Bari: furto nella Basilica di San Nicola. Rubati oggetti da mani del Santo

Non c’è pase per il povero Sam Nicola

Gianvito Pugliese

Sarà che San Sabino, già patrono della città di Bari, non la prese proprio bene, quando furono portate a Bari le reliquie di un Santo di serie A come quelle del Vescovo di Myra, venerate da cristiani, ortodossi sia di rito greco, che di rito russo e finanche dai luterani.

Nel 1087, circa 62 marinai tra baresi e veneziani si impossessarono delle sue reliquie e le trasportarono a Bari, dove giunsero il 9 maggio. I marinai baresi, che durante ll viaggio di ritorno le sottrassero ai Veneziani, consegnarono il corpo al benedettino Elia, abate di San Benedetto, il quale edificò sul posto la Basilica del santo. Ma, anzitutto, non lo consegnarono integro. Infatti, a piazza San Marco accanto all’omonima basilica che una Chiesa dedicata a San Nicola (San Nicolò) in cui sono conservate la parte di reliquie sfuggire al furto dei marinai baresi a danno del loro complici veneziani (nel furto a Myra).

Sgombriamo anche il campo sul furto compiuto per profonda devozione dei marinai baresi e veneziani, All’epoca unico genere di turismo praticato era quello religioso, per cui avere in una città reliquie di un Santo “accorsato” era una benedizione: attirava pellegrini e con loro affari e denaro. Ed il defunto Vescovo di Myra era ed è secondo solo alla Madonna per numero di devoti. Se ne coglie la rilevanza economica. Poi le fake news per nobilitare “lo scippo” non sono mancate: la più nota la presunta lettera di una non meglio nota Marchesa di Myra che invoca di andare a salvare le reliquie dai saraceni in arrivo.

Sarà, invece, che qualcun ha preso alla lettera una frase ricorrente a Bari per dire a qualcuno di andare a rubare da un’altra parte e non a casa sua: “Va a robb a Sant Nicol” (Vai a rubare a San Nicola), sta di fatto che la notte scorsa intorno alle 4, ignoti si sono introdotti all’interno della Basilica di San Nicola ed hanno portato via quanto nelle mani della statua del Santo: il libro con tre palle d’argento e una croce in argento con alcune gemme e nell’altra mano, un anello in oro con alcune pietre. Rubata anche una collana reliquiaria, nonché il denaro nelle cassette delle offerte.

Il Sindaco di Bari (in copertina mentre prega il Santo), dalla mattina di ieri in quarantena, essendosi scoperto positivo. facendosi un tampone precauzionale. prima di recarsi all’inaugurazione del parco che ha preso il posto, nei pressi della stazione ferroviaria della fatiscente ex caserma Rossani, ha dichiarato:  “La notizia del furto di parte degli oggetti sacri della statua di San Nicola in Basilica mi lascia sgomento. Un atto non solo sacrilego ma fortemente offensivo per la comunità di fedeli e devoti nicolaiani e per la città di Bari, che intorno al messaggio del suo Santo patrono ha costruito gran parte della sua identità“. Ha poi concluso: “Aver sottratto i simboli più evocativi della vita e della missione del vescovo di Myra – significa aver ferito profondamente la città”.

Sono indeciso se augurare prima ad Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente nazionale dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani), pronta guarigione. Il mio vecchio amico Antonio è un uomo forte e sportivo, e tra due settimane, scommetto, lo vedremo a Palazzo di Città meglio di prima. Sarà costretto finalmente a riposare, cosa che gli impegni istituzionali gli impediscono da molto.

Auguro, anche, alle forze dell’ordine di scoprire presto gli autori del furto sacrilego, prima che la refurtiva finisca in mani diverse, di ricettatori molto più difficili da rintracciare.

Ma non per mettere la religione in secondo piano, ma per rispetto alla salute ed alla vita, che vengono prima di tutto l’ordine giusto mi pare questo. Anzi, anticiperei solo l’augurio che cessi immediatamente l’odissea del popolo ucraino, a cominciare dai bambini, dalle donne, dai vecchi. E non credo di commettere un errore, ma anche se fosse, ci sono abituato.

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