Letta attacca Salvini

Le prime mosse sulla scacchiera della politica del neo segretario Pd.

GP

Vi confesso, mie care lettrici e lettori, che attendo con curiosità i risultati non tanto del primo, quanto del secondo sondaggio sulle propensioni al voto per verificare se l’elezione plebiscitaria di Enrico Letta a Segretario Nazionale del Partito Democratico consentirà al partito di riprendersi il consenso perduto con le dimissioni di Nicola Zingaretti e rastrellare magari qualche altro punticino. Non mi aspetto, ovviamente, cambiamenti epocali, l’Italia è un Paese con strane tradizioni. Il dualismo di sempre a cominciare da Coppi-Bartali ce lo siamo assurdamente portato in politica, In qualsiasi Paese europeo il minimo scandalo che coinvolge un politico è ragione di immediate dimissioni ed irreversibile ritiro a vita privata, permettetemi di ricordarvi il caso della ministro finlandese Katri Kulmuni. Da noi è esattamente il contrario o, se preferite l’opposto. Improvvisamente, quando oggetto dello scandalo è un proprio uomo, i giustizialisti per credo politico, definizione e vanto elettorale, divengono improvvisamente garantisti, garantendo si qualcosa, ma solo l’intoccabilità del proprio adepto fino a sentenza definitiva (ed anche oltre), ovvero mediamente una quindicina d’anni, salvo prescrizioni. E qui andrebbe aperta una parentesi: c’è e che un comune imputato se ne serva è normale, ma chi riveste cariche pubbliche o esce intonso dal processo o deve fare altro. Alla prescrizione il politico-imputato o rinuncia per provare la propria innocenza o dovrebbe fare altro. Pura teoria in Italia, se facciamo l’elenco di coloro che ne hanno beneficiato e sono ancora lì dov’erano facciamo notte.

Torniamo ad Enrico Letta. Dopo aver dato a Salvini in pratica del quaquaraquà (tradotto: chiacchierone) “ha una idea su tutto e che dice la sua su tutto, esattamente il modello tipico italiano tutti ct della Nazionale, ma penso invece che la politica fatta così tutto sommato abbia fatto tanti danni. La pandemia ci ha dimostrato quanto sia importante fidarsi della scienza e di chi ha competenze e responsabilità di prendere le decisioni“. Il riferimento è al Salvini delle “mascherine inutili” etc, arriva l’affondo sulla Lega e l’Europa: ” ho visto Salvini fare la virata” sull’Ue ed essere ora tranquillamente su quelle posizioni….. E’ come se il Papa andasse a San Pietro e dicesse ‘cari fedeli vi devo dire una cosa che è rilevante ma non cambia niente, abbiamo scoperto che Dio non esiste, ma continuate a andare a messa’. Mi è sembrato che il ragionamento di Salvini sul programma Draghi fosse la stessa cosa: l’Europa non è la causa di tutti i mali come abbiamo raccontato per anni, ma facciamo finta di niente”.

Poi l’apertura ai pentastellati a guida Conte, rivendicando al Pd la leadership del centrosinistra che dovrà vincere le elezioni del 2013.

Un Letta colto, garbato come sempre, come lo conosciamo ed apprezziamo ma allo stesso tempo deciso, pronto a dare a Cesare ciò che è di Cesare in un periodo ed un Paese in cui l’ambiguità, soprattutto in politica, va di moda.

Ripeto, voglio vedere se il Pd si riprende o meno e per una risposta chiara ci vorranno un paio di settimane.

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