Liz Truss, eletta leader del partito conservatore, sarà il prossimo primo ministro britannico

Promette un taglio alle tasse, il sostegno per il caro bollette e la lotta all’inflazione. Ma sull’Ucraina è più dire ed intransigente del predecessore.

Gianvito Pugliese

LONDRA, 5 set. – Liz Truss ha vinto oggi la corsa alla leadership del Partito conservatore attualmente al governo e, conseguentemente, diverrà il prossimo primo ministro britannico. al posto del dimissionario Boris Johnson. La carta vincente è stata l’economia. Ha, infatti, promesso tagli alle tasse ed iniziative concrete per contenere la crescente crisi energetica e del costo della vita.

Da settimane la conquista della leadership britannica aveva portato ad usare toni irascibili e divisivi, tra la Truss, ministro degli Esteri in carica del governo Johnson, data per favorita, e l’ex ministro delle finanze Rishi Sunak. Al voto oggi tra i membri del Partito conservatore, Truss ha totalizzato 81.326 preferenze contro 60.399 del suo avversario.

A urne scrutinate, raggiante del risultato conseguito, ha dichiarato: “Consegnerò un piano audace per tagliare le tasse e far crescere la nostra economia. Risponderò alla crisi energetica, occupandomi delle bollette energetiche delle persone, ma anche affrontando i problemi a lungo termine che abbiamo sull’approvvigionamento energetico”.

Truss si accinge a prendere la guida del governo, mentre il Paese affronta una crisi finanziaria, anzitutto dei bilanci famigliari, disordini industriali, recessione e una guerra in Europa, in cui la Gran Bretagna è stata uno dei principali sostenitori dell’Ucraina. La Truss, peraltro, esclude una elezione nazionale anticipata, prima del 2024, anno in cui promette di portare il Partito conservatore ad una grande vittoria.

Ma, in realtà il partito è fortemente diviso al suo interno. Truss ha vinto con un margine estremamente risicato ed inferiore alle previsioni. Quello odierno è stato, infatti, il peggior risultato elettorale di questo secolo tra i conservatori. Truss ha ottenuto, in realtà, il sostegno di meno del 50% dei membri, del partito: uno su cinque, infatti, non ha votato.

Sunak, generosamente, ha commentato: “È giusto che ora ci uniamo dietro il nuovo Primo Ministro, Liz Truss, mentre guida il Paese in tempi difficili“.

Johnson si recherà in Scozia domani, per incontrare la regina Elisabetta e presentarle ufficialmente le dimissioni. Truss sarà ricevuta subito dopo e la monarca la inviterà a formare un governo.

Johnson, su Twitter: “So che ha il piano giusto per affrontare la crisi del costo della vita, unire il nostro partito e continuare il grande lavoro di unire e far salire di livello il nostro Paese. Ora è il momento per tutti i conservatori di sostenerla al 100 percento“.

Liz Truss sarà il quarto primo ministro conservatore che si è avvicendato dalle elezioni del 2015, anno che per la Gran Bretagna ha avviato una serie di crisi, sfociate ora in una lunga recessione e un’inflazione a due cifre già da luglio.

Truss non ha fatto in tempo a brindare alla sua vittoria, che gli industriali del settore dell’ospitalità, delle produzioni manifatturiere e chimiche le hanno chiesto aiuto, per affrontare l’aumento dei costi dell’energia e per converso la drastica diminuzione dei mercati ed impedire alle aziende di fallire.

La quarantasettenne primo ministro in pectore ha assicurato un’azione rapida, con un piano -entro una settimana- di contrasto all’aumento delle bollette energetiche e garantire le forniture di carburante.

Durante la campagna elettorale la promessa della Truss di tagliare tasse ed altri prelievi è stata criticata da economisti, che sostengono che alimenterebbe ulteriormente l’inflazione, già galoppante.

Sta di fatto che molti investitori hanno scaricato la sterlina e i titoli di stato.

Kwasi Kwarteng, data per certa nuovo ministro delle finanze, ha provato a calmare i mercati con un articolo sul Financial Times in cui assicura che amministrazione Truss sarebbe stata “fiscalmente responsabile”. leggi di più

 Molti hanno già chiesto elezioni anticipate, richiesta respinta dalla Truss.

Il parlamentare conservatore più anziano, David Davis, ha parlato dell’incarico alla Truss come “probabilmente il secondo mandato più difficile dei primi ministri del dopoguerra” (ndr. dopo la conservatrice Margaret Thatcher nel 1979).

Ora la Truss dovrà conquistare molti dei parlamentari conservatori sostenori di Sunak. Tra questi Andrew Bridgen, deputato conservatore che ha dichiarato: “Entro la fine della settimana, avremo un nuovo governo e saresti stupito di come questo partito possa riunirsi e unirsi“.

Tuttavia, l’equipe dell’Institute for Government sostiene che Truss rappresenta un punto di partenza debole non essendo “la prima scelta” tra i parlamentari del suo partito.

L’opposizione accusa il partito conservatore di aver colpevolmente ritardato gli interventi sull’economia, dando priorità alle proprie elezioni interne.

Keir Starmer, leader del partito laburista: “Abbiamo sentito molto di più dall’ultimo primo ministro sui tagli alle tasse sulle società durante l’estate, che sulla crisi del costo della vita“.

La Truss ha, quindi, tessuto un elogio per come si era opposto a Vladimir Putin ed aveva difeso l’Ucraina. Non è tardata la risposta del Cremlino, che ha minacciato che le relazioni dei due Paesi, già al minimo storico potrebbero peggiorare ulteriormente.

Certo che Putin, che aveva fatto carte false per sostituire Johnson -che, in verità, ci ha anche messo parecchio del suo- alla guida della Gran Bretagna, ora si ritrova un primo ministro, ancora più duro e deciso dello stesso Johnson, come ampiamente dimostrato dalla Truss, nel ruolo di Ministro degli esteri. Sbaglierò, ma Vladimir Putin si è tolto una spina nel fianco (Johnson) e si ritrova con una grossa e pesante spada (Truss) nel costato.

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