Durigon: o si dimette o verrà sfiduciato

Il sottosegretario leghista l’ha fatta davvero grossa

La redazione

Carlo Durigon, sottosegretario all’economia del Governo Draghi sembra essere andato in giro a cercar guai.

Ha proposto, infatti, di cambiare l’intestazione della piazza Borsellino e Falcone di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello e braccio destro del duce, responsabile della propaganda del regime fascista. Lo ha fatto il 4 agosto in un comizio di Matteo Salvini a Latina, introducendo appunto il leader della Lega, che ha preso la parola subito dopo.

Il primo a sollevare la questione è stato il  pentastellato ministro delle Politiche agricole e forestali, Stefano Patuanelli: “Credo che sia intollerabile ciò che ha detto il sottosegretario Durigon e credo che non sia compatibile con la sua permanenza al governo. Io mi auguro che non si arrivi alla mozione di sfiducia credo sarà necessario, appunto, un passo indietro da parte di Durigon”, Dichiarazione rilasciata ai giornalisti presenti al sopralluogo nelle zone dell’Oristanese colpite dagli incendi.

Il Movimento cinque stelle pare abbia già presentato una mozione di sfiducia ed il primo a sostenerla è Elio Vito, deputato di Forza Italia: “Voterò la mozione di sfiducia a Durigon presentata dal M5S. Perché l’antifascismo è un valore fondante la Repubblica e perché non possiamo pubblicare ogni anno foto di Falcone e Borsellino e poi restare indifferenti. Spero di non essere il solo in FI“. Andrea De Maria, deputato Pd e segretario d’Aula Camera dei Deputati: “Grazie a Enrico Letta per le parole molto chiare che ha detto su Durigon. Il Pd così si schiera a difesa dei valori dell’antifascismo dopo l’appello dell’Anpi. La parte giusta per la nostra democrazia”.  Enrico Letta è stato, infatti, categorico: “Durigon se ne vada, voteremo la mozione M5S”.

Una voce dall’opposizione, quella del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Frattoianni: “Mentre continua il silenzio del presidente Draghi, silenzio che dura da alcuni mesi, vedo che, con le parole chiare di Letta e Conte, si estende sempre più l’arco di forze che chiede le dimissioni del sottosegretario Durigon dal governo. Ora la mozione di sfiducia è l’unico strumento per ridare un minimo di dignità”. Effettivamente il silenzio di Maro Draghi è parecchio imbarazzante e pericoloso per la tenuta del governo.

Sulla stessa lunghezza d’onda dalla maggioranza il senatore di LeU Francesco Laforgia: ” Il sottosegretario Durigon aveva già dato prova della propria inadeguatezza. Ora, con la proposta di cambiare denominazione alla Piazza Falcone e Borsellino di Latina per dedicarla ad Arnaldo Mussolini, ha oltrepassato un limite invalicabile. Sono pronto a votare la mozione di sfiducia nei suoi confronti e penso che il Presidente Draghi debba prendere le distanze da un membro del suo Governo che pratica il revisionismo storico infangando i principi Costituzionali, l’antifascismo e due figure simbolo della lotta contro le mafie come Falcone e Borsellino. Non è ammissibile. Nessuna esigenza di mantenere gli equilibri politici su cui si fonda questo Governo può essere una giustificazione” .

Rosalba Cimino, deputata pentastellata: “Il leghista Claudio Durigon va sfiduciato, a meno che non decida di dimettersi. Non possiamo accettare che al governo di un Paese costituzionalmente antifascista, occupi un posto chi strizza l’occhio al neofascismo tentando di oscurare la memoria di due veri eroi italiani: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Arnaldo Mussolini, a cui lui vorrebbe intitolare il parco che porta il nome dei due magistrati, è stato fratello e braccio destro del duce nelle sue campagne di propaganda nazionale, per cui Durigon può tentare tutte le giustificazioni del caso, cosa che sta già facendo, ma la storia e la nostra Costituzione sono contro di lui”

Superfluo ogni commento, se non sottolineare il silenzio in proposito di Matteo Renzi e di tutta la squadra di Italia Viva. Silenzio che fa clamore visto che non c’è argomento su cui Renzi non è fra i primi a parlare e che se permane confermerebbe l’alleanza tra i due Mattei di cui si vocifera da tempo, sempre categoricamente smentita da entrambi.

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