L’Ucraina si prepara all’assalto russo, chiede maggiore sostegno

La guerra russo-ucraina giorno per giorno

La redazione

Oggi le forze armate ucraine si sono preparate a fronteggiare una nuova offensiva massiccia russa, mentre potenti esplosioni scuotono le città del sud e dell’est.

Tutto ciò mentre il leader austriaco viene ricevuto al Cremlino dal presidente russo Vladimir Putin per chiedere la fine del conflitto.

Volodymyr Zelenskiy, che continua instancabile a sollecitare sostegno internazionale ed ad incoraggiare i suoi connazionali, ha dichiarato che questa settimana sarà importante perle sorti del conflitto e carica di tensione.

Zelenskiy: “La Russia avrà ancora più paura. Avrà paura di perdere. Temerà che la verità dovrà essere riconosciuta. Le truppe russe si sposteranno verso operazioni ancora più grandi nell’est del nostro stato. Potrebbero usare ancora più missili contro di noi, ancora più bombe aeree. Ma ci stiamo preparando per le loro azioni. Risponderemo“.

Le sirene che avvertono di raid aerei stanno suonando da stamattina in tutta l’Ucraina.

Secondo lo stato maggiore ucraino: “È probabile che il nemico, al fine di interrompere la fornitura di merci ai luoghi delle ostilità, continuerà a colpire le infrastrutture di trasporto in Ucraina per distruggerle o disabilitarle“.

Continua l’offensiva russa per ottenere il pieno controllo della città di Mariupol, ormai distrutta per tre quarti, prendendo d’assalto una fabbrica siderurgica e il porto marittimo.

Il cancelliere austriaco Karl Nehammer (in copertina) oggi a Mosca avrà il primo faccia a faccia di un leader occidentale con il leader russo dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio.

Nehammer su Twitter “Siamo militarmente neutrali, ma (abbiamo) una posizione chiara sulla guerra di aggressione russa contro l’#Ucraina. Deve fermarsi! Ha bisogno di corridoi umanitari, cessate il fuoco e indagini complete sui crimini di guerra”.

L’invasione russa ha costretto all’emigrazione un quarto dei 44 milioni di ucraini. ha trasformato le città in macerie e fatto migliaia di vittime o feriti tra i civili.

Non è riuscita a conquistare nessuna delle principali città, ma l’Ucraina afferma che Mosca ha radunato le sue forze nell’est per sferrare una grande offensiva e ha esortato la popolazione civile a fuggire e mettersi in salvo dalla feroce rappresaglia russa contro gli inermi.

Potenti esplosioni si sentono a Kharkiv e a Mykolaiv, vicino al Mar Nero. Missili hanno distrutto l’aeroporto di Dnipro.

Zelenskiy rinnova appello alle potenze occidentali affinché fornissero maggiore aiuto alla difesa e punissero Mosca con sanzioni più severe, inclusi embarghi sulle sue esportazioni di energia.

Jake Sullivan. consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti: “Riporteremo all’Ucraina le armi di cui ha bisogno per respingere i russi e impedire loro di prendere più città e paesi“. 

Zelenskiy, che ha fiducia nelle proprie forze armate: “purtroppo non ho la fiducia che riceveremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Devono fornire armi all’Ucraina come se stessero difendendo se stessi e la propria gente. Devono capirlo. Se non accelerano, sarà molto difficile per noi resistere a questa pressione”.

Zelenskiy afferma di aver parlato al telefono con il cancelliere tedesco Olaf Scholz di ulteriori sanzioni, di maggiore difesa e sostegno finanziario per il suo paese. 

L’UE venerdì ha vietato le importazioni di carbone russo tra gli altri prodotti, ma non ha ancora toccato le importazioni di gas dalla Russia.

L’aumento delle vittime civili ha innescato una diffusa condanna internazionale e nuove sanzioni.

Ludmila Zabaluk, capo del dipartimento del villaggio di Dmytriv: “C’erano più di 50 morti. Gli hanno sparato a distanza ravvicinata. C’è un’auto dove è stato bruciato un ragazzo di 17 anni, sono rimaste solo le ossa. A una donna è stata fatta saltare in aria metà della testa. Un po’ più in là, un uomo che giaceva vicino alla sua macchina è stato bruciato vivo“.

Domenica la Banca Mondiale ha previsto che il PIL russo si contrarrà dell’11,2% quest’anno a causa delle sanzioni occidentali.

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