Il caffè con il lettore

Fonti Ue, non si esclude sospensione Budapest da Consiglio. In copertina il Parlamento europeo

Gianvito Pugliese

Buona domenica, care/i ospiti del caffè … speciale della domenica. Oltre al cornetto che, ripeto, viene fornito dalla migliore pasticceria barese di maggiore tradizione, nel piattino troverete due cioccolatini.

Una giornata dolce di per se ed addolcita da cornetto e cioccolatini oltre che da un caffè di qualità decisamente superiore non può che indurmi a trattare un argomento se non dolce, quantomeno positivo e con un approccio decisamente ottimistico.

Piccolissima chiosa. Qualche lettore si è detto sconcertato e deluso dal non utilizzo della solita prima foto in apertura del mio editoriale. Lo ascolto subito, anzi lo ho già accontentato, come vedete. In fondo si accontentavano di molto poco.

Dal nostro corrispondente da Bruxelles, che ha un occhio particolare per quanto attiene l’Unione europea, mi è arrivata la notizia che “la posizione intransigente di Budapest sulla revisione del bilancio comunitario, che comprende gli aiuti a Kiev ma anche i fondi per la migrazione e il sostegno alle imprese, “sta crescendo” e molti Paesi a questo punto avanzano l’ipotesi di attuare la procedura dell’articolo 7 dei trattati, che può prevedere la sospensione dei diritti di voto di uno Stato membro“. Il Collega sostiene che sia frutto di una qualche “frustrazione” per meccanismi obsoleti ed ormai manifestamente insufficienti che permettono all’ultima ruota del carro di rallentare tutto il convoglio in un momento in cui la tempestività è vitale.

Pare anche che “Le discussioni “continuano” in vista del Consiglio straordinario del 1° febbraio ma l’inflessibilità dell’Ungheria sta esasperando gli animi“.

Un fatto che può essere letto ed interpretato sia negativamente che positivamente. La vecchia storia del bicchiere a metà, che può essere definito sia mezzo vuoto, che mezzo pieno.

Personalmente, essendo tutto sommato ottimista, nonostante questo mestiere mi metta ogni giorno a confronto con fatti allucinanti ed umanità scoraggiante, opto per la seconda “il mezzo pieno”.

Gli esseri umani frustati, ed i leader europei, sono sempre e comunque esseri umani, tendono a reagire, alcune volte in misura esponenziale rispetto alla causa della frustrazione, allo scopo di allontanarla definitivamente e sentirsi gratificati del risultato.

Ora, non voglio illudermi ed illudere sia voi cortesi ospiti, che siete preziosi per la discussione e le conclusioni degli argomenti che scegliamo di trattare, sia lettrici/ori, ma avverto. e ricevo diverse autorevoli conferme, che stia maturando in Europa il concetto della “necessità dell’Europa politica”, partendo dalla Difesa unica e dal confine europeo, per poi estenderla a tutti quei campi in cui le sinergie consentono la crescita economica, sociale e morale della comunità europea.

Personalmente dono convinto che gradatamente, man mano che ci si abitui alla sinergia e che l’istituzione europea, qualunque sia la forma scelta per stare insieme, se partire dalla Confederazione o pensare direttamente all’Unione di Stati dotandosi da subito di una propria Costituzione, l’importante è che questa via si cominci a percorrere.

L’ottimismo non significa non vedere gli ostacoli e le avversità. Ovviamente una Unione o una semplice Confederazione di Stati europei sarebbe in breve, per storia, per tradizione e civiltà, ma anche per capacità economica e come potenza militare, finalizzata a prevenire ed impedire aggressioni, destinata a divenire la number one delle superpotenze mondiali. Ovviamente Usa e Cina non so quanto siano felici di perdere il primo e secondo posto sul parchetto dei primi Paesi del Mondo. E se la Russia, con un leader che si finge astuto e raffinato ingannatore, ma Putin in realtà è un colossale bifolco, dai modi brutali e coatti (e proprio per questo gode di diversi consensi, i bifolchi sono diffusi ovunque e di sa “similes cum similibus”), non fa mistero di volere la fine dell’Europa ed l’assoggettamento di tutti i Paesi europei a Santa madre Russia, non che Xi Jinping e Biden ne siano felicissimi.

Ovviamente, Putin muove i fili per provare ad impedirlo della sua marionetta Victor Orban. ma oltre ai pupazzi etero manovrati c’è da mettere in conto la meschinità di politicanti da strapazzo, di cui sono gremiti parlamenti e governi europei che non vorranno mollare l’osso, ovvero tutti i fondi del bilancio statale disponibili per manovre produttive per la loro tasca.

Ma sono tutte avversità ben note e in fondo obsolete. Ormai in qualche misura si è diffusa la convinzione che ciascuno di noi a cominciare da Francia e Germania è una formichina davanti ai colossi mondiali e prima di essere secondi anche agli emergenti India e Brasile è tempo di lavorare alacremente per l’Unione degli Stati europei o, quantomeno, la Confederazione.

Sembra un paradosso, ma l’intenzione di Putin di ricostruire un impero russo che vada da Vladivostok a Lisbona, resa nota dal suo ventriloquo, quel mentecatto di Medvedev, poco nota a livello comune, ma ben presente nelle preoccupazione dei leader europei, può aver dato la spinta necessaria ad avviare il processo necessario. D’altra parte c’è chi proponeva di premiare Putin, come funzionario dell’anno della Nato e dell’Unione europea dal momento che la sua aggressione all’Ucraina ha indotto molti Paesi a rifugiarsi nella Nato e nell’Ue.

A domani.

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