Roma: Virginia Raggi si ricandida.

Virginia Raggi si ricandida. Non ancora superati tutti gli ostacoli.

GP

La prima cittadina della Capitale, la pentastellata Virginia Raggi ha annunciato la sua decisione-intensione di ricandidarsi a Sindaco di Roma. Lo ha fatto in una videoconferenza con i consiglieri comunali romani della maggioranza che sostiene il suo governo.

Non lo ha dichiarato, avventatamente, come alcuni giornali di parte avversa hanno insinuato, ma l’annuncio ha fatto seguito agli incontri con le “due anime” del Movimento, cioè Luigi Di Maio ed Alessamdro Dibattista, e dopo aver ottenuto il sostegno di Grillo, che precede l’annuncio con un sonetto in vernacolo, una sorta di endorsement ad un Raggi bis. Dal canto suo il reggente del Movimento, Vito Crimi, ha aperto “ad una riflessione ampia sulla permanenza del vincolo del doppio mandato per chi amministra.” Ci si prepara, secondo tradizione, a consultare la base sulla piattaforma Rousseau ed i notabili preparano le truppe alla risposta desiderata. Qualcuno griderà, anzi urlerà –per non smentire la tradizione– allo scandalo, alla coercizione della base, alla manipolazione del risultato. Altri ne scriveranno fiumi di considerazioni, essendosi ringalluzziti nel momento in cui è stato scritto dalla Giustizia che “in Mafia Capitale”, l’associazione mafiosa non c’era. Sì giusto, ma c’era -e son seguite pesanti condanne- l’associazione a delinquere, che non è che sia una medaglia all’onestà ed al valore civile, ed una serie di reati cosiddetti “minori”. Hanno gioito e giubilato, ma infondo è venuta meno solo un’aggravante “l’utilizzo del metodo mafioso” non provato dall’accusa. Tutto il resto ha retto. Non era “Mafia capitale”, giusto -il giudicato è tale anche quando non ci piace, non lo condividiamo, facciamo fatica a comprenderlo- ma “#Capitaleaffaridafogna” è stata provata ed è diventata anch’essa giudicato.

Tornando al discorso della consultazione della piattaforma Rousseau, non trovo nulla di scandaloso nel fatto che i leader del Movimento esprimano la loro opinione ed invitino i propri fans a seguirne l’indicazioni. Scandaloso -ed anche omertoso e farsesco- sarebbe, forse, l’inverso: ovvero capi corrente con la foglia di fico- dinanzi che “non si esprimono per non influenzare il risultato”. A proposito di fico, se il Presidente della Camera, Roberto Fico, si facesse sentire in proposito sarebbe interessante. Forse ero distratto io, ma non mi pare di averlo sentito.

Non desta meraviglia la risposta di Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, che Twitta: “La Raggi ha annunciato la sua ricandidatura promuovendo il suo operato. Nulla di personale ma noi diamo un altro giudizio. Roma merita di più e qualcosa di molto diverso da questi anni. Per questo il Pd lavora per costruire un progetto alternativo“. Come al solito titoloni, su terremoti, tsunami, e affini. Null’altro che la naturale risposta del maggior alleato di governo dei Cinque Stelle alle liste regionali, dove candidati comuni si son trovati solo in Liguria. Nelle altre regioni candidature anche contro governatori uscenti dello stesso Pd. La risposta era attesa e scontata.

Ora la parola alla base, ma il risultato della piattaforma mi sembra altrettanto scontato: Raggi avrà la deroga e potrà correre per il terzo mandato, e Crimi e co. ne trarranno spunto per ulteriori deroghe. Ci sono dirigenti del Movimento che, a norma di statuto, dovranno prossimamente fare i bagagli ed andare a casa ed i cinque stelle in questa esperienza di governo, prima con la Lega, poi col Pd ed altri, perlomeno a livello di vertice, hanno imparato che dei pochi che hanno maturato esperienza e capacità di mediazione e governo fare a meno equivale a suicidarsi o ad imitare Tafazzi fino alla consunzione.

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