Gli struffoli napoletani… i sanna chiudr a Taranto

Quale può essere l’antica tradizione degli struffoli di Natale? Hanno origini antiche e nomi diversi, in luoghi diversi, ma sono solo tocchetti di pasta addolciti in vario modo.

Maria Catalano Fiore

Spunto attinto da un racconto dell’amico Giuseppe Surico in: “Eroma” ed. il Cuscino di Stelle, 2022.

Gli struffoli napoletani, a Palermo strufoli, con una sola f, a Roma e Viterbo castagnole, in Umbria ed Abruzzo cicerchiata, in Lucania ciciridd, in Puglia e nel Salento, genericamente purcedduzzi, o pizzi cunfitti, a Taranto e nelle zone circostanti sanna chiudr.

Le origini degli struffoli, sono sicuramente greche, è dal termine greco “stronguloutus” che deriva la parola “struffolo” che significa sia “di forma tondeggiante” sia il gesto di strofinare le palline per dare loro la forma giusta, c’è chi pensa che struffolo indichi anche lo “strutto” in cui, originariamente, gli struffoli erano fritti.

Sicuramente l’origine greca, si diffonde attraverso Taranto, capitale dalla Magna Grecia, per giungere a Napoli, nella sua comunità e nei suoi conventi.

Oggi estrapolo qualcosa di molto interessante, sul Natale e sulle sue tradizioni, letto in un romanzo del nostro amico poeta e scrittore, molto prolifico, Giuseppe Surico in: “Eroma” pag 495.

Locandina della presentazione

Giuseppe Surico, che tra l’altro lo scorso 1 dicembre ha presentato presso il “Caffè Letterario Dandy”, a Bologna, l’ultimo suo libro: “Un giorno di Primavera”, ed. il Cuscino di Stelle, fresco di stampa.

Quasi contemporaneamente è stato pubblicato, anche, “Storie di vite vissute” sempre ed. il Cuscino di Stelle, 2022.

Copertina e recensione di presentazione

In questa sua pagina, tratta da “Eroma”, descrive degli usi natalizi in una povera famiglia laertina (di Laterza-Ta) intorno agli anni 60/70, circa.

E’ un racconto del vivere popolare tarantino, o meglio laertino, nel quale, descrive dettagliatamente i dolci natalizi, tipici della zona pugliese, compresa una attenta analisi dei “sanna chiudr” (si devono chiudere). Leggiamo:

In una famiglia numerosa e povera, la mamma, per onorare l’avvicinarsi del Natale, un giorno pensò di fare un dolce semplice e sbrigativo: i porcellini. Bastava impastare un po’ di farina con acqua, un uovo, aromatizzarla con buccia di limone grattugiata o con quello che c’era. Da questo impasto si dovevano ricavare poi dei lunghi cilindri da tagliare a tocchetti, spessi quanto il dito medio della mano, incavarli sul coperchio della grattugia per il formaggio, un un semplice giro ed erano pronti per essere fritti. La povera donna, aiutata dalle due figlie maggiori, non riusciva neanche ad assaggiarli, perché gli altri figli, appena uscivano dall’olio bollente, chi prendendoli con pezzi di carta e chi con tovaglioli di stoffa, li mangiavano avidamente. Al rientro il marito le chiede: “Sono pronti questi porcellini? e lei: “Si però sanna chiudr” (si devono proteggere per farli giungere a tavola)“.

Da quel momento si sparse la voce e per tutta Laterza , Taranto e dintorni diventando per tutti: “i sanna chiudr” con ironia, ribadendo che “altrimenti finiscono prima del tempo!”.

Ma la ricetta originale cosa prevede?

Ingredienti e preparazione sono molto soggettivi

Ingredienti ed esecuzione molto semplici, ma anche soggettivi.

Ingredienti base: 500 g. di farina, 1 o 2 uova intere, 3 cucchiai di zucchero, due cucchiai di olio d’oliva, buccia grattugiata di un limone, oppure poco limoncello o liquore all’anice, acqua q.b., un pizzico di sale.

Per friggere: olio di semi di girasole.

Per decorare: miele, confettini o codine di topo colorate.

Preparazione: impastate la farina con le uova, lo zucchero, l’olio e la buccia grattugiata del limone, se necessario aggiungete un pochino di acqua tiepida. Fatene un bel panetto piuttosto compatto. Dopo distribuitelo in tante palline dalle quali ricavate dei bastoncini lunghi dello spessore di un dito medio.

Struffoli in frittura

Potete quindi tagliarne tanti tocchetti da far ruotare un pochino con le mani per farne palline, o passarli sulla grattugia, come nella versione zigrinata tarantina.

Friggeteli in abbondante olio per pochissimi minuti, il tempo per farli dorare, sgocciolateli sullo scottex.

Struffoli pronti per essere decorati

Disponete i vostri struffoli in un bel piatto da portata, a montagnola o a corolla. Conditeli quindi con miele e cospargeteli di confettini colorati.

E mi raccomando…sanna chiur... se li volete far arrivare a Natale!

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