Conferenza stampa di Sergio Mattarella

Al termine della visita in Sicilia di Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica Federale di Germania

La redazione

 Piazza Armerina, 21/09/2023 (II mandato)

Benvenuti in questo posto così gradevole.

Sono particolarmente felice di aver accolto, ieri a Siracusa e oggi qui a Piazza Armerina, il Presidente Steinmeier.

È stato un incontro come sempre caratterizzato dalla grande amicizia che intercorre tra Germania e Italia, dallo spirito collaborativo al massimo livello che intercorre tra i nostri Paesi, e dalla personale amicizia che mi lega al Presidente Steinmeier.

L’occasione per l’incontro a Siracusa è stata, come è noto, il conferimento del Premio dei Presidenti ai Comuni tedeschi e italiani gemellati, per premiare e riconoscere i programmi migliori che hanno fatto per la collaborazione tra le loro comunità.

È stato un bel momento ieri, con le dichiarazioni dei Sindaci, l’esposizione dei programmi, delle finalità dei loro programmi, che dimostra quanto siano legate le nostre comunità nazionali anche attraverso l’azione di amicizia di Comuni e realtà territoriali locali.

Questa occasione, rappresentata dal Premio da conferire ai nostri Comuni, è stata anche arricchita da altri argomenti importanti. Tre, soprattutto, che riguardano questioni primarie che sono di fronte al mondo e, per quanto ci riguarda, di fronte all’Europa. Tre vere sfide: quella climatica, quella energetica – del mutamento energetico – e quella migratoria.

Questa mattina, con il Presidente Steinmeier, abbiamo sorvolato insieme le zone colpite dagli incendi di pochi mesi fa, qui in Sicilia, come è avvenuto in Grecia, come è avvenuto in Spagna, in Portogallo, come è avvenuto in tanti Paesi come conseguenza anche dell’effetto di mutamenti della temperatura, del clima, delle condizioni meteorologiche inconsuete che si sono verificate sia qui che altrove. Condizioni che hanno provocato incendi, ma anche alluvioni, anche con fenomeni tropicali che hanno danneggiato fortemente molte zone dei diversi Paesi dell’Unione.

Più tardi vedremo, a Catania, un importante stabilimento che è nella linea dei programmi europei di mutamento energetico, per energie pulite, per energie compatibili con lo sviluppo rispettoso dell’ambiente.

È un’altra tappa che sottolinea un’esigenza comune, che avvertiamo – Germania e Italia – e che avverte l’Unione nel suo complesso. E, per quanto ci riguarda, insieme vorremmo aumentasse la sua attenzione a questi riguardi.

Abbiamo, infine, affrontato in concreto il tema migratorio, così intensamente all’ordine del giorno in questo periodo, non soltanto in Europa o nei Paesi del Mediterraneo, nei Paesi del Nord Europa attraverso la rotta balcanica, o in quella che passa dalla Bielorussia, ma anche in altre parti del mondo. Perché il fenomeno è globale e si registra in tutte le parti del mondo.

Abbiamo fatto alcune esperienze che qui, proprio nel Comune che ci ospita – Piazza Armerina – sono state messe in campo, non soltanto per accogliere migranti pervenuti attraverso sofferenze veramente indicibili dei viaggi dai loro Paesi attraverso il deserto, attraverso la Libia, ma per accoglierli, integrandoli e inserendoli in progetti di crescita e di realizzazione personale. Incentivando, oltretutto, attraverso di loro, programmi nei Paesi di origine. Perché i giovani locali, i giovani di quei luoghi, trasferendo loro alcune esperienze, alcune competenze che qui hanno acquisito, possano lì – come sta avvenendo – assumere e organizzare iniziative professionali, di attività economiche, per poter crescere in loco, per poter crescere lì, migliorando le condizioni e creando aspettative e opportunità di vita positiva nei luoghi in cui vivono e in cui resterebbero volentieri se non fossero spinti dalla fame, dalla miseria, dalla difficoltà, dalle guerre civili, dalle persecuzioni, dall’intolleranza o dal terrorismo.

Con il Presidente Steinmeier abbiamo, quindi, affrontato temi concreti. In questo modo valorizzando il significato dell’incontro che, attraverso i Sindaci, realizziamo con i programmi comuni di sviluppo delle Comunità rispettive delle nostre municipalità. Quello – appunto – della transizione energetica per un ambiente più rispettato nel produrre energia; quello del fenomeno migratorio; quello dei mutamenti climatici, e di come si affrontano per evitare conseguenze drammatiche come quelle che si sono verificate più volte, in questi ultimi anni, in tanti Paesi d’Europa.

Naturalmente ci siamo incontrati anche bilateralmente, parlando di altro, anche di problemi comuni che abbiamo nell’Unione. Ma su ogni argomento, su ogni aspetto, registriamo costantemente – il Presidente Steinmeier ed io – una piena convergenza e un’intensità di rapporti collaborativi tra Germania e Italia che non potrebbe essere a un livello ulteriormente migliore, perché è davvero al massimo.

