26 Aprile 1986: Chernobyl

In questo stesso giorno, di trentaquattro anni fa, si verificò il più grave incidente nella storia dell’energia nucleare.

Cinzia Montedoro

La tragedia che paralizzò l’Europa nel lontano 1986, svelò il volto impreparato di un continente di fronte ad un disastro, che ebbe terribili conseguenze e che a distanza di trentaquattro anni, non ha ancora identificato il numero preciso di vittime. Le radiazioni ancora presenti nel territorio ci ricordano che la tragedia è ancora viva.
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl , in Ucraina sali vorticosamente, si verificò un’esplosione mentre era in corso un test per il quale erano stati staccati i sistemi di sicurezza. Un numero imprecisato di radioattività si disperse nell’atmosfera con conseguenze devastanti, ancor oggi presenti.

L’esplosione del nucleo in una foto dell’epoca

Il sarcofago d’acciaio posto a matriosca per coprire il reattore 4 e i materiali radioattivi al suo interno, ci racconta una storia che va ben oltre le serie tv. Ancor oggi , le conseguenze del disastro sono vive nei figli e nei nipoti dei sopravvissuti, persone con disturbi sviluppati in seguito a mutazioni genetiche, ma non solo, verificatesi nel periodo successivo al disastro nucleare.

Incendi a Chernobyl che ancora divampano- E’ il 10 aprile

Anno 2020, come se non bastasse il Covid-19, un’altra minaccia preoccupa Chernobyl, difatti un incendio il 4 aprile scorso, ha causato l’innalzamento delle radiazioni sprigionando una nube con tonnellate di cenere radioattiva spinta dai venti, arrivando anche nei cieli dell’Europa occidentale. Solo il 15 aprile gli incendi vengono dichiarati sotto controllo dal governo ucraino.
Rimaniamo ancor oggi con le spalle al muro di fronte alle tragedie che stanno colpendo il nostro mondo, la nostra resilienza sta facendo a cazzotti con una realtà che dovrebbe aprirci gli occhi e le coscienze, ma che combatte ancora inesorabilmente con gli errori che abbiamo commesso nella storia e che ci vedrà sempre più’ vulnerabili , perché siamo deboli, fragili e incapaci di guardare il mondo con gli occhi della natura che, per quanto madre, difficilmente perdona.