Dai social

Un post della nostra amica Daniela, occasione per passare ai raggi X i dilaganti delitti di femminicidio. In copertina vittima e carnefice di un episodio nel vicentino.

La redazione

La nostra preziosa amica cybernauta Daniela P @Daniela60305637, sempre attenta ai fatti di cronaca e non solo, davanti all’ennesimo femminicidio, questa volta la vittima è stata Rossella Cominotti, il carnefice il marito, il solito copione, si chiede esterrefatta se non sia una vera e propria mattanza.

La nostra linea, nostra del giornale, non della sola redazione di #daisocial, è che si perse troppo tempo con l’inutile legge sul femminicidio, anni di ritardo trascorsi inutilmente. Un’aggravante specifica, prevalente su qualsiasi attenuante, per gli omicidi commessi ai danni di soggetti più deboli, in particolare bambini, donne, anziani, malati … avrebbe ottenuto il medesimo aggravamento di pena e la deterrenza sarebbe iniziata almeno quattro anni prima. Ma la nostra critica al legislatore (in realtà al proponente Ministero di Grazia e Giustizia) non si ferma qui.

Già Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi” a proposito delle famose grida, evidenziava che più aumentava la pena sui bravi, più crescevano di numero al servizio dei vari signorotti. I giuristi lo sanno, o lo dovrebbero sapere da sempre, che non è l’entità della pena che spaventa l’autore di un delitto, quanto la probabilità di essere acciuffato. Dunque, fondamentale la prevenzione, che non è solo un fatto culturale di una società, ma tempestiva protezione dei soggetti a rischio per tutto il tempo del pericolo, non la farsa della pattuglia per un paio di giorni davanti all’uscio della malcapitata, e soprattutto feroce (al pari della ferocia dell’autore del delitto) ed indefessa ricerca dei soggetti sospettati di essersi macchiati di delitti di tale portata.

Ma, dopo aver sfidato, istituendo il femminicidio, da perdenti, la follia vincente dei soggetti dominatori (non sicuramente malati mentali, quanto frutto di un malessere sociale e culturale diffuso), la prevenzione praticamente non esiste e nelle graduatorie dei reati più rilevanti redatte nelle prefetture dai comitati per la sicurezza il femminicidio è assente sistematicamente. Tutto ciò produce quella che Daniela P. chiama esattamente “la mattanza”.

Visto che ci troviamo diciamola tutta, fa orrore che nel Pese erede della civiltà che consentì l’emanazione del Corpus Iuris Iustinianeum le soluzioni al problema crescente di catena di omicidi di donne siano state affidate ad una norma concepita per mera propaganda elettorale e per raccattare quattro voti sgangherati. Questa è la triste verità.

N.B. Piace concludere che non sempre, come la vulgata comune sostiene, sui social si discute di cose futili e poco utili al mondo in cui viviamo.

Buon fine settimana.

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