Alexei Navalny nella lista dei “terroristi”

Quando l’arroganza del potere supera se stesso e suscita repulsione ed avversione nel mondo civile

Gianvito Pugliese

L’oppositore russo Alexei Navalny è entrato nella lista dei “terroristi ed estremisti” redatta dall’ente Rosfinmonitoring, il Servizio federale per il monitoraggio finanziario. Lo apprendiamo dal quotidiano Novaya Gazeta. La lista ha incluso anche sei collaboratori di Navalny, tra i quali Lyubov Sobol, il più noto dello staff del dissidente russo.

Russia, Alexei Navalny inserito nella lista dei "terroristi"

Navalny, rientrato un anno fa -per fornire chiarimenti in un processo insignificante- in Russia dalla Germania, dove era stato curato per un tentativo di avvelenamento subito in Russia nell’estate del 2020, sta scontando da allora una condanna a quasi due anni e mezzo di reclusione per un’accusa controversa e fraudolenta.

La Russia di Vladinir Putin non ha nessun pudore a mostrare il suo lato peggiore e disumano, forse anche perché di lati migliori non ne ha da mostrare. Il popolo russo, purtroppo aduso sia con gli zar, che col regime “comunista” (?) disegnato da Vladimir Ilic Uljianov Lenin e dal suo successore Iosif Stalin, che riuscì nella difficile impresa di peggiorare il livello di vita già misero dei russi, nonostante la Russia, al centro dell’Unione sovietica, ricevesse dai paesi satelliti dell’Urss e di tutto il Patto di Varsavia, immense rimesse sia in denaro che in prodotti di ogni genere. Un ben godi, di cui il popolo non ha mai visto neanche una mollica.

Oggi il divario economico e sociale è abissale. L’economia del Paese, un tempo nelle mani del Partito comunista che la gestiva attraverso i propri dirigenti nell’esclusivo interesse degli oligarchi e delle classi privilegiate, politici, militari, servizi di sicurezza e rari grandi scienziati, artisti o sportivi, ultima categoria di potenti, ora è nelle mani quasi esclusive di attività criminali interconnesse, quasi tutte con al vertice ex ufficiali KGB, amici, compagni e sodali del nuovo zar, delle cui mire abbiamo scritto di recente nell’editoriale dal titolo “Ucraina, brutti venti di guerra”. Ed il popolo soffre, si riempie la pancia idealmente con la promessa di Putin di ridar loro la potente e ricca Urss, e permette al dittatore di assassinare impunemente i giornalisti “ostili”, solo perché non allineati, come pure di liberarsi di oppositori ed avversari politici allo stesso modo o aprendo loro le porte delle galere siberiane, ben note per il trattamento da hotel 5 stelle super riservato agli ospiti. Tanto, sono pochi quelli che potranno raccontarlo. Quelli che sopravvivono alla condanna si contano facilmente, tanto sono rari.

Se guardare un dittatore, con tantissimi morti e perseguitati sulla coscienza che non ha, è di per sé orrido, rendersi conto che quel feroce individuo ama ostentare le sue nefandezze, ostentazione utile ad incutere timore nel popolo, è davvero insopportabile. Ora carissima Nato e, altrettanto cara, Unione europea o salvate l’Ucraina e Navalny e chiudete quella belva feroce, emulo di Adolf Hitler in una gabbia, magari dorata, tanto per mostrare la diversità dal Cremlino, o è meglio che vi andate a nascondere da oggi per i secoli dei secoli a venire.

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