev Yašhin, ancora oggi il miglior portiere mai nato al mondo: oltre ad aver ottenuto il pallone d’oro, gli hanno persino dedicato un asteroide.
Al liceo il professore di lettere mi regalò un libro, Guerra e pace di Tolstoj. Mi scrisse una dedica: perché tu possa sempre ricordare che il pensiero degli uomini fa la Storia, poi ai libri tocca raccontarla, Per questo sono sacri e inviolabili.
Non amerò Putin, ma non rinuncerò mai alla cultura, alla storia e agli insegnamenti del suo popolo.