Un metereologo a palazzo Chigi

La politica italiana, più che da politologi, va osservata e commentata da metereologi. Paolo Sottocorona sarebbe ideale.

Gianvito Pugliese

Sentire le previsioni del tempo di Paolo Sottocorona è gradevole, almeno secondo me. Le foto in coda, semplicemente geniali.

Più che politologi la politica italiana, e non solo, la dovrebbero seguire e raccontare i metereologi che, coi cambiamenti climatici, sono i pù abituati a mutamenti e cambi di scena repentini ed imprevedibili.

Ieri, sull’immissione nei ruoli della scuola per completare gli organici prima della riapertura settembrina, tra Pentastellati ed Italia Viva da un lato e Partito Democratico e Leu (più corretto Sinistra Italiana + Articolo 1) dall’altro, volavano gli stracci. Concorso per esami-quiz per i primi, per titoli ed anzianità di servizio per i secondi. Entra in scena, chiamato, secondo il rituale della commedia dell’arte, Giuseppe Conte per mediare. Risultato: esami scritti e non quiz a settembre e, nella valutazione del concorrente, peso ai titoli didattici. Un colpo al cerchio, uno alla botte, accontentati i partiti, scontentati gli alunni e famiglie che, dopo un periodo come questo, con lezioni a casa per i privilegiati, in corso d’anno cambieranno docente, ammesso che nell’anno i risultati degli esami e graduatorie divengano definitivi e. con la burocrazia italiana. mi sembra una favoletta per far addormentare le creature, come chiamava noi nipotini, mia nonna.

Tuoni e fulmini, bombette d’acqua e venti furiosi su Atlantia ed i Benetton. Ed il novello Giove pluvio, in arte Cancelleri, dopo aver incassato dal suo ministero la risposta che il dossier scomparso era depositato in Parlamento e copia al Consiglio dei Ministri, dalla protezione civile fa arrivare il cessato allarme meteo. Ovviamente la manutenzione straordinaria per più di 14 milioni di euro è ferma, se i Benetton possano o meno godere del prestito garantito di 1 milione e spicci resta tra nubi, bianche e nubi nere, con gran giubilo dei lavoratori e ditte che su quelle manutenzioni facevano affidamento ed utenti autostradali che pagano pedaggi salati e pregano ogni volta che attraversano un ponte o costeggiano un burrone o una montagna. Non ci sono solo i crolli, ma pure le frane.

Alfonso Bonafede, che non è uscito benissimo dallo scontro con Di Matteo, magistrato dalla notevole credibilità, prova a lanciare la riforma delle toghe, o meglio la riforma del Csm, Consiglio Superiore della Magistrature, “che farà superare la divisione correntizia e consentirà la carriera esclusivamente meritocratica”. Indispensabile, invero, atteso che ormai le dimissioni di alti magistrati dall’organo di autogoverno della magistratura sono più numerose dei funghi dopo una pioggia, e torniamo al meteo e l’Associazione nazionale magistrati, dopo le intercettazioni svelate, rischia lo scioglimento. Certo il Csm è l’Olimpo della Magistratura ordinaria. Si è scordato Bonafede di citarli, i Colleghi accreditati di riferirlo, o i meritocratiti dell’ufficio legislativo del Guardasigilli di disciplinarli? Mi riferisco al Consiglio di Presidenza della Magistratura Contabile, di quella Amministrativa e di quella Tributaria, cioè i mini Csm dei rami separati ed autonomi della magistratura stessa. Forse me ne sono scordato io una, quella Militare. Intanto registro, seriamente, la positività, se andrà in porto, delle norme che prevedono la netta separazione tra politica e magistratura con il blocco delle cosiddette “porte girevoli”. Certa previsione di turbolenze, probabili tornadi, qualche tsunami, proveniente da nord e da quella parte dell’emiciclo parlamentare che ospita l’opposizione che, consapevole che introducendo la separazione delle carriere la si butta in caciara, anzi sicura rissa, lo farà senza alcuna remora, contando tra l’altro nel gioco di sponda con qualche partito della maggioranza, nuovo magari di costituzione ma non nuovo alla proposta. Come sia possibile non chiedetelo. Forse una puntata affidata a Piero Angela o Andrea Purgatori potrebbe svelare il mistero. Intanto, prescrizione e processi penali, mediaticamente più redditizi, dividono. Quelli civili, che interessano maggiormente cittadini ed aziende e durano un’eternità, non gli frega niente a nessuno, tranne ai succitati, che pare però non contino nulla. Mi ricorda il Marchese del Grillo: ” Perchè io so io e voi non contate un c………”