…1951, che anno!

Quando c’era il maggio……..si l’organizzazione colse al balzo l’idea di associare la festa del patrono ad una serie di manifestazioni importanti a livello nazionale. Bari si rialzava! Mi scuso, ma la foto e’ originale! Andrebbe restaurata.

Maria Catalano Fiore

Ci siamo! Dopo innumerevoli riunioni tra le varie istituzioni, il 7 maggio si parte con il corteo rievocativo della Caravella. Tradizione e seme di un popolo, della gens barese proiettata, attraverso San Nicola verso il Mediterraneo ed il Mondo. Non era solo promozione turistica, era l’identità di una città che risorgeva, come affermò anche lo storico Francesco Babudri il 3 maggio 1951 sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Bari era in crescita esponenziale, tanti quartieri nuovi sorgevano ormai oltre il limite della ferrovia “fuori terra”, Carrassi, Picone, alle prime case popolari di Japigia e di altre zone, si aggiungevano le cooperative. Gli abitanti crescevano, quasi 500.000, in quegli anni, sino al picco di oltre 600.000 a fine anni 60. Attualmente, dimezzati o quasi, esiliati spesso in provincia. Cresceva l’economia, la voglia di investire nel mattone, ma anche in Arte. Necessaria la Mostra Nazionale di Pittura! Il Ramoscello d’oro. Pur lasciando, l’ormai consolidato Premio Primavera, per gli artisti pugliesi.

Pressioni non mancavano: dal maestro De Giosa, Vito Stifano, Franco Colella, i Colonna, Spizzico, Prayer , lo scultore ungherese Amerigo Toth ecc…sponsor Comune, Provincia, Camera di Commercio ed E.P.T. Ente Provinciale del Turismo guidato da Nicola Lippolis. Bisognava dimostrare che la Puglia non era solo una terra di marinai e agricoltori, ma di validi commercianti capaci di promuovere un Premio Nazionale di Pittura. L’organizzatore era Nicola Lippolis, presidente E.P.T., segretario il meridionalista e scrittore Vittore Fiore, figlio del grande Tommaso, Presidente Roberto De Robertis, onorario il maestro Luigi Russo di Monopoli. Quel primo anno, in giuria, poi sempre da concorrente, Renato Guttuso, Critica d’arte Palma Bucarelli da Roma, la più brava e quotata all’epoca.

Il primo manifesto del Maggio 1951

Quanto questa Mostra sia stata importante lo si comprende dai nomi dei numerosi partecipanti, solo per citarne qualcuno. Escludendo una cinquantina di pugliesi, già quotati, abbiamo Carlo Levi, Renato Guttuso, Emilio Vedova, Arnaldo Pomodoro, Renzo Vespignani, Bruno Cassinari, Orfeo Tamburi ecc…per un totale di 200 artisti. Si scatena così una contrapposizione accesa tra figurativi ed astrattisti. Figurativi di spicco e di chiara fama come Francesco Saverio Netti, pugliese di Santeramo, ormai trasferito a Parigi, ma anche gli astrattisti che si rifacevano alla Scuola Romana.

Il primo premio consisteva in un Ramoscello di Ulivo in oro che affiancava un premio acquisto di 100.000 lire. Seguivano altri 14 premi da 100.000 e 50.000 lire, che non comportavano però l’acquisto. La prima edizione fu inaugurata nella Sala della Pinacoteca Provinciale. Ogni artista presentava almeno 2 opere, per un totale di 500 opere in esposizione. Questa massiccia esposizione, darà il via ad un coinvolgimento artistico di notevole spessore. Il pubblico non apprezzò molto l’astrattismo, Oronzo Valentini, Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno e critico d’arte si dimostrò veramente disponibile e prezioso nello spiegare le varie opere pubblicandole, anche sulle pagine del giornale . Nel 1951 la giuria assegnò il 1° premio a Carlo Levi e per la pugliesità a Vito Stifano.

Vito Stifano Tempo grigio olio su tela 30×50

Nel 1952 cominciarono già polemiche ancora più serrate, Il Ramoscello d’oro non viene assegnato, ma bensì altri due premi da 100.000 lire a Renato Guttuso e Raffaele Spizzico.

Renato Guttuso Marta, olio su tela 50×70
Renato Guttuso autoritratto a Bari olio su tela 40×50

nel 1953 presiede la Commissione Felice Casorati, sempre in collaborazione con Palma Bucarelli, neo- nominata Direttrice della Galleria di Arte Moderna di Roma; tra i partecipanti Emilio Vedova, con grandi disquisizioni. Premio pugliesità a Vincenzo Ciardo. Premio Primavera a Raffaele Spizzico con la sua stupenda Murgia Rossa. Opera che sdoganò definitivamente il paesaggio pugliese dalla scuola Napoletana.

Le cose si complicano ulteriormente, l’anno seguente, non c’è una sede disponibile per la Mostra, gli artisti che chiedono di partecipare sono aumentati, ora sono oltre 1.200. Bisogna rivedere tutto il regolamento, il sistema, trovare nuovi fondi.

Un pochino di pazienza, entrano in scena altri personaggi…

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