Giappone: effetti macrosismici e risposta del Paese al terremoto del primo dell’anno

Un’analisi approfondita del terremoto di magnitudo 7,6 e dei suoi impatti, con uno sguardo alla preparazione e risposta del Giappone.

Rocco Michele Renna

Il primo gennaio 2024, un terremoto di magnitudo 7,6 ha scosso la prefettura di Ishikawa, nella penisola di Noto, come vi abbiamo descritto in questo articolo: “Due forti terremoti colpiscono la costa centro-occidentale del Giappone“. Divenendo il più potente registrato in un secolo nella regione. Le onde sismiche hanno generato un maremoto che ha colpito alcune zone costiere, portando a una serie di eventi sismici successivi. Questo articolo esplorerà i vari aspetti del terremoto, secondo i geologi, dalle cause geologiche agli impatti macrosismici, concentrandosi sulla risposta del Giappone a questa emergenza.

  1. Il movimento della placca
    Il Giappone, situato lungo la “cintura di fuoco”, è un crocevia di quattro grandi placche tettoniche. La frequente convergenza e collisione di queste placche generano un’elevata attività sismica, con oltre 1.500 terremoti registrati ogni anno. Il terremoto di Noto ha interessato una faglia di 150 km, con la subduzione della placca dell’Amur sotto quella di Okhotsk, evidenziando la dinamica geologica complessa della regione.
  2. Il sollevamento del suolo
    La deformazione della crosta terrestre causata dal terremoto ha prodotto notevoli spostamenti. Secondo l’Autorità giapponese per le informazioni geospaziali (GSI), alcune regioni hanno subito uno spostamento laterale di 1,3 metri, mentre la penisola di Noto ha registrato sollevamenti del suolo di 3-4 metri. Questi cambiamenti hanno influenzato la linea di costa, rendendo inutilizzabili alcuni porti e causando danni significativi.
  3. Le onde di maremoto
    Il sollevamento del fondale marino durante il terremoto ha generato onde di maremoto lungo la costa occidentale del Giappone. Ordini di evacuazione sono stati emessi in diverse prefetture, coinvolgendo 62.000 persone. Le onde, in alcuni punti, hanno raggiunto i 4 metri di altezza, causando danni alle comunità costiere.
  4. Come ha risposto il Paese
    Il Giappone, dopo il terremoto e maremoto del 2011, ha implementato sistemi di allerta precoce più efficaci. La tempestiva comunicazione del terremoto del 1 gennaio 2024 testimonia l’efficacia di tali misure. Tuttavia, le continue scosse di assestamento hanno reso difficile il lavoro delle squadre di soccorso, che stanno cercando di recuperare persone intrappolate sotto edifici danneggiati. L’avvertimento di possibili repliche di magnitudo elevata ha sottolineato la necessità di rimanere vigili.
Nella foto è possibile osservare lo spostamento della linea di costa verso il mare a seguito del sollevamento del suolo. Si notino i frangiflutti in secco, che disegnavano la vecchia linea di costa. (Earthquake Research Institute, University of Tokyo)

In conclusione, il terremoto nella penisola di Noto ha evidenziato la vulnerabilità del Giappone a eventi sismici significativi. La preparazione e la risposta rapida del Paese hanno contribuito a mitigare i danni, ma l’importanza di continue misure di sicurezza e di un sistema di allerta precoce efficiente è più evidente che mai di fronte a una natura così imprevedibile e potenzialmente devastante.

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