Diamo a tutti i bambini un futuro di pace

Paure, riflessioni e il timore di raccontare che oltre al covid c’è l’ombra della guerra

Cinzia Montedoro

Disegno in copertina di Francesca de Gennaro

Siamo passati da un attimo di speranza ad un tempo di paura, il Covid, la pandemia, hanno segnato inevitabilmente la nostra vita, quella dei nostri bambini, dei nostri figli. Non possiamo dimenticare il primo giorno di scuola dopo le restrizioni, l’abbraccio stretto legato a doppio filo dall’amicizia e dalla voglia di ricominciare a rivivere una quotidianità stracciata. 

La fine dello stato d’emergenza è fissato per il 31 marzo, una notizia che, spiegata ad un bambino, ha il valore di una sorpresa, di una conquista, ma di fronte ad una guerra non molto lontana da noi, questo traguardo, tanto desiderato, perde valore.

«La vita è così bella che va vissuta in tutte le sue sfaccettature e colori! In questo momento è in corso una guerra che potrebbe diventare mondiale, spiega mamma Isabella. Ho paura per i miei figli forse perché non sono in grado di spiegare loro un qualcosa che è più grande di me, in questo momento la paura prende il posto della ragione e preparare i bambini a quello che potrebbe accadere mi riesce difficile. I nostri nonni hanno fatto grande il mondo ed è impensabile che nel ventunesimo secolo esistano ancora menti in grado di “comunicare” con le armi, abbiamo appena affrontato due anni difficili per via della pandemia e ci ritroviamo a dover spiegare una guerra, abbiamo avuto paura di guardarci e toccarci ma questa volta potrebbe essere diverso».

«Non è ancora finita la terribile emergenza sanitaria che ci attanaglia da un paio di anni che ecco spuntarne un’altra– spiega mamma Marilisa-  una nuova guerra è iniziata questa notte.  È ora di pranzo, sono a tavola con la mia famiglia, ma in realtà i nostri occhi guardano la tv. Il tg rimanda le immagini dell’attacco di questa notte e i nostri tre figli ci rivolgono una domanda: «Perché?», già perché? Potrei rispondere loro, perché ci sono uomini assettati di potere, uomini ai quali la storia non ha insegnato nulla, privi di scrupoli e di cuore! La realtà è difficile da spiegare. È difficile spiegare loro che inizia un altro periodo di incertezza. Che temiamo per il futuro di tutti. Che la sperata pace nel mondo non è affatto vicina. E penso a come devono sentirsi quei poveri genitori ucraini costretti a scappare per mettersi in salvo. Un altro popolo in fuga, un altro popolo disperato e inerme di fronte al potere di pochi. E allora rispondo loro che non c’è un perché e non c’ è una risposta in quanto «non esiste» motivazione tanto valida da far scoppiare una guerra. Possiamo solo pregare e sperare che chi di dovere intervenga per fermare tutto questo e chi deve rinsavire rinsavisca!».

Il dialogo e il confronto sulla situazione drammatica in Ucraina, sono stati gli argomenti trattati in molti istituti scolastici, la risposta semplice e diretta arriva sempre dai più piccoli: “VOGLIAMO LA PACE NEL MONDO” la speranza di un mondo migliore, un futuro senza paura che non smetteremo mai di invocare.

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