Berlusconi parla di disgelo e unità, smentito dalle note incrociate dei protagonisti

Altro che disgelo, per poco non sono volati gli stracci in faccia tra i leader del centrodestra

Gianvito Pugliese

Se la Sicilia e la ricandidatura a governatore di Nello Musumeci è il principale pomo della discordia, certamente non è l’unico.

Giorgia Meloni, al pranzo-vertice di Arcore accompagnata da Ignazio la Russa, ha tirato dritto e posto con forza il problema della ricandidatura di Musumeci, condicio sine qua non, per la Meloni, per poter provare a far quadrare le candidature unitarie. Matteo Salvini, a Villa San Marino affiancato Roberto Calderoli, si è posto subito di traverso con un secco: “Non ora”. E sulla vicenda Musumeci, anche ad incontro ultimato, il centrodestra da fuoco alle polveri. La Meloni riferisce non solo della decisa avversione di Salvini, ma anche di una promessa di appoggio da parte di Berlusconi, che poi “sarebbe stato costretto a rimangiarsela”, venendo meno all’impegno assunto.

Velina di Via della Scrofa che ha fatto enormemente adirare il Cavaliere, che incontrando i giornalisti al cancello di Villa San Martino, aveva affermato che della Sicilia e Musumeci non si era proprio accennato.

Il padrone di casa, affiancato da Licia Ronzulli e da Antonio Tajani in collegamento da Bruxelles, ha offerto agli ospiti un aperitivo all’aperto, seguito da un pranzo a base di riso con melanzane olive e pachino, branzino in crosta, gelato al pistacchio. E alla fine perfino un omaggio: un quadro raffigurante la Madonna a ciascuno dei due ospiti d’onore.

Ma né il freschissimo branzino, né l’immagine sacra della Madonna, hanno impedito alla Meloni di battere cassa, ponendo all’incasso della coalizione di destra i suoi brillanti risultati nei sondaggi elettorali. Anche se solo con un margine dello 0,2% Fratelli d’Italia questa settimana è il primo partito nelle intenzioni di voto degli italiani. Cosa che ha fortemente indispettito il coordinatore in carica del centrodestra quel Matteo Salvini, che ha lasciato per primo il vertice eccependo che Calderoli doveva presiedere l’aula del Senato.

A poco deve essere valso il rimanere a Villa San Marino ancora per un’ora da parte della Meloni per un lungo colloquio tete a tete con Silvio Berlusconi.

Fratelli d’Italia rendono noto che nel colloquio della Meloni col cavaliere: “Berlusconi ci ha letto una nota che avrebbe dovuto diffondere, in cui esprimeva pubblicamente la stima personale per Musumeci“. E proseguiva col famigerato: “Poi lo avranno convinto a cambiare idea ……

L’irritazione del Padrone di casa è alle stelle per essere stato sbugiardato, e anche se nella sua nota parla di un  “centrodestra è unito”, anche perché “soltanto un pazzo penserebbe di mandare all’aria questa coalizione”, rilanciando l’idea di un programma unitario, partendo da quello firmato insieme nel 2018, lo fa seguire da una feroce frecciata alla Meloni e al suo progetto di una coalizione a trazione FdI: “Per me funziona bene così come è” precisa Berlusconi. ribadendo il suo asse con Salvini.

E Salvini affida la risposta alla Meloni sul caso Sicilia al coordinatore di Prima l’Italia Nino Minardo: “La Lega non ritarda nulla. I dubbi su Musumeci non sono di Salvini o della Lega, ma semmai della netta maggioranza dei siciliani”. Una bocciatura netta del candidato della Meloni.

La Meloni ribatte che l’unica intesa raggiunta è quella di convergere in caso di ballottaggi, se divisi al primo turno, per il resto molti i puntini sulle ‘I’. L’unità “non basta declamarla ma va costruita nei fatti”. “Restano ancora fumose le regole d’ingaggio sulle modalità con cui formare liste e programmi comuni”. Problema molto avvertito dai FdI, che vogliono vedere riconosciuta in termini di candidature nei collegi “vincenti” la crescita nei sondaggi. Infine il mantra: “Serve chiarezza sulla indisponibilità ad accordi futuri con Pd e M5s”. Insomma, il disgelo, non è vicino e per alcuni Colleghi servirà almeno un altro vertice.

E tutti attendiamo di conoscere il prossimo menù che sarà servito, che, al momento, sembra l’unica cosa su cui il centrodestra è unito e concorde.

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