Salvini non molla la presa, vuole impegni scritti sul fisco

Attenua i toni, ma solo di facciata, Il Pd “Salvini è una mina vagente”

La redazione

Braccio di ferro nella maggioranza sulla delega fiscale con la Lega all’attacco ed il premier Draghi che tira dritto sulla riforma fiscale.

Salvini sembra deciso a non mollare e, pur smorzando i toni nei confronti del premier torna all’attacco: “Sono titoli che leggo da anni, per tanti giornali la Lega è morta da anni, Salvini prende schiaffi da anni, ma noi siamo ancora qui. Al Consiglio dei ministri porteremo posizioni europeiste e chiederemo sostanziali riaperture. Nel programma di governo c’è il no a nuove tasse. Io mi fido di Draghi oggi ma tra un anno chi ci sarà? L’80% degli italiani ha una casa“.

Ed aggiunge: “Chiedo di togliere quel comma dell’aggiornamento, tutto il resto va benissimo. A me interessa che nessuno paghi un euro di più: nella delega fiscale questo non c’è scritto. Sull’Iva si parla di rimodulazione, precisiamo in basso? Altrimenti dopo Draghi si alzano le tasse, bastano due righe. Se Draghi mi dice non aumento le tasse, mettiamolo per iscritto. Di lui mi fido, di altri no. Se viene un Monti? Con quella delega in bianco uno può aumentare le tasse e qualcuno mi direbbe, Salvini ma tu c’eri? Aumentare le tasse non è un problema per la Lega, ma per le associazioni, l’edilizia.

In conclusione passa all’altro cavallo di battaglia: “Al Consiglio dei ministri di oggi proporremo idee europeiste su un piano sostanziale di riaperture. Il Cts propone il 35%? Noi chiediamo almeno il doppio della capienza: se chiedi il green pass allora dai lavoro, sennò siamo alla follia”. 

Per il Pd parla il vicesegretario Giuseppe Provenzano: “Salvini è una mina per il governo e per Draghi. Le elezioni hanno gettato in uno stato confusionale la Lega. Salvini segue il calendario elettorale il suo è un fallo di reazione. Il vero sconfitto dalle amministrative è Salvini con la Lega. Da parte nostra il governo non rischia. Il mandato del governo non si è esaurito. Il Pd rafforzerà l’azione del governo. È la Lega che deve chiarie o le turbolenze potrebbero crescere e questo sarebbe un problema per tutti. Non è accettabile che una forza politica entri ed esca dal consiglio dei ministri a seconda delle convenienze”.

E Mario Draghi tira dritto, ha già risposto a Salvini, ma questi fa orecchie da mercante. I ballottaggi sono sempre più vicini e sono l’ultima spiaggia per contenere la sconfitta.

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