La risposta inglese al 9 maggio di Putin

Un discorso, quello di ieri di Putin, sul quale erano puntati i riflettori del mondo, deludente e assolutamente privo di novità. La risposta di Londra

Gianvito Pugliese

Strane cose della vita, meravigliosa anche, se non soprattutto, per le sue stranezze. L’Inghilterra, che con la Brexit, si era posta fuori dall’Unione europea e dalle alleanze con l’occidente, chiudendosi apparentemente nel guscio del Commonwealth, è il Paese europeo decisamente più combattivo nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina.

E’ comprensibile da parte inglese anche un certo fastidio per la ricostruzione fasulla per mano russa della storia della II guerra mondiale. Oscurato, dalla propaganda di regime del Cremlino Il 23 agosto 1939, quando la Germania nazista e l’Unione Sovietica stripularono un patto di nonaggressione, conosciuto come Patto Ribbentrop-Molotov o Hitler-Stalin. L’Europa ne è sconvolta perché questa mossa cambierà completamente gli equilibri fra i vincitori e i vinti della Prima Guerra Mondiale ed aprirà la strada alla politica di conquista della Germania hitleriana. Oscurato il ruolo dell’Inghilterra, che dopo la caduta della Francia (25 giugno 1940) e prima che gli Stati Uniti l’affianchino. a seguito dell’attacco sferrato dai giapponesi alla base americana di Pearl Harbor di (5 dicembre 1941), e la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti (11 dicembre ’41) da parte di Germania e Italia, a fianco dell’alleato Giappone.

Nel frattempo l’Unione Sovietica si cullava sul patto Ribbentrop-Molotov e si fece cogliere impreparata, allorchè la Wehrmacht tedesca sferrò un devastante attacco a sorpresa (22 giugno 1941). 

Per un anno intero, dunque, dal 25 giugno 1940 al 22 giugno 1941 l’Inghilterra rimase sola a fronteggiare la Germania di Adolf Hitler. Solo dopo un’anno fu affiancata dalla Russia (all’epoca Unione Sovietica), ma solo perché aggredita a sorpresa.

Ma la ricostruzione del Cremlino del 9 maggio 1945 diffonde nell’immaginario collettivo russo la vittoria sul nazismo tedesco (ci sarebbe anche il fascismo italiano), come merito esclusivo della Russia, erede morale dell’Unione sovietica. La guerra continua fino al 2 set 1945 e la presa di Berlino 2 maggio dello stesso anno è solo una tappa, anche se quella che segnò l’inizio della totale disfatta nazista.

La storia e questa, il resto sono ricostruzioni ad usum delphini, anche se a dirla tutta, quest’uomo a tutto somiglia fuorché ad un delfino.

Alla sfilata commemorativa di ieri

Ed andiamo alle due dichiarazioni dall’Inghilterra, giustamente risentita.

Putin lancia accuse di “presunte” future aggressioni della Nato che “l’operazione speciale militare” in Ucraina avrebbe fermato. Accuse immediatamente rispedite al mittente da Robert Ben Lobban Wallace (in copertina), Segretario di Stato per la difesa del Regno Unito, praticamente Ministro della difesa: “Il presidente Putin ha fatto una serie di affermazioni da favola per mesi e anni… Se non fosse così tragico sarebbe divertente, ma non lo è. Una delle sue affermazioni è che è circondato. La Nato rappresenta il 6% del suo confine terrestre. Non è circondato se solo il 6% del confine terrestre è costituito da paesi Nato”.

Ha poi ricordato che Putin ha affermato che “c’erano basi Nato in Ucraina”, ma “Sono sicuro che l’ambasciatore ucraino vi dirà che non c’erano basi Nato in Ucraina”. Secondo il Ministro britannico il leader del Cremlino starebbe “credendo” solo “a ciò in cui vuole credere”: “un leggero bagliore di disperazione”.

Ed ha concluso: “Ma lasciatemi mettere a verbale categoricamente: la Nato, la Gran Bretagna, l’Europa orientale non hanno intenzione di invadere la Russia e non l’hanno mai fatto”.

Più tecnico e perciò più tranchant, Phillips O’Brien, professore di studi strategici all’Università di St. Andrews in Scozia: trova allarmante l’improvvisazione, frutto di una strategia militare oscura e di una serie di insuccessi sul campo di battaglia. Vede un Putin “completamente senza idee” sulla guerra in Ucraina: “O non comprende la realtà della situazione in Ucraina, o la ignora volontariamente. Senza passi concreti per costruire una nuova forza, la Russia non può combattere una lunga guerra e il tempo inizia a far sentire il suo ticchettìo sul fallimento del suo esercito in Ucraina”.

Phillips O’Brien

Parole dure che non lasciano dubbi sul fallimento della guerra portata da Putin all’Ucraina che, per fortuna dell’Occidente e del mondo intero, sta dimostrando che l’Armata rossa, a furia di nomine e promozioni politiche, sta messa davvero male, ed i numeri in Ucraina parlano da soli.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Grazie.