Esproprio per le aziende straniere che lasciano la Russia

La Duma lavora alla legge, Norme boomerang. In copertina i marchi delle aziende in fuga dalla Russia

Gianvito Pugliese

Devo riconoscerlo, tanto le mie lettrici ed i miei lettori lo sanno meglio di me: non sono mai stato tenero nei confronti del nostro Parlamento. Quest’ultimo è svuotato di potere non tanto dal Governo quanto dagli stessi partiti. Che sia colpa del Governo ama farlo credere la propaganda dei partiti di opposizione o di quei partiti -che solo in Italia esistono- che pur stando al governo ed in maggioranza assumono spesso e volentieri atteggiamenti da oppositori oltransisti.

I peones, cioè la stragrande maggioranza dei parlamentari, non contano null’altro che numericamente per appartenenze. Loro voteranno solo quanto e quando deciderà il segretario del partito (o la direzione, dove vige una parvenza di democrazia). Ora vi pare che sono disponibili a farlo gente di qualità? No di certo. Non potendo far conto sulla loro preparazione inesistente, i partiti delegano la redazione dei ddl (disegni di legge) agli uffici legislativi competenti dei Ministeri da loro o da un loro Ministro controllati, se al governo, e uffici studi del partito, se all’opposizione. Il Parlamento è ridotto a notaio delle decisioni dei partiti, sia che si tratti di accordo, sia per scontrarsi ove torna utile.

Perchè gli italiani debbano pagar loro gli stipendi (e che stipendi) non è chiaro. Il “legislatore” tutt’è fuorchè un organo capace di legiferare.

Premessa indispensabile per aggiungere che ho trovato, finalmente, di peggio e sarò, dunque più tollerante nei confronti del parlamento italiano. Ho visto, infatti, la Duma, dapprima emanare la legge istitutiva di un nuovo reato, punibile con la reclusione fino a 15 anni, nel caso si usino in Russia termini diversi da “un’operazione speciale militare per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina”, chiamando l’invasione e la guerra col proprio nome, mentre ora si appresta ad espropriare le aziende straniere che si accingono a lasciare la Russia. Un’idiozia colossale, frutto avvelenato di una cultura di violenza, prevaricazione e sopraffazione, che è il putinismo.

La Duma è all’opera per varare in tempi record una nuova legge che consenta al Cremlino ed ai suoi tentacoli di prendere il controllo delle attività in Russia delle società occidentali che decidono di lasciare il Paese sulla scia dell’invasione di Mosca in Ucraina. Secondo il Cremlino si alza la posta per le multinazionali che cercano di uscire.

La legge, che si prevede entri in vigore in poche settimane, conferirà alla Russia ampi poteri per intervenire laddove c’è rischio per i posti di lavoro o l’industria locali, rendendo difficile per le aziende occidentali ritirarsi rapidamente, salvo subire un grosso colpo finanziario .

La legge per sequestrare la proprietà degli investitori stranieri fa seguito ad un esodo di società occidentali, come Starbucks, McDonald’s e il produttore di birra AB InBev  e aumenta la pressione su quelle rimaste

Cerca di porre un pannicello caldo all’economia russa, sempre più disastrata dalle sanzioni occidentali, che sta precipitano verso la recessione ed è già nel bel mezzo di un’inflazione a due cifre. 

L’italiana UniCredit, la banca austriaca Raiffeisen, il più grande marchio di mobili del mondo, IKEA, la catena di fast food Burger King e centinaia di aziende più piccole hanno ancora attività in Russia. Chiunque cercherà di andarsene dovrà affrontare questa rapina. Gli espropri s’indennizzano, diversamente sono furti o rapine.

IKEA, che ha già sospeso tutte le operazioni in Russia, dichiara di attendere gli sviluppi. Raiffeisen, sta valutando tutte le opzioni, inclusa un’uscita. UniCredit ha rifiutato di commentare così come Burger King.

Il disegno di legge prevede che Russia possa nominare amministratori di società di proprietà di stranieri in paesi “ostili”, che vogliono lasciare la Russia.

Mosca qualifica paesi “ostili” quelli che hanno imposto sanzioni economiche alla Russia: ergo a rischio qualsiasi azienda nell’Unione Europea o negli Stati Uniti.

La Commissione europea a sua volta ha proposto ieri di rendere un crimine (europeo) la violazione delle sanzioni dell’UE contro la Russia, attribuendo ai governi dell’UE il compito di confiscare i beni di aziende e individui che eludono le restrizioni contro Mosca.

Nel frattempo, con una mossa che spinge Mosca più vicina all’orlo del default, Biden ha annunciato che non avrebbe concesso la deroga per consentire alla Russia di pagare oltre la scadenza gli obbligazionisti statunitensi.

L’ex presidente Dmitry Medvedev, che ora è vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, sulle compagnie occidentali che se ne sono andate parla di: “I nemici che ora stanno cercando di limitare il nostro sviluppo e rovinare le nostre vite”.

Il disegno di legge prevede la Russia possa nominare l’amministratore per le aziende in cui almeno il 25% delle azioni sia in mani straniere “ostili”.

Il disegno di legge ha superato la sua prima lettura alla camera bassa del parlamento, o Duma, questa settimana, ma deve ancora affrontare altre due letture e una revisione della camera alta prima di essere mandato alla firma del presidente Vladimir Putin ed essere convertito in legge.

La Russia era già isolata e non interessava più gli investitori”, ha affermato Michael Loewy della Federazione delle industrie austriache. “Questa legge può solo peggiorare le cose”.

Una Russia all’angolo non si discute. Quando espropri un’azienda perdi automaticamente il suo mercato e la sua clientela. Ti resta in mano uno scheletro, nulla di più. Ed in cambio di questi scheletri, convinci definitivamente il mondo degli affari che, investire in Russia, equivalga a giocare alla roulette, ma appunto, quella russa.

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