Aggiornamento da Hong Kong

Notizie sopraggiunte ieri in tardissima sera, in merito ai disordini verificatisi ieri ad Hong Kong, ci inducono. a qualche integrazione.

Gianvito Pugliese

Sarà colpa del fuso orario, sarà perché quando una folla oceanica di manifestanti viene dispersa con la violenza utilizzata ieri dalla Polizia dell’ex colonia britannica la confusione è inevitabile, ma le informazioni che circolavano, ed in base alle quali ho scritto erano frammentarie.

Anzitutto, gli arrestati sono stimati in oltre 180 e la Polizia ha presidiato fino a tarda sera i due luoghi della manifestazione pacifica, non autorizzata, che divieti e repressione violenta hanno trasformato in una guerriglia urbana. Il fatto che non sia stato reso noto dalla stessa Polizia l’esatto numero di fermati, Vi dice in quale conto le autorità di Hong Hong e, sopratttutto, quelle di Pechino tengano l’opinione pubblica e la stampa.

Ad alimentare la protesta, gettando benzina sul fuoco, le parole di ieri del Vicepremier Han Zheng, uno dei 7 membri del Comitato permanente del Partito comunista che gestisce i rapporti con l’ex colonia, secondo il quale le leggi oggetto del contendere non vanno sottostimata, ma “attuate fino alla fine”.  Di diverso tono il Ministro dell’estero Wang Yi, più conciliante, secondo il quale “L’eccessiva ingerenza straniera illegale negli affari di Hong Kong ha messo gravemente a rischio la sicurezza nazionale della Cina. In tali circostanze, un sistema giuridico e di meccanismi di applicazione a tutela della sicurezza nazionale della città è diventata una priorità urgente. Dobbiamo farlo senza il minimo ritardo” ed ha poi sottolineato che saranno apportati correttivi, dopo le proteste iniziate da giugno del 2019 contro la legge sulle estradizioni in Cina.

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