Da Pasadena al Paradiso dei Chitarristi

La scomparsa di Eddie Van Halen, un mito del rock

Antonio de Robertis

Non sono mai stato preda dell’hard rock più di tanto. Altri generi mi scaldavano di più il cuore. A enfatizzare la mia tiepidezza nei confronti del genere, avevano sicuramente contribuito alcune esperienze estreme, assistendo a concerti a stretto contatto di gomito, e non solo (quelli sì che erano assembramenti!), con  torme di esagitati e sballati che mettevano a repentaglio l’incolumità del prossimo.

Altra cosa, e altro piacere, ricavavo dall’ascolto dei dischi degli hard rockers, ovviamente privo dell’aspetto che li ha sempre caratterizzati: capigliature fluenti, pantaloni aderenti di foggia e colore non proprio sobri e magliette sgargianti; ma l’album di esordio dei Van Halen, quello che portava il loro nome, uscito all’inizio del 1978, ha rivalutato ai miei occhi (alle mie orecchie, dovrei piuttosto dire), il valore della parte irrinunciabile: quella musicale. La lunga introduzione di “Eruption” è stratosferica, è un viaggio esplosivo nell’olimpo del virtuosismo, sotto braccio ad un solista dotato di talento speciale, che ha dedicato tutto se stesso alla ricerca delle possibilità timbriche della chitarra.

In un vecchio libro ho scovato una dichiarazione di Eddie, ucciso dal cancro ieri, a soli 65 anni: “A dodici anni ho cominciato a scavare alla ricerca di tutti i segreti della mia chitarra. Invece di uscire a divertirmi come gli altri ragazzi della mia età, invece di dare la caccia alle ragazze, me ne stavo cinque o sei ore chiuso in casa a suonare; e mia madre mi chiedeva, anzi mi supplicava, di abbassare il livello.”

Avrebbe dovuto aggiungere che il suo mito, il suo modello, era Eric Clapton, ma pare che l’abbia detto più tardi, sottolineando che lo aveva ascoltato -e studiato e approfondito- a tal punto da conoscerne tutti gli assolo nota per nota.

Il grande pubblico, me compreso, identifica i Van Halen con “Jump”, e non potrebbe essere altrimenti perché il riff di chitarra che introduce il tema è un vero marchio di fabbrica.

Da ieri la colonna sonora dei nostri anni giovanili è più corta.

Grazie Eddie, fai buon viaggio.

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