Il pellegrinaggio a San Rocco di Tolve

il pellegrinaggio raccontato da un suo pellegrino

Rocco Michele Renna

Tolve (in copertina) si trova a 30 km a nord-ovest di Potenza. Su uno sperone arenario, a 568 metri sul livello del mare, sorge il comune di Tolve.  Il toponimo è incerto. Probabilmente va connesso a una base *tolb-/*tolf- del sostrato di significato sconosciuto.

La tradizione vuole che tanti pellegrini provenienti da dai vicini paesi di Spinazzola, Minervino Murge Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano, Banzi, Grassano, Oliveto Lucano, Calciano, Forenza, Acerenza e Oppido Lucano, grazie ai tratturi ed ai sentieri, giungano a Tolve a piedi con la speranza e con tante domande nel cuore. Un modo di dire tolvese che, più di tutti gli altri, rappresenta l’allegria dell’accoglienza: sereni e speranzosi tutti sarete accolti dal Santo, la vostra fatica e il vostro incedere saranno premiati. Lo sguardo dolce di San Rocco, protettore degli appestati ha sempre una consolazione per tutti.

Il pellegrinaggio visto da un pellegrino: “Tutta la giornata ferve di preparativi e infine arriva l’ora che volge al cammino di San Rocco. Ci incamminiamo… è una fresca sera d’estate, pieni di adrenalina, carichi di emozione, e di intenzioni, gli zaini, le borracce piene e i bastoni recuperati per strada, alcuni traini erano al seguito anche per trasportare chi non poteva camminare. La fede cristiana nel pellegrinaggio al Santo Pellegrino era così forte che riempiva l’aria quasi come una densa nebbia che potevi tagliare con il coltello, arrivava quasi a sfiorare l’idolatria”.

Prosegue: “Ci sentivamo così fortunati, macinavamo chilometri e la luna piena ci faceva luce pregando e cantando le lodi Di San Rocco, passo dopo passo, la stanchezza si faceva sentire ma ognuno con le sue motivazioni, ognuno con la richiesta che conservava nel cuore e che avrebbe portato ai piedi di quella statua  vestita dell’oro che i fedeli danno per grazia ricevuta, quella statua che ti riempie di emozione per la sua funzione da tramite verso quel qualcosa che non può essere racchiuso in una piccola seppur preziosa scultura.

Intravediamo Il santuario, la meta del nostro essere pellegrini… La ripida scalinata fatta di corsa, evitando di calpestare i piedi nudi di chi scala quella “montagna spirituale” sentendo la pietra fredda, con la speranza di poter alleviare i propri tormenti.

Alcuni del nostro gruppo salivano le scale in ginocchio, strisciando la lingua per terra fin sotto la statua del Santo (ndr. questa usanza è stata eliminata oggi), in mezzo a quella calca incredibile afa e sudore potevi scorgere i “sand Ruccuacchj” (spero che si scrivono in questo modo), bambini piccoli affetti da gravi malattie, in braccio alle mamme, vestiti come il Santo, con l’immaginetta appuntata alla stola di raso;  siamo tutti coinvolti in questo fiume di gente misto al dolore dell’umanità che cerca sollievo nell’Altissimo, pregando il suo servo san Rocco di intercedere presso Il Signore ed ecco che mi becco una bastonata sulle gambe, ripresomi dalla sorpresa noto un non vedente, disorientato dal vociare della gente orante e dal caldo afoso che si faceva largo fra la folla agitando il bastone.

Intanto qualcuno grida: Sciat’ allegr’: allegr’ sciam’ è una esortazione in dialetto tolvese rivolta a tutti coloro che intraprendono il cammino da pellegrini verso il santuario. La prima parte “Sciat’ allegr’” è un monito: siate sereni, continuate il vostro incedere pieni di speranza perché c’è qualcuno e qualcosa che vi attende. La seconda “Allegr’ sciam’” è la risposta dei pellegrini: sereni proseguiamo nel cammino.

Tolve e la festa di San Rocco sono giorni di intenso lavoro anche per borseggiatori, ladri e zingare a chiedere la carità, agli angoli della strada.

Un ragazzo giovanissimo canta, e la chiesa colma di fedeli esplode di emozione: «Evviva Santi Rocco! …ca int’a Tolve stai”»...

L’effige di San Rocco di Tolve accompagnata dal tradizionale canto devozionale in Chiesa e durante la processione cittadina.

È mezzogiorno quasi, ecco che San Rocco viene portato in processione tra scoppi di mortaretti e fuochi d’artificio, gira per tutta Tolve e noi oranti lo seguiamo, San rocco è vestito con il suo manto fatto di regali in metallo prezioso e denaro al santo, viene scortato dai Carabinieri per evitare un furto…

Subito dopo la processione il rito di trovare un posto per rifocillarsi assieme a tutto il gruppo, riposare e fare acquisti dai venditori ambulanti soprattutto di merce e materie prime indispensabili a casa,

Il perché san Rocco si festeggia il 16 agosto, giorno della sua morte e il 16 settembre: Perché a Tolve arrivano ad agosto i pellegrini della “marina” (quelli che hanno mietuto a giugno), quelli della “montagna” arrivano a settembre perché erano impegnati a mietere più tardi.

Grazie di cuore alla Pro Loco di Tolve e Allo Scrittore “Rosario Angelo Avigliano”, incontrato su Facebook., che hanno arricchito la testimonianza del Pellegrino con le loro informazioni e Giovanni Lancellotti per il suo video-reportage.

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