Il non matrimonio di Silvio ed i social

Eco: “I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli ……”

Gianvito Pugliese

Sono perfettamente convinto che l’articolo che sto per scrivere non mi renderà l’uomo più popolare al mondo e mi attirerà non poche antipatie. Pazienza, è lo scotto da pagare quando, nel mio mestiere, vuol essere sincero ed onesto con i tuoi lettori.

Lo abbiamo detto e scritto tante volte. Umberto Eco, nel 2015, durante la consegna di una laurea honoris causa, disse: “I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.

La definizione di Eco è la fotografia dell’edizione domenicale di Facebook. Non che gli altri giorni della settimana cresca il livello. Ma la domenica peggiora. E peggiorare il già pessimo è diabolico. Andate a vedere, se non mi credete. A dirla tutta, prima di vederlo con i miei occhi, noi ci avrei creduto neanche io.

La guerra in Ucraina è una totale follia. Ieri il capo di stato maggiore russo indica una de escalation degli obiettivi, circoscritti al Donbass. Siamo al 7° cielo si trova l’accordo di pace. Lo smentiscono i fatti e gli attacchi respinti a Mariupol e le esplosioni a Leopoli. Poco dopo il Ministro della difesa russo alza la tensione e parla ai suoi ufficiali di “attivare difese nucleari”. Abbiamo dimenticato l’Afghanistan, ma li nell’ultimo anno sono morti di fame oltre 13.000 bambini. Il Covid-19 con le sue varianti, ieri segnava 73.357 nuovi contagi e 118 decessi e stiamo parlando della nostra Italia. Le vaccinazioni sono al palo e crescono in misura tragicamente risibile. Figliuolo se ne torna all’Esercito e la macchina si ferma. Il caro bollette (come il caro benzina alle pompe) ci toglierebbe anche quei pochi risparmi, se oramai non si fossero esauriti da tempo. Il governo si gioca se stesso, con la probabile fiducia, sull’aumento del 2% della spesa per armamenti, richiestaci dall’Europa (dalla Lega ai pentastellati, molti, troppi contrari).

In tutto questo bailamme cosa tiene banco su Facebook questa domenica? Ma le nozze, non nozze di Silvio Berlusconi e Marta Fascina, con tanto di dotte analisi, degne di Sigmund Freud, se la Fascina sia più affascinata dalle grazie di Silvio o dal suo portafoglio stracolmo. Non vi racconto dei preoccupatissimi, invero più cybernaute, che navigatori maschietti, sul futuro della Marta nazionale. Avrà la sua parte di eredità o finirà sul lastrico? Uno che sia uno, che abbia sollevato la questione più logica: ma una festa di nozze, senza notte che senso ha? Un coppia di poveracci si sposa e magari non ha i soldi per la festa, un rinfresco in casa alla buona (tarallucci e vino) e passa la paura. Questo si, ma il contrario perché? Giusto per creare un evento mediatico su un fatto che non c’è? Tanto i polli, come i pesci, abboccano sempre, sennò come farebbero a vivere alla grande, con audience da capogiro: “Il Grande Fratello”, “Amici”, “Uomini e Donne”, “L’Isola dei famosi” e finanche “l’Isola degli sfigati”? Scommettiamo che Forza Italia cresce di qualche decimale, il che val bene un pranzo offerto a tanti portoghesi di vocazione.

E non si sono ancora accorti del presunto baby puffo in arrivo. Quando scopriranno la boutade di Roberto Alessi imploderà Facebook e forse anche il suo patron Mark Elliot Zuckerberg.

Perchè non l’hanno scoperto? Ma è semplice: Facebook funziona a circuito chiuso, sono interdette, in verità non dall’azienda, ma dagli stessi fesbucchiani le fonti d’informazione attendibili e serie. Esagero? Avete mai contato i like di un virologo autorevole a confronto delle obiezioni del noto no-vax estremista che spopola sul social? Le notizie che circolano e prolificano sono generate ed alimentate dal circuito interno fino a farle divenire virali. Nulla di male se non fosse che in larghissima maggioranza sono fake news.

E la cosa ancor più strana è che fior di cervelli sono diventati Facebook dipendenti. Quotidianamente dispensano pillole della loro saggezza ad una esigua platea di loro ammiratori. Ennesimo circuito chiuso. E stendiamo un velo pietoso su quella massa di minus habens che a cinema, a teatro, ad un concerto, non fanno altro che consultare ossessivamente il proprio account per contare i like ricevuti. Siamo di fronte all’idiozia elevata alla massima potenza ed ad una preoccupante dipendenza. La manipolazione del cervello è dietro l’angolo.

La prova di quello che vi sto dicendo potete averla da soli. Provate a postare due messaggi diversi. Uno pieno di contenuti, costruito ed argomentato bene, necessariamente lunghetto. L’altro con buona domenica. Andiamo al mare o in campagna? E per pranzo pasta al forno o polpette? Confrontate i like ed i commenti, Il secondo batte il primo per 100 ad 1.

Questa è Facebook, ma è anche democrazia ed un potente mezzo di comunicazione e di potenziale conoscenza, sennò lo zar Putin non avrebbe sospeso i social occidentali, impedendone l’accesso al suo popolo, quei russi trattati dal Cremlino come buoi e che, a forza di nutrirsi della sola Propaganda di regime, stanno sviluppando la medesima intelligenza dei ruminanti cornuti.

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