L’Ucraina: massima all’erta o distensione?

Se in occidente cresce la tensione e si teme un’azione militare russa, gli analisti del Cremlino sono cautamente ottimisti.

Gianvito Pugliese

Con buona pace del Freedom Convoy, che ieri si era conquistato la pool position delle notizie mondiali, più che altro spinto dai retroscena politici alle spalle degli sprovveduti manifestanti, l’attenzione è nuovamente monopolizzata dalla crisi russo-ucraina, che si presenta con notizie se si vuole anche contrastanti.

A rilanciarla, Jake Sullivan, consigliere nazionale per la sicurezza della White House, secondo il quale la Russia ha fatto arrivare al confine con l’Ucraina truppe più che sufficienti a lanciare una grande invasione. Ieri Washington ha invitato tutti i cittadini statunitensi a lasciare l’Ucraina entro 48 ore. Mosca ha, infatti, mostrato ulteriore insofferenza verso la diplomazia occidentale, irrigidendo le risposte e rilanciando le pretese.

Secondo Sallivan, l’attacco russo potrebbe essere avviato in qualsiasi momento e, quasi certamente, sarebbe preceduto da un attacco aereo. L’intelligenze statunitense, afferma Sullivan, è convinta che non sia da escludere un attacco mirato a raggiungere e conquistare Kiev, e che Putin potrebbe ordinare l’invasione prima della fine delle Olimpiadi di Pechino, e cioè del 20 febbraio.

Nessuno, comunque si sbilancia sul fatto che Putin abbia o meno, già dato quell’ordine.

Un funzionario della Casa Bianca e l’agenzia di stampa russa RIA rendono noto che Joe Biden e Vladimir Putin si sentiranno telefonicamente oggi. La TASS aggiunge che Putin oggi parlerà nuovamente anche con Emmanuel Macron.

Dal Pentagono filtra la notizia che la Casa Bianca ha ordinato l’invio in Polonia di altri 3.000 soldati in più, che si aggiungono agli 8.500 messi in stato di allerta e pronti a schierarsi ai confini europei.

Le immagini satellitari messe a disposizione della Casa Bianca da un’azienda commerciale statunitense, mostravano nuovi schieramenti militari russi vicino al confine con l’Ucraina.

Biden ha dichiarato alla NBC News che le cose in Ucraina “potrebbero impazzire rapidamente“.

Subito dopo Biden ha tenuto una riunione telefonica sulla crisi con i leader di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Polonia e Romania ed capi della NATO e dell’UE.

Unanime la risposta dei leader intervenuti. Preoccupati per il potenziamento militare della Russia al confine, sono propensi ad una soluzione diplomatica. Compiranno ogni sforzo coordinato per scoraggiare l’aggressione russa, pronti a imporre “conseguenze enormi e gravi costi economici” a Mosca se scegliesse l’escalation militare. Così la Casa Bianca ha riassunto la telefonata.

Il ministero degli Esteri russo ha affermato che i paesi occidentali, sostenuti dai media, diffondono false informazioni depistando l’opinione pubblica dalle proprie azioni aggressive.

Anche il primo ministro britannico Boris Johnson, insieme a poche altre nazioni, ha invitato i cittadini inglesi a lasciare l’Ucraina.

Ha insistito su “un pesante pacchetto di sanzioni economiche pronto a partire, se la Russia dovesse prendere la decisione devastante e distruttiva di invadere l’Ucraina“.

Un'immagine satellitare mostra un campo tendato e attrezzature all'estremità meridionale della base aerea di Oktyabrskoye, Crimea, 10 febbraio 2022. 2022 Maxar Technologies/Handout via REUTERS
Un'immagine satellitare mostra un primo piano di truppe e attrezzature alla base aerea di Oktyabrskoye, Crimea, 10 febbraio 2022. 2022 Maxar Technologies/Handout via REUTERS
Un'immagine satellitare mostra un campo tendato e attrezzature all'estremità meridionale della base aerea di Oktyabrskoye, Crimea, 10 febbraio 2022. 2022 Maxar Technologies/Handout via REUTERS
Immagini satellitari delle truppe russe al confine

All’appello di Biden e Jhonson hanno fatto eco Giappone, Lettonia, Norvegia e Paesi Bassi che invitano i loro cittadini a lasciare immediatamente l’Ucraina. Israele ha fatto sapere che era in corso l’evacuazione dei parenti del personale dell’ambasciata.

Mosca ha affermato che le risposte dell’UE e della NATO alle sue “richieste di sicurezza” sono solo “mancanza di rispetto”.

Il Segretario di Stato Antony Blinken: “Siamo in una finestra in cui un’invasione potrebbe iniziare in qualsiasi momento e, per essere chiari, ciò include durante le Olimpiadi. Continuiamo a vedere segnali molto preoccupanti dell’escalation russa, comprese nuove forze in arrivo al confine ucraino”.

Aumentano i prezzi dell’oro e del petrolio mentre sono generalmente in ribasso le azioni quotate in borsa.

La Russia oltre ad aver ammassato più di 100.000 soldati al confine con l’Ucraina, questa settimana ha avviato esercitazioni militari congiunte in Bielorussia ed esercitazioni navali nel Mar Nero.

Mosca nega di voler invadere l’Ucraina, ma afferma di essere pronta ad intraprendere un’azione “tecnico-militare” non specificata, se le suue richieste non saranno accolte,

 L’alleanza UE e NATO ha risposto questa settimana a nome dei loro Stati membri.

Ma il ministero degli Esteri russo vorrebbe risposte individuali da ogni paese. La risposta collettiva “è un segno di scortesia diplomatica e mancanza di rispetto”. Ma i colloqui a quattro a Berlino tra Russia, Ucraina, Germania e Francia non hanno prodotto progressi.

A fronte di questo che sembra finora, se non un bollettino di guerra, l’anticamera dello stesso, due analisti di stanza a Mosca, specializzati nella decifrazione dei segnali del Cremlino, propendono per ritenere che i commenti di Putin, dopo ore di colloqui con Emmanuel Macron, fanno intendere che sia seriamente intenzionato a negoziare.

Andrey Kortunov, capo del Consiglio per gli affari internazionali della Russia concorda con gli analisti: “Ovviamente (ndr. Putin) si attiene alle sue posizioni, ma non ho l’impressione che sia in vena di escalation. Probabilmente non parleresti a un avversario per sette ore se volessi solo fargli una predica e chiudere la partita“.

Tra i più attenti osservatori si diffonde un “cauto ottimismo”. E a noi non resta che sperare che loro abbiano ragione e che tutto si sgonfi con la stessa rapidità con cui è arrivati alla situazione odierna.

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