La S.I.C.A. Società Italiana caramelle e affini – Bari

E chi non lo ricorda! Era un lusso da 5/10/20 lire con la panna!! l’ometto passava urlando “Piangete bambini che la mamma lo compra!” Non sempre era possibile, ma una 5 lire per una coppettina al limone ci usciva sempre, e conservavi pure il cucchiaino per giocarci poi con le bambole.

Maria Catalano Fiore

Per quanto la S.I.C.A. sia stata una grande fabbrica, importante per la città di Bari e soprattutto per la zona di San Pasquale, considerata alla stregua di una zona industriale dell’epoca. Stranamente non ci sono molte tracce documentarie della fabbrica, neppure della sua ubicazione e abbattimento, in via Postiglione, angolo Giuseppe Re David (fa ridere, ma la strada non ha un nome biblico, ma ricorda un sindaco della metà 800).

Poche, persino le locandine pubblicitarie, molto strano. O chi ha rilevato il marchio le tiene ben conservate?

Una delle prime pubblicità della SICA, un panettone, dolce poco usato all’epoca a Bari, quindi innovativo e che, per le classi borghesi, bisognava provare come simbolo di prestigio.

Abbiamo comunque delle testimonianze, 500 donne che lavoravano lì, più gli impiegati commerciali, e le stagionali per i periodi di Natale, per i Panettoni, Pasqua per le uova, e poi inizio estate per i gelati, ricordano bene quei tempi. Una testimonianza l’ha lasciata Pasquale Strafino classe 1920. Come tanti giovani rientrati dal fronte, dopo il secondo conflitto mondiale, deve tentare di costruirsi una vita. Dalla originaria Veglie, vicino Lecce si trasferisce a Bari e coglie l’opportunità di entrare nel gruppo S.I.C.A., la cosiddetta “Perugina del sud” a cui faceva una seria concorrenza. Pasquale Strafino fa man mano carriera nella ditta sino a diventare, nel 1956 concessionario di zona. Dopo qualche anno, con altre competenze acquisite, pensa di mettersi in proprio e prepara le basi per una sua fabbrica i Gelati Royal estremamente produttiva e diffusa nel leccese. Nel 1958 la stessa S.I.C.A. si ritira dalla produzione del gelato industriale e cede a Pasquale Strafino i macchinari per la produzione. Nel 1969 i Gelati Royal sono definitivamente consolidati. Attualmente siamo alla terza generazione di industriali del gelato salentini.

Nel Novembre 2017 presso l’ Archivio di Stato di Bari, in collaborazione con l’imprenditore Giovanni Boccia, proprietario dell’omonima pasticceria, si è tenuto un incontro: “La dolce migrazione della pasticceria napoletana a Bari – Comme a Napule….pure a Bari u sapn fà”. Questa storica migrazione , già preceduta da quella tedesca degli Stoppani a metà 800, diventa industriale negli anni trenta con l’arrivo, a Bari, dell’imprenditore dolciario Armando Scaturchio, ancora lui! E di sua moglie Donna Rosa di Napoli.

Peccato sia sfocata, ma in questa foto, emerge tutta la bellezza e la simpatia di questa attrice, doppiatrice, imprenditrice.

Ancora don Armando Scaturchio, che appena arrivato, in città, acquista un locale, in centro, dove impianterà il Bar Pasticceria Galleria Il Sottano e un’altro che diventerà Radio Bari, oltre ad un laboratorio di pasticceria: babà, sfogliatelle, pasta reale. Spesso elaborazioni di preparazioni gastronomiche risalenti a varie dominazioni non dissimili tra Puglia e Campania. Ma chi sono questi Scaturchio? da loro dipenderanno tante cose nel corso degli anni 40/50 a Bari, di vari locali e poi della Famiglia Boccia.

Facciamo un passo indietro……..

