Uno, nessuno e 100 Nino Manfredi !

Un attore, artista poeta ha sempre dietro di se delle origini ed una storia , Sono queste che contribuiscono a formarlo e a creare un vero artista, un mito.

Maria Catalano Fiore

Oggi, 22 marzo 1921, cento anni fa a Castro dei Volsci, un bellissimo paese, in provincia di Frosinone, nasceva Nino Manfredi. Castro è un borgo molto particolare, arroccato su una roccia che si apre su una veduta magnifica detto il “Balcone della Ciociaria”

Castro dei Volsci (FR)

Un paese che ho visitato e di cui conosco episodi storici, anche drammatici. Paese di confino tra lo Stato papale e il Regno di Napoli, ottimo punto di avvistamento nei vari conflitti, soprattutto nel secondo conflitto mondiale quando la zona fu invasa dai marocchini prezzolati ed allo sbando, dopo l’8 settembre 1943 che stuprarono donne di tutte le età, anche uccidendole, a testimonianza il “Monumento alla Madre Ciociara” a ricordo di migliaia di crimini. Il paese stesso è stato insignito con Medaglia d’argento al valor militare. Episodi efferati poi trama del film “La Ciociara”. Premio Oscar Sofia Loren.

Un mio caro amico, lui dice che siamo “gemelli di madri diverse” ha le sue radici in Castro dei Volsci e suo padre è stato, amico e compagno di banco alle elementari proprio di Nino Manfredi. Andrea Mattoni, r.i.p. si divertiva a ricordare due ragazzetti scapestrati che correvano su quelle strade, poi separati dal trasferimento del padre di Nino, maresciallo dei carabinieri a Roma, quartiere San Giovanni. Ma con i nonni sempre a Castro, dove tornava appena poteva. Nino amava la campagna, le galline, la semplicità, il vino annacquato del nonno, emigrato e poi rientrato dall’America, tante piccole cose, come ricorda il figlio Luca nella Biografia appena pubblicata su suo padre nella presentazione : “Sono un grande fan dell’attore, ma come genitore fu un disastro”.

Scopriamo qualcosa in più dell’uomo Nino Manfredi, anzi Saturnino.

Saturnino nasce quindi a Castro dei Volsci (FR) il 22 marzo 1921,muore a Roma il 4 giugno 2004. Figlio maggiore di Romeo, un maresciallo dei Carabinieri. E’ stato un attore, regista, sceneggiatore, comico, cantante ed anche doppiatore. Interprete versatile ed incisivo tra i più versatili del cinema italiano del 900, alternando ruoli comici con ruoli estremamente drammatici. Talvolta cosi frammisti ed ironici da non riuscire a decifrare se drammatico o comico, sempre sul filo di una autoironia delicata.

E’ stato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana in un quartetto con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gasmann, a cui si aggiungeva a tratti, Marcello Mastroianni.

Saturnino, dopo qualche anno a Roma, manifesta problemi di tubercolosi e viene ricoverato in sanatorio, dove prosegue comunque gli studi. E’ proprio in sanatorio che, annoiandosi, comincia a fare teatrini, soprattutto dopo una esibizione benefica della Compagnia Teatrale di Vittorio De Sica, inizia ad appassionarsi alla recitazione, un po’ da guitto. Dimesso dal sanatorio con il diploma, per accontentare il padre si iscrive nel 1941 alla facoltà di Giurisprudenza.

Radiofonica 52, una foto memorabile in cui sono riconoscibili da sinistra Nino Manfredi, Elio Pandolfi, il barese Silvio Noto, Carlo Giuffrè, Antonella Steni e Giusy Raspani Dandolo

Contemporaneamente comincia, seriamente, a calcare le tavole del palcoscenico. Dopo l’8 settembre 1943, per evitare l’arruolamento in quel gran caos, è costretto a rifugiarsi tra le montagne, con il fratello Dante. Nel 1944, rientrato a Roma, conclude gli studi di Giurisprudenza, iscrivendosi, parallelamente all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica diplomandosi nel 1947. Ovviamente non ha fatto mai l’avvocato, nello stesso 47 infatti è nella compagnia Maltagliati- Gasmann al Teatro Piccolo di Roma, affiancato da Tino Buazzelli, recitando in ruoli drammatici.

