Da Biden un ordine esecutivo per il diritto all’aborto

“Proteggere la nazione da agenda estremista”. In copertina Biden con la vice Kamala Harris

Gianvito Pugliese

Il presidente degli States, Joe Biden, ha firmato un ordine esecutivo per proteggere il diritto all’aborto, dopo che la Corte Suprema Usa aveva ribaltato la sentenza Roe v. Wade, che da quasi cinquant’anni disciplinava in America il diritto all’aborto delle donne.

Nell’apporre la firma ed emanare l’ordine esecutivo ha aggiunto che la decisione della Corte Suprema era stata “estrema” e “totalmente sbagliata”, e che “questa non è stata una decisione guidata dalla Costituzione, non è stata una decisione guidata dalla storia”. Biden è stato insolitamente durissimo nei confronti della Corte, affermando che “quello a cui stiamo assistendo non è stato un giudizio costituzionale, ma è stato un esercizio di puro potere politico”. Il presidente ha esortato gli americani a trarne le conseguenze e recarsi alle urne a novembre per dare al partito democratico la maggioranza anche in Senato e poter, così, trasformare la sentenza Roe in legge federale.

L’ordine non ha il potere di modificare il divieto di abortire negli stati che lo hanno già vietato o ne hanno limitato la possibilità di accedervi, ma aiuta le donne a capire quali diritti hanno e come accedere alla pratica dell’aborto negli stati che lo consentono.

Biden ha concluso: “Questo è il momento per proteggere la nostra nazione da un’agenda estremista che è antitetica a tutto ciò in cui crediamo come americani”.

Non c’è dubbio che le ultime due decisioni della Corte Suprema siano di matrice politica e di stampo talebano. Far tornare indietro il Paese di mezzo secolo sui diritti delle donne in tema di aborto e, mentre crescono in tutto il Paese le stragi, per mano di lupi solitari armati fino ai denti con armi da guerra, estendere il diritto costituzionale di possedere un’arma fino a consentire di portarsela legittimamente addosso anche in comizi o altre manifestazioni pubbliche, è giuridicamente, oltre che moralmente, disdicevole. Non c’è Paese civile al mondo che non distingua tra la detenzione di armi ed il porto delle stesse. Una “confusione” inammissibile. Iltutto integra, in realtà, un tentativo di far regredire il Paese in materia di diritti civili. Una delle tante forme di razzismo di un’America che non ha del tutto accantonato e condannato i linciaggi del klukluxklan tutt’ora rimpianti e definiti patriottici dalla parte più estrema della destra americana, impersonata da Trump ed dai suoi non pochi adepti, lobby delle armi in primis.

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