Gli Scaturchio sono di provenienza calabra, sono fornai e pasticcieri in un piccolissimo paese, dove pur lavorando sodo tutti i giorni, alle feste e ai matrimoni ecc…hanno una clientela limitata. Rosa, la grande dei ben 15 figli decide di emigrare, andare verso Napoli città che sicuramente offre altri guadagni. Prende i primi tre fratelli con se e partono. Rosa pensa in grande e dopo aver dato un’occhiata in giro, mentre i fratelli trafficano un po’ in diversi bar come camerieri, decide di prendere un locale bar e laboratorio in centro. Comincia a sfornare biscotti e pastarelle, fare caffè.…e intanto studia l’ambiente e la clientela. Mette qualche tavolo fuori, ben apparecchiato, aggiunge tipi di dolci e torte e comincia a far migrare dalla Calabria, man mano i vari fratelli e un paio di sorelle. Le donne staranno in laboratorio, i maschi, piuttosto bellocci e di buone maniere serviranno. In pochi anni l’attività si consolida e tutti gli Scaturchio saranno a Napoli. Prendono un locale più grande in una piazza più grande. Armando è il sesto, mi pare, dei fratelli. Innamorato della bella Rosa di Napoli, attrice al San Carlo, comincia a frequentare anche ambienti artistici , compagnie teatrali mobili ecc…dopo un giro ricognitivo, Sposa Rosa, con la benedizione della famiglia e con il denaro messo da parte si sposta a Bari, città portuale, città di mercanti benestanti e acquista un locale, un Sottano, anche se si scendevano solo 5 /6 scalini in via Putignani trasformandolo in un bar, piccolo laboratorio su retro e utilizzando una piccola saletta annessa e le pareti come Galleria Espositiva.

Poi la Radio ecc….ma lui è un uomo portato per gli affari, perché non trovare un partner e produrre industrialmente dolci e merendine e biscotti e caramelle,anche da esportare nei luoghi limitrofi? ed ecco cosi prende vita la S.I.C.A. in un capannone dismesso verso san Pasquale.

Passata la guerra, l’occupazione tedesca, inglese ed americana, comunque clienti pronti per sfogliatelle, babà e biscotti vari, don Armando Scaturchio decide che è arrivato il momento di ampliarsi. Chiama a Bari il fratello Ferdinando, il penultimo e più spinto della famiglia e gli apre il Bar Rex, all’angolo di Corso Vittorio Emanuele, li dove è ancora adesso, in società con Nicolò Mincuzzi.

Una locandina promozionale fatta per la Fiera del Levante

La S.I.C.A è ormai una ditta consolidata, il Rex diventa il caffè della buona borghesia, così come La Motta all’altro capo del corso. Il Caffè Stoppani, trasferito in via Abate Gimma, diventa un luogo di nicchia. Loro sono più moderni e commerciali. Il Sottano ha fatto la sua storia, è ormai un deposito.

I locali della S.I.C.A. hanno bisogno di ristrutturazioni e di nuovi macchinari subentrano nuovi azionisti e soldi negli anni 60 il Comm. Carlo Banfi e figlio ing. Mario. Tonino Fuiano diventa l’amministratore. La Direzione di Rappresentanza ha sede in P.zza Roma, angolo Corso Italia. All’epoca molte ditte prendevano uffici di rappresentanza su Corso Italia, più vicina alla Stazione e a portata di mano di uomini d’affari e rappresentanti.

Dal Bar Rex, e tra i nuovi soci S.I.C.A. si inserirà anche la famiglia Boccia, noti pasticcieri con punti vendita nel quartiere Madonnella e nelle nuove aree edificabili.

Negli anni 60 la vendita massima di Panettoni e Uova di Pasqua a Bari ed in Puglia era a marchio S.I.C.A., solo l’alta borghesia acquistava i Motta. Poi ci fu un colpo di genio Il Gelato Lola! un gelato alla vaniglia, piuttosto solido, su uno stecco di legno, da passeggio, rivestito di un sottile strato di cioccolato. Costo £ 20. Il prezzo del cono gelato andava dalle £ 5 per il sorbetto al limone, a £ 10 per un gelato di vari gusti, £ 20 con la panna. Prezzo competitivo e passeggiare atteggiandosi…..

Per motivi vari,nel suo momento massimo, con circa 800 operai all’attivo, la crisi degli anni 70 arrivò impietosa, scioperi, licenziamenti, riduzione delle produzione e poi il colpo di grazia, l’offerta di comprare il suolo su cui sorgeva la fabbrica per edificare, una cifra troppo appetibile per un vasto appezzamento in un quartiere ormai in veloce evoluzione. Un suolo che partendo da via Re David, girava per tutta via Postiglione, poi rigirava su via Quarto. Li dove ci sono dei bei palazzi e la Sede del Provveditorato agli Sudi di Bari. Su Via Postiglione, soprattutto, i progettisti si sono riservati gli attici e i piani superiori, attualmente ci vivono benissimo i loro figli e nipoti.

Quel pezzo di San Pasquale, dietro le villette dette “della ferrovia”di Corso Benedetto Croce, considerate “fuori-mano” ora sono semi centrali, ma non vi è nessuna traccia di quella che è stata la più grande fabbrica di dolciumi del Sud che teneva testa alla Motta e concorrenza alla Perugina.

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