Ultimo sondaggio del 30 luglio 2020

Nostro riferimento principale i sondaggi della “Supermedia” dell’Agi. L’agenzia giornalistica li ottiene sulla media dei maggiori sondaggisti.

GP

I dati medi comparati alle due settimane precedenti e qualche calcolo da cui tirate conseguenze:

Sondaggio elettorale del 30 luglio 2020

Analisi. Cala di un punto secco il centrodestra. Meno 0,6 la Lega, che scende al 24,8 cala di un -0,1 Fdi che mantiene il fatidico 15%. E cala di uno -0,3 Forza Italia che va al 6,9. La coalizione totalizza coi suoi tre partiti, un secco -1 rispetto a due settimane fa ed in termini assoluti il 46,7. Quanto alla coalizione di governo il PD registra un +0,2, il M5S +0,5 e La Sinistra +0,2, Italia Viva -0,1. In termini relativi un +0,8 In totale 43,1.

Alla coalizione di destra potrebbe aggregarsi Cambiamo!, portandola a sfiorare il 47,5%, a quella di sinistra al 42,3, potrebbero aggiungersi i Verdi 1,6 e +Europa 2,0 (che insieme guadagnano uno 3,6 ) e arriverebbe al 46,7%. Quindi tra le due coalizioni una differenza di 0,8.

Azione di Calenda è quotata ancora a 2,7 con una crescita di 0,2 rispetto a due settimane fa.

Fin qui dati e somme pure. ora qualche ipotesi. Anzitutto, quadro per grandi numeri sostanzialmente stabile. Calenda, era ed è il solo ago della bilancia? Continuo a non crederlo. Fino alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, a Dio e Covid-19 piacendo, vedremo rivolgimenti di tutti i colori. Qualcosa i politologi potranno dire solo a legge elettorale approvata e soglie di sbarramento definite. A tal proposito i malpancisti ed i ripensatori già sono all’opera e Renzi nell’arte eccelle. Ed anche allora il margine di imponderabilità dei comportamenti umani giocherà, ancora una volta, il suo ruolo. Berlusconi e Renzi, sono rispettivamente totalmente incerti come alleati di centrodestra il primo e del centrosinistra il secondo. Il Movimento 5 Stelle per le regionali è schizofrenico: in qualche regione -vedi Liguria-prova a riprodurre l’alleanza di governo, nelle altre sembra tornato alla primordiale solitudine elettorale, senza averne, peraltro, più i numeri.

Aggiungerei solo un dato tratto da altri sondaggi: il 42% e più degli intervistati non sembra orientato ad andare a votare. E questa è un’incognita che pesa non poco. L’altro dato è che i verdi in Francia sono divenuti indispensabili per Macron. In Italia nello stesso periodo hanno perso due decimali e sono comunque poco incisivi ed influenti.

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