Nino Manfredi e Tino Buazzelli

Quella tra Nino e Tino Buazzelli (all’anagrafe Agostino Buazzelli, Frosinone 1922-Roma 1980 ) sarà una profonda e solidale amicizia dall’incontro in Accademia sino alla prematura morte di Tino a soli 58 anni. Un grande attore teatrale. Nella stagione 1948/49 hanno come regista Giorgio Strehler, nel 1952/53 sono con Eduardo De Filippo, Paolo Panelli e Bice Valori. Nello stesso periodo Manfredi non disdegna la Radio e neppure il teatro di rivista.

Nino Manfredi e Tino Buazzelli in Teatro

Proprio nella rivista lavora con i grandi: Marcello Marchesi, Dino Verde, la coppia Billi e Riva e Wanda Osiris, Corrado. Signidicativi i suoi successi nei Musical “Un Trapezio per Lisistrata” ripresa da varie compagnie. E’il primo indimenticabile “Rugantino” tra i tanti della vasta serie di successo.

14 luglio 1955 Nino ed Erminia Sposi, testimone Paolo Panelli

Nel I955 sposa Erminia Ferrari, saranno legati per 50 anni ed avranno tre figli. Erminia, all’epoca una quotata e bellissima modella, di buona famiglia borghese sarà il suo punto fermo e la sua consigliera, nonostante Nino…non sul set non sia proprio fedele. Nell’ultimo anno di vita confesserà di avere anche un altra figlia naturale a cui ha sempre provveduto, nata da una assistente bulgara, che con affetto, Erminia e gli altri chiamano la sorellina bulgara, accogliendola da subito.

Sono tentazioni cinematografiche, il Cinema coopta Nino Manfredi già nel 1949 con film musical-sentimentali. Anche la Tv lo assorbe, prima con alcuni sceneggiati, poi nel 1959 la consacrazione al grande pubblico con la partecipazione a “Canzonissima”, regia di Antonello Falqui, dove lancia, tra altri il personaggio di “Bastiano, il barista di Ceccano” (comune vicino a Castro dei Volsci) e il suo ritmico “Fusse che fusse la volta bona” che diventa un vero tormentone.

Canzonissima 1959 con Paolo Panelli e Delia Scala

Sul piccolo schermo, Manfredi tornerà solo nel 1972 interpretando la parte di “Geppetto”, nel Pinocchio di Collodi, in maniera magistrale ed irripetibile, un cast di tutto rispetto e la regia di Luigi Comencini.

Nino Manfredi – Geppetto

Ovviamente non lascia mai il cinema, in cui recita ruoli in modo eccellente, entrando nella parte e ottenendo numerosi riconoscimenti.

Manfredi con il grande Totò in “Operazione San Gennaro”,1966, avevano lavorato insieme già in “L’audace colpo dei soliti ignoti” ed altro.

Un curriculum lunghissimo con prestazioni ogni volta uniche e diverse.

Un drammatico Manfredi in “Caffè Express” con Vittorio Mezzogiorno

Non disdegna neanche pause musicali, la sua “Tanto pé cantà” nuova versione della canzonetta di Ettore Petrolini del 1932, va subito in vetta alla Hit parade. Ospite varie volte a Sanremo, propone canzoni che compone e canta come colonna sonora dei suoi film.

Copertina del disco

Diventa un testimonial pubblicitario d’eccezione. Baci Perugina, Caramelle Rossana, Pizzaiola Loccatelli, la Philco, Caffè Lavazza (dal 1977 al 1993, “Più lo mandi giù, più ti tira sù”), persino degli spot per il Ministero del Tesoro.

Una espressione bella ed intensa di Nino Manfredi

L’ultimo suo ruolo cinematografico è quello di “Galapago” , in una bella produzione spagnola, uscita solo postuma in Italia: “La fine di un mistero”. Nino Manfredi interpreta uno sconosciuto, privo di memoria, salvato dalla morte da un pastorello, durante la guerra civile spagnola del 1936, internato in un Manicomio per 40 anni. Alla fine si scopre la sua identità, è il celebre poeta Federico Garcia Lorca, che si immagina miracolosamente sfuggito ai franchisti. Una interpretazione molto lodata dalla critica: asciutta, scarna ed essenziale, quasi senza parole, fatta solo di fissi che gli è valso il Premio alla Carriera.

Nel luglio 2003, subito dopo la fine delle riprese, viene colpito da ictus a Roma, trasportato in ospedale, tra alti e bassi ed un ulteriore ictus, si spegne il 4 giugno 2004 ad 83 anni.

Nino negli ultimi tempi

Tutti lo ricorderemo come un grande attore, grande caratterista e come un uomo con pregi e difetti come tutti in due parole Saturnino Manfredi

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