I cinque miserabili.

In foto di copertina da sx, Tridico e Rosato. Una storia squallida e la solita eterna impreparazione ed ignavia. L’Italia dell'”io so io e voi non contate un ….”

GP

No! Non ci occuperemo quì nè dello stupendo romanzo di Victor Hugo, “I Miserabili” appunto, nè di altro fenomeno realmente significativo per il Paese. Sembra il titolo di un film, poi se di successo o meno lo decideranno le scelte del regista, del cast e tutto il contorno che conta, eccome. Non è neanche questa la via, ma solo cruda ed alquanto squallida realtà.

In Italia si è aperta la caccia all’uomo, al furbastro, a quello che ha minimo uno stipendio o una indennità di carica politico-amministrativa e si è “sgraffignato” il bonus di seicento euro, destinato ad alleviare le privazioni delle partite Iva, causa Covid-19. Tutto parte da una dichiarazione del Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in carica dal 14 marzo 2019. Cinque parlamentari e circa 2000 amministratori, tra regionali e di enti locali -comuni, provincie, aree metropolitane- hanno chiesto e qualcuno incassato il bonus partite Iva. Si scatena la caccia dei media ai 5, più alti in grado e più bassi in dignità e morale, che Tridico in nome della privacy assume di non poter rendere noti. Tridico è un rampante economista quarantaquattrenne, ma quando pure fosse giustificata la sua totale ignoranza giuridica, nel ruolo ricoperto dispone di giuristi a iosa, quindi, nessuna giustificazione. Perchè se io privato, modesto cittadino ho diritto pieno e totale alla privacy, ma la nota scampanellata salviniana ci ha dimostrato il contrario -privacy violata dal potente di turno, con conseguenze al momento pari e uguali a zero per il trasgressore- non così per i personaggi pubblici nei cui confronti la privacy si attenua fino ad annullarsi del tutto. Che un parlamentare abbia il diritto di rimanere anonimo -ed a cascata tutti i pubblici amministratori coinvolti- è assolutamente da escludere. Tra l’altro a Tridico la domanda giusta sembra non l’abbia posta -ma forse sono io poco attento- proprio nessuno: “ha denunciato il fatto alla competente autorità giudiziaria, unica preposta a valutare e decidere se ci sono indizi di reato o meno, e l’eventuale necessità di disporre opportuni accertamenti giudiziari? Ed i cinque -tre leghisti, un pentastellato ed un renziano- che nel frattempo sarebbero diventati quattro, il renziano, infatti, avrebbe detto Tridico a Rosato non c’era, si è perso, bho?

I salotti televisivi, spesso interessanti, in questo caso hanno fatto l’ulteriore danno di disinformare. Successo di rado nell’ottima la 7, ma ieri ad “in onda”, purtroppo, accaduto. Chi sia Sbarbi, lo sappiamo tutti, ma che ci debba dire se qualcosa è o no reato, è una vergogna, anzitutto per chi gli permette di sostenere pubblicamente corbellerie impunemente; stupidaggini urlate che comunque influenzano tanti, troppi telespettatori. Da quando è giurista? Chiedere il bonus, secondo Sgarbi, da parte di onorevoli non era reato? E, infatti, per ottenere il bonus occorreva dichiarare di non essere soggetto ad iscrizione in altra cassa di previdenza obbligatoria diversa dall’Inps. Ed i parlamentari non sono forse soggetti all’iscrizione obbligatoria alle rispettive casse pensionistiche della Camera e del Senato? Tutte le trattenute operate, anche sul suo stipendio di parlamentare, sono state fino ad ad oggi un abuso, inflitto alla povera Casta? Quella falsa dichiarazione l’hanno fatto quattro/cinque soggetti da emolumento mensile medio tra i 12 ed i 14 mila euro, per fruire indebitamente dei 600 euro. Miserabili è poco. Vanno denunziati e processati. Purtroppo, valgono anche per loro presunzioni d’innocenza e procedure in loro favore che non possiamo ignorare. Sono garantista da sempre, ma faccio fatica ad esserlo con costoro. Suscitano repulsione, insieme a chi ne difende l’operato.

Quello che viene fuori, purtroppo, è che, ancora una volta, si inseguono le briciole, mentre i faccendieri politici da milioni di euro girano indisturbati, riveriti e, con una protervia senza uguale, sentenziano su tutto e tutti. Meritocrazia: serve a questo Paese non quanto, ma assai più del pane, ma se a cominciare dai salotti televisivi o i forum dei giornali, il più impreparato coatto, sol perchè gradito all’editore o ai dirigenti, è costantemente ospite, per imperscrutabili ragioni, poi non tanto difficili da capire, come possiamo poi fare i censori delle medesime scelte tra gli amministratori pubblici di vertice? E non è che la burocrazia alla base stia tanto meglio.

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