L’incredibile storia del “Calendario Romano”

Dai primordi all’Ordine gregoriano

Rocco Michele Renna

Il tempo, nei secoli, ha conosciuto molte sfaccettature e metamorfosi, ma pochi oggetti nel nostro quotidiano hanno subito tante trasformazioni quanto il calendario. L’evoluzione del nostro modo di misurare il tempo è una storia intrigante e complessa, e non c’è esempio migliore di questa trasformazione che l’incredibile storia del calendario romano.

La sua nascita è avvolta nella leggenda. Secondo la tradizione, il primo calendario romano fu attribuito a Romolo, il mitico fondatore di Roma. Questo calendario era basato su un sistema lunare e iniziava con il primo plenilunio di marzo. Aveva dieci mesi, ognuno di 30 o 31 giorni, per un totale di circa 304 giorni. Gli altri giorni non avevano un nome specifico e si trovavano alla fine dell’anno. I nomi dei mesi riflettevano divinità o concetti legati alla mitologia romana: Martius (dedicato a Marte), Aprilis (ad Afrodite), Maius (a Maia), Iunius (a Giunone), Quintilis, Sextilis, September, October, November, e December.

Tuttavia, questo calendario originale ebbe vita breve. Numa Pompilio, il secondo re di Roma, apportò delle modifiche sostanziali, aggiungendo due nuovi mesi alla fine dell’anno. Ma la vera trasformazione avvenne nel II secolo a.C., quando i Romani decisero di spostare questi mesi aggiunti all’inizio dell’anno. Gennaio diventò il mese di inizio anno, il mese in cui venivano eletti i consoli, coloro che davano il nome all’anno in corso. Questo cambiamento segnò un importante punto di svolta nella storia del calendario romano.

Tuttavia, il calendario romano era tutt’altro che stabile. Gli anni lunari non corrispondevano con l’anno solare, e c’era una discrepanza di circa 10 giorni tra il calendario e la realtà astronomica. Per risolvere questo problema, furono introdotti dei mesi aggiuntivi chiamati “mercedonii” che venivano aggiunti ogni due anni. Ma l’aggiunta di questi mesi non seguiva una regola fissa e alcuni pontefici massimi li inserivano in modo arbitrario per prolungare il proprio mandato.

La situazione divenne così caotica che quando Giulio Cesare arrivò al potere nel 45 a.C., il calendario era completamente fuori sincronia con le stagioni. La semina non avveniva più in primavera e la vendemmia non cadeva più in autunno. Giulio Cesare decise di porre fine a questa confusione e introdusse il calendario giuliano. Questo calendario stabiliva mesi di 30 o 31 giorni e includendo un anno bisestile ogni quattro anni, con febbraio di 29 giorni. Inoltre, per allineare il calendario con l’anno solare, il 46 a.C. durò ben 445 giorni, una correzione epocale.

Successivamente, l’imperatore Augusto ribattezzò il mese di Sextilis in “Augusti” in suo onore, mentre il mese Quintilis divenne “Iuli” in onore di Giulio Cesare. Tuttavia, nonostante queste modifiche, il calendario giuliano aveva ancora un piccolo problema: l’anno solare è in realtà di circa 365,24 giorni, quindi si accumulavano alcuni minuti di errore ogni anno.

Papa Gregorio XIII prese l’iniziativa di risolvere questo problema nel 1582. Con la bolla “Inter gravissimas,” decise che il 4 ottobre 1582 sarebbe stato seguito direttamente dal 15 ottobre 1582, eliminando così 11 giorni in eccesso accumulati nel calendario giuliano. Questa riforma diede origine al calendario gregoriano che ancora oggi utilizziamo.

L’incredibile storia del calendario romano è una testimonianza della nostra incessante ricerca di precisione nel misurare il tempo e di come la cultura, la scienza e la religione si siano intrecciate per dar forma al nostro modo di vivere e di organizzare la nostra vita quotidiana. Questo straordinario viaggio attraverso i secoli ci ricorda quanto sia importante preservare e onorare le nostre radici culturali mentre abbracciamo il futuro.

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