Zitoni con polpette al sugo

L’importante rito del pranzo della domenica, il sugo preparato per tempo, polpette fatte con amore, e gli immancabili Zitoni!

Nonna Camilla

Pranzo domenicale: Vi ricordate quando la pasta si vendeva sfusa? Io si, si comprava negli empori, drogherie o altro…era in armadietti con cassettoni, il gestore preparava un cono con carta blu, “u’ scatucc'”, la prendeva con la sassola e poi pesava sulla sua grande bilancia. Se ne prendeva quanta ne necessitava. Nei paesi soprattutto, dove tutti erano abituati alla pasta fatta in casa dalle esperte massaie, quella pasta “comprata” sembrava come qualcosa di prezioso. Oggi è tutto il contrario.

Non vi erano tanti tipi di pasta, spaghetti, linguine, pastina, ditalini….e poi per la domenica: gli Zitoni!

Zitoni n. 10 ! belli grossi e lisci, il ragù di attraversava dentro e fuori….

Gli Zitoni, non so perché erano riservati alla domenica, quando, prima di pranzo, dopo il rituale della Messa, giro della piazza, acquisto di dolcetti da parte del capofamiglia, si rientrava. Il tempo di cambiarsi, il sugo con polpette o altro, era già pronto e tutti si preparavano per il pranzo. La donna di casa metteva a bollire l’acqua per la pasta, riscaldava il sugo, chi era designato a grattugiare il formaggio, con relativa teoria: il formaggio va ruotato sulla grattugia o deve andare su e giù? Interveniva sempre la nonna o il nonno: il formaggio pecorino va grattugiato in senso rotatorio, l’effetto è più “fino”, se si tratta di ricotta dura, cacio ricotta o altro si deve fare su e giù per ottenere un effetto più grossolano e corposo. Si procedeva quindi a “spezzare” gli Zitoni! Generalmente c’era un uomo di buona volontà o di buona forchetta. Erano duri, soprattutto verso la curva data dal procedimento di asciugatura della pasta, ci voleva un polso fermo….poi echeggiava intorno tutto un “croc – croc” quasi musicale, in quel momento tutto il vicinato entrava in sintonia.

Che buon ragù di polpette!

Poi finalmente a tavola, posti prestabiliti, Un capo tavola ospite o il parente più anziano e così via, spesso il posto era mio, non perché fossi anziana, anzi, ma semplicemente perché il televisore era collocato alle mie spalle, ed essendo più piccola non ostacolavo la visuale. Non si vedeva un granché, ne erano trasmesse cose particolari, ma era il momento del “Comunicato”, o Telegiornale, previsioni del tempo con il colonnello Bernacca e stop. Tutti in silenzio si aspettava la grande coppa piena di zitoni fumanti.

Se quella domenica il sugo era con le polpette….Scattava rituale domanda: “Chi vuole le polpette vicino e chi dopo?” si certo, c’era chi tagliuzzava le polpette e poi le assimilava alla pasta, chi, come me, le preferiva dopo con contorno di una bella insalatona verde. Ovviamente sugli zitoni una bella spolverata di formaggio, un Monte Bianco casereccio che conciliava tutti i gusti. Il vero segreto della bontà di quelle polpette era l’aggiunta, oltre che di aromi vari, di pane raffermo, ammollato e inserito nell’impasto, rendeva le polpette più morbide e più ricettive al ragù.

che goduria !

A volte gli Zitoni erano ripassati in forno con mozzarella filante, però la domenica c’era il rito della Santa Messa per tutta la famiglia, quindi, era più facile che la ripassata in forno si dava la sera o il giorno successivo. Ingravidati da sugo, polpette e mozzarella, gli Zitoni erano ancora più buoni alla faccia delle diete, all’epoca semi-sconosciute…..nessuno era sovrappeso, avevamo energia da spendere e lavori vari, le calorie si sprecavano velocemente!

Comunque gli Zitoni, erano un po spariti dagli scaffali della pasta, ma i nostri grandi Chef li hanno riscoperti. Che siano anche loro in vena di ricordi? Comunque viva gli Zitoni della domenica!

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