Francesco, la pandemia ed il diluvio

Solo Francesco perché ci sono San Francesco d’Assisi e Papa Francesco, i protagonisti di questo articolo

Papa Francesco, nell’introdurre la messa a Santa Marta, ha ricordato a tutti, credenti e non che oggi l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per chiedere a Dio misericordia e pietà in questo momento tragico della pandemia.

Francesco d’Assisi, l’ha ricordato il Santo Padre, diceva: ‘tutti fratelli‘. Ed è in nome della fratellanza dei popoli, quindi, che donne e uomini di ogni confessione religiosa chiederanno oggi “la grazia della guarigione da questa pandemia“. Lo ha detto il Papa nell’introduzione della messa a Santa Marta. E lo chiederanno a Colui in cui ciascuno crede. Il richiamo a Francesco d’Assisi non è casuale e neanche circoscritto alla fratellanza. E’ il Santo che ci descrive il Creatore come un amico, un padre premuroso ed affettuoso e nella bellezza del creato i doni ai figli prediletti.

Ha, quindi paragonato la pandemia del coronavirus al biblico diluvio. E non sarebbe il Papa più amato, anche dai laici, se non avesse posto l’accento sul fatto che “ci sono altre pandemie e noi non ce ne accorgiamo, siamo incoscienti di fronte alle tragedie”. Un esempio per tutti “la pandemia della fame” che nei soli primi quattro mesi di quest’anno ha mietuto 3 milioni e 700mila vittime, senza che vi fosse un’emergenza sanitaria. Ha poi aggiunto alla fame, le guerre, i bambini senza educazione…………. tutte tragedie ignorate e trascurate nel mondo.

C’è poco da aggiungere. Queste parole dicono tutto, ma se qualche coscienza rimane sorda, non saranno certo le mie le parole a destarle.

Aggiungo una sola considerazione: quanto sento i sottili distinguo tra migrante economico (chi muore e vede morire i figli di fame) e migrante politico (chi muore o vede morire i figli, per conflitti tribali o sotto le bombe “intelligenti” di qualche dittatore) faccio fatica a sopprimere il desiderio di augurargli di provarlo sulla pelle sua e dei suoi cari (quelli già sistemati fino alla settima generazione.

Posso solo sperare che da questo novello diluvio universale, da questo orrore immenso, che ci ha abituati a legger quotidianamente il bollettino dei morti come numeri e percentuali, con immagini e tabelle da crescita o calo aziendale, salvo poi ridestarci, quando ci tocca più da vicino, ci insegni a guardare più attentamente al nostro pianeta ed ai suoi abitanti, tutti, nessuno escluso. Ma anche in questi giorni vedo azzuffarsi su ogni cosa come al solito. Sembra che nella torre eburnea non sia accaduto nulla, non li abbia minimamente sfiorati. E quei bollettini sono effettivamente solo numeri, su cui fare speculazione. Numeri come ciascuno di noi nelle banche, dinanzi a qualsiasi burocrate, finanche nel condominio o col vicino. di casa.