24 ore di sciopero per i lavoratori di ArcelorMittal

Proclamato dai Sindacati unitari Cgil, Cisl e Uil per domani, martedi in tutti gli stabilimenti dell’Azienda

Incroceranno le braccia per 24 ore i lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani delle aziende produttive che fanno capo ad AlcelorMittal. Contemporaneamente i Sindacati Unitari incontreranno il Ministro Patuanelli per cercare d’individuare una soluzione al problema della siderurgia italiana che l’A.Mittal, mette sempre più in pericolo.

Era di pochi giorni fa (esattamente del 4 giugno) la notizia della richiesta della cassa integrazione guadagni di non meno di 9 settimane per 8.157 dipendenti. Subito dopo una delle ditte dell’indotto ha ritirato dallo stabilimento di Taranto i suoi 200 operai, dichiarando di essere in crisi a causa del mancato rispetto delle scadenze di A,Mittal nei pagamenti. Quest’ultima non ha smentito. Da ultimo si annunciano con la presentazione del piano industriale esuberi per 3200 unità negli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure.

La situazione è ancora più tesa dal momento che sarebbe emerso un accordo tra governo e azienda siglato il 4 marzo tutt’ora ignoto ai sindacati. Patuanelli l’ha richiamato per contestare all’azienda la violazione degli accordi nel piano industriale.

Nel frattempo è stato sottolineato che l’ex Ilva potrebbe godere di lauti sostegni europei per il passaggio dall’utilizzo del carbone a quello dell’idrogeno, salvando così produzione, occupazione ed ambiente.

Il governo si era dichiarato anche disponibile ad una ulteriore iniezione di liquidità, oltre agli interventi connessi alla crisi per la pandemia, entrando nella gestione con l’acquisto di una quota significativa. Ma tutto è sempre sospeso.

Non c’è dubbio che la crisi ci sia e che qualche commessa può essere stata rinviata o temporaneamente bloccata. Ma tutto il comportamento della dirigenza porta a concludere che non erano complottismo o dietrologie le ipotesi avanzate, e cioè che l’azienda avesse assunto la gestione per togliere dal mercato un fastidioso concorrente come l’Ilva che non aveva eguali per qualità e quantità dell’acciaio prodotto.

Ora che l’Europa ci aiuterebbe a rendere ecologicamente sostenibile lo stabilimento tarantino è indispensabile dare una svolta definitiva ad una storia che si trascina da troppo e senza soluzioni, vista l’inaffidabilità dell’azienda.

Rimaniamo a disposizione di tutte le parti, Governo, sindacati, azienda, per eventuali precisazioni o puntualizzazioni.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare i contatti, o scrivere alla e-mail info@lavocenews.it, grazie.