Noi cerchiamo sempre di estendere le materie di collaborazione; siamo già davvero a un livello di collaborazione e di amicizia al massimo dell’intensità.

Questa è una caratteristica importante anche perché, come Paesi fondatori dell’Unione europea, avvertiamo insieme la responsabilità di incentivare e accrescere l’integrazione europea e di farla crescere perché la Casa europea si completi nella maniera più armonica e più efficace possibile.

Anche per garantire all’Europa, nella comunità internazionale sempre più contrassegnata da grandi soggetti protagonisti, una voce autorevole, portatrice dei valori di democrazia, pace, tolleranza, della civiltà europea.

Tutto questo intenso ritmo in questi due giorni è stato particolarmente prezioso per me. E, come sempre, è stato per me un privilegio trascorrere del tempo con il Presidente Steinmeier, ascoltare le sue sempre sagge e profonde indicazioni, che sono la base della grande amicizia che intercorre fra di noi.

Benvenuto, Presidente.

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Domanda: la Germania non accoglie rifugiati tramite il meccanismo di solidarietà volontaria. Ha comprensione per questo fatto o chiedete alla Germania di ritornare a questo meccanismo di accoglienza?

Presidente Mattarella: come è noto, questo è un argomento di cui stanno parlando i due Ministri degli interni, della Germania e dell’Italia. E sono convinto che troveranno certamente una soluzione collaborativa, come è sempre avvenuto, e come avviene abitualmente tra Germania e Italia.

Quello che è emerso nei colloqui tra il Presidente Steinmeier e me è la perfetta omogeneità di valutazione del fenomeno migratorio, che non colpisce soltanto l’Italia, ma colpisce anche la Germania, con altre rotte che non attraversano il Mediterraneo ma l’Europa continentale.

Abbiamo entrambi la percezione che è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande.

Ma su questo, naturalmente, l’operatività è rimessa ai governi. Non è rimessa né al Presidente Steinmeier, né a me.

Domanda: l’Europa è divisa sull’accoglienza, sui ricollocamenti. Come se ne esce, nel concreto? I dieci punti della Presidente von der Leyen rappresentano una buona base di partenza? Come si esce da questa impasse, da queste divisioni che si sono registrate nelle ultime giornate in maniera anche così acuta?

Presidente Mattarella: questo è un tema di cui è sempre più evidente, a tutti, la dimensione e la caratteristica storica e globale. È un fenomeno che risale a molte cause che sono ambientali, di violenze, di diverse ragioni che spingono le persone a emigrare, a lasciare la propria terra. Di fronte a questo, è sempre più evidente che occorre studiare, definire, porre in campo delle soluzioni nuove, coraggiose e non superficiali. Né soluzioni approssimative. Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Ma occorrono soluzioni nuove, da studiare approfonditamente, con serietà. Ognuno di noi ha le sue idee, ma sono i governi che le devono porre in campo e confrontare. I dieci punti della Presidente von der Leyen sono interessanti, come lo sono stati alcuni passi avanti dei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo. Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai trafficanti, ai crudeli trafficanti di esseri umani.

Domanda: Mi rendo conto che in questa fase di emergenza, l’Unione europea, e in primo luogo l’Italia, stiano cercando soluzioni di contenimento e repressione del fenomeno. Però anche Lei, Presidente, ha parlato di scelte coraggiose e visione del futuro. Il tema dell’integrazione credo che non possa essere lasciato fuori. Stiamo vedendo in questo momento indiscrezioni sui prossimi provvedimenti del governo, che sono tutti tesi a fronteggiare l’emergenza. Ma la Germania, che ha una ricchissima storia d’integrazione, anche nel recente passato, magari ci può insegnare qualcosa. Perché queste persone entrano in Italia e, in ogni caso, alcune rimangono e rischiano di rimanere allo sbando. E quindi la domanda è: facciamo abbastanza per l’integrazione in Italia e in Europa?

Presidente Mattarella: ne abbiamo parlato ampiamente. Abbiamo già dato, sia il Presidente Steinmeier che io, la risposta su questo piano. E non posso che confermare quanto ho detto. Anche perché né il Presidente Steinmeier né io – ripeto – abbiamo competenze di governo. E siamo sempre stati scrupolosamente attenti a non superare questi limiti e questi confini. Il nostro compito è un altro: è quello di essere riferimento nella comunità nazionale, di interpretarne sensibilità e comprenderne le esigenze e, eventualmente, formulare suggerimenti. Ma la dimensione operativa non ci appartiene, anche se la seguiamo attentamente, sia il Presidente Steinmeier che io, naturalmente.

Ripeto quanto ho detto: io credo che occorra, di fronte a un fenomeno così, pensare in maniera adeguata. Altrimenti sarebbe come usare strumenti rudimentali e superati di fronte a fenomeni totalmente nuovi. Anche per questo, ad esempio, le regole di Dublino sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’. Era un altro mondo, quello. Non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa che vi è. Quindi pensare e far riferimento – come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora – basandosi sugli Accordi di Dublino, è come fare un salto in un’altra era storica. È proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre, però, uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri ma, insieme, cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno, e trovare nuove formule, nuove soluzioni.

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