Appuntamento telefonico tra Biden e Putin

Ma la tensione al confine, e nel mondo, cresce a dismisura.

Gianvito Pugliese

E’ innegabile. Per quanto Putin possa esserci poco simpatico, di certo eviteremmo di fare una partita a carte con lui. Troppo abile ed indecifrabile per sceglierselo come avversario. Ho appena dedicato l’articolo di apertura di questo sabato 12 gennaio ad una analisi, spero esaustiva, della cisi russo-ucraina.

In brevissima sintesi, se in occidente si agisce come se l’invasione dell’Ucraina debba essere imminente, i più raffinati e scafati conoscitori del Cremlino leggono nelle mosse di Putin il “non voler andare oltre” e, al momento, fermare l’escalation per poi farla regredire. Certo, c’è l’abisso tra chi si sta chiedendo con insistenza se Putin abbia o meno già fissato il giorno e l’ora dell’invasione e chi pensa che stallo e minaccia di sanzioni stiano sfiancando il leader russo.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo omologo russo Vladimir Putin parleranno per telefono oggi, mentre le nazioni occidentali hanno avvertito che una guerra in Ucraina potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Putin aveva proposto di sentirsi lunedì prossimo, ma ha ceduto all’insistenza su oggi di un Biden, dichiaratamente preoccupato di un attacco militare russo all’Ucraina.

Nella notte, per noi, questa mattina, per loro, anche Australia e Nuova Zelanda hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare l’Ucraina.

Mosca continua a sostenere, a dispetto dell’evidenza, che i militari radunati al confine, oltre centomila, siamo solo una mossa difensiva per prevenire l’aggressione degli alleati della NATO. Washington ha appena affermato che l’invasione russa, preceduta da un probabile attacco aereo, potrebbe verificarsi in qualsiasi momento e, comunque prima del 20 febbraio, giorno di chiusura delle Olimpiadi di Pechino.

Putin, che vuole a tutti i costi riaffermare la sua egemonia in Europa post Guerra Fredda, chiede a Biden d’impedire l’ingresso di Kiev nella NATO e di ritirare tutti i missili schierati nei paesi Nato vicini ai confini della Russia.

I tentativi dei partner occidentali, anche congiunti, di convincere Putin a disinnescate la mina vagante, sono stati vani e Biden, che telefonerà dalle montagne di Camp David, nel Maryland, è convinto che solo un, pur virtuale, faccia a faccia con Putin possa essere decisivo per una soluzione.

Le due telefonate a dicembre tra Biden e Putin non hanno fatto compiere decisivi passi avanti, ma hanno aperto la strada ai colloqui diplomatici tra i rispettivi collaboratori più stretti. Un passetto avanti, ritiene Biden, mentre I colloqui di avantieri a quattro a Berlino, tra Russia, Ucraina, Germania e Francia non hanno segnato alcun progresso.

Oggi Putin dovrebbe trascorrere il suo sabato a telefono. Dopo Biden, sostiene la TASS, si sentirà con Macron. Il colloquio, di persona col leader francese. l’ultima volta ha sfiorato le otto ore, la telefonata non sarà altrettanto lunga, ma di certo non brevissima.

Se per Jake Sullivan, consigliere nazionale per la sicurezza della White House: “Il rischio è ora abbastanza alto e la minaccia (ndr. d’invasione) è ora abbastanza immediata”; su Twitter, Dmitry Polyanskiy, vice ambasciatore russo delle Nazioni Unite accusa Washington di alimentare “isteria” e di aver dato la stura ad una “campagna di panico“.

Kiev cerca di contenere Washington quando afferma che un’invasione potrebbe essere imminente.

Antony Blinken, Segretario di Stato americano, dopo gli incontri con gli alleati occidentali, ieri ha dichiarato: “Il nostro sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina è incrollabile”.

Washington legge la rinnovata alleanza Russia-Cina come un tentativo di Putin e Jinping di “lavorare per indebolirci“.

Iil presidente cinese Xi Jinping dichiara che Pechino vede le mosse di Mosca riguardo all’Ucraina “legittime”, e Washington ha fatto sapere a Pechino di non aver gradito e che tanto compromette i colloqui di distensione e cooperazione economica in corso tra Usa e Cina.

Come finirà questa partita? Speriamo con un occidente impegnato a cooperare e migliorare il mondo partendo dal clima ed arrivando allo sviluppo dei Paesi poveri, a qualsiasi latitudine e longitudine si trovino. Lo so che, più d’uno, mi accuserà di utopia, ma vorrei vedere Von der Leyen, Biden, Putin, Jinping, Macron, Sholz, Iohnson e, perchè no, Draghi attorno ad un tavolo per concordare come far cessare tante guerre atroci fra fratelli diffuse a macchia d’olio, che oggi, invece, proprio i grandi Paesi produttori d’armi fomentano per arricchirsi, come arrestare il riscaldamento climatico e l’inquinamento, come dare a tutti i bambini, le donne e gli uomini di questo pianeta un livello di vita dignitoso. Ricordo a me stesso, prima che ad altri, che fino a quando un uomo dovrà vedere i propri figli morire di fame o di malattie curabilissime con un minimo di medicine, su questo pianeta non regnerà la Pace e solo la pace può darci prosperità.

Assurda questa chiusura mentre spirano venti di guerra. Forse a ben pensarci è l’unica conclusione che si può tirare dalla lezione di fatti e circostanze, talmente negative, con un mondo che trascura la lotta alla pandemia per beghe di confine, perché sul piano planetario sono solo beghe da cortile, D’altronde si cresce purtroppo nel dolore, mai nella gioia.

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