Trump fa causa al New York Times e a sua nipote per il reportage sulle sue tasse

Citati in giudizio anche tre reporter del prestigioso quotidiano

GP

Che Trump non sia nè un uomo colto, nè un essere rispettoso dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo è cosa nota, ha provato ad ironizzare anche sugli Oscar, ma l’iniziativa giudiziaria ultima è perlomeno singolare.

La causa intentata da Trump non solo riporta a galla qualcosa che dovrebbe desiderare sepolta per sempre. Trump aveva sempre rifiutato di rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, comportamento di per se riprovevole, ma soprattutto da parte di chi ricopre cariche pubbliche e deve essere necessariamente trasparente. Ed il rifiuto di mostrarle al congresso suscitò l’interesse dei reporter del New York Times che svolsero un’inchiesta pubblicandone i risultati.

I tre giornalisti, Susanne Craig, David Barstow e Russell Buettner  per quel reportage nel 2019 vinsero il Premio Pulitzer, il riconoscimento più prestigioso al mondo per un comunicatore.

La nipote è accusata di aver dato copia di quelle dichiarazioni ai giornalisti, testata ed autori del pezzo di aver agito per “vendetta personale” nei suoi confronti.

Manca solo la denunzia della Giuria del Pulitzer che ha dato la massima visibilità al reportage ed ai lettori dello stesso è la follia sarebbe completa.

Sembra che Trump non sappia cos’altro inventarsi pur di far parlare di sè e sia pronto finanche a rispolverare una storiaccia di un magnate dell’economia che, anzichè pagare le tasse, otteneva rimborsi dal fisco americano.

Trump non è certamente uno storico ed ha forse dimenticato che in Usa l’evasione fiscale è un reato parecchio grave. Fu la fine di Al Capone che per evasione fiscale finì in galera e vide sgretolarsi il suo impero criminale